Dissonanze

Se proprio non dovesse esserci altro per ricordare questo novembre 2010 ecco qualche fatterello che lo renderà imparagonabile al vuoto pneumatico dell’11 aprile 1954, il giorno più insulso del ‘900.

Lei, così colta

Il ministro Gelmini attacca il segretario del PD per la solidarietà manifestata ai giovani che protestano contro la riforma universitaria e gli dà dello “studente ripetente”. Il solitamente imperturbabile Bersani non la prende bene e mette online un documento che attesta la sua lodevole carriera di studente universitario chiedendo all’incauta accusatrice di fare altrettanto.
Sta ancora aspettando risposta.
Della Gelmini fattasi avvocato in Calabria già si sapeva. Della Gelmini studentessa liceale in un istituto privato, un suo ex insegnante ha detto che era una mediocre studentessa di buona condotta.
Ha detto anche che non avrebbe mai creduto che sarebbe diventata ministro.
Oggi sono in tanti a non credere che ministro lo sia.

Lui, così civile

Sempre a proposito delle agitazioni studentesche, Emilio Fede ha detto che un “popolo civile, quale noi siamo” dovrebbe menare gli studenti che manifestano davanti al senato. Qualche giorno dopo, un altro anziano, del suo stesso ambiente, il patron dell’Amaro Giuliani, l’ha menato e a un intervestitatore che gliene chiedeva la ragione, ha risposto: “Perché tu non lo meneresti Emilio Fede?”.
A quanto pare però, menare Fede può essere molto più dispendioso che menare uno studente.

Noi, così sportivi

Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera, sostiene che – persino per un popolo di commissari nazionali di calcio come il nostro – ciò che vediamo di persona conta poco. É come ce la raccontano che fa la differenza: “una partita di calcio, la stessa partita di calcio, cambia senso a seconda della telecronaca. Nei test fatti, viene fuori che un campione di pubblico sostiene di aver assistito a un incontro emozionante (magari un noioso zero a zero) solo perché la telecronaca era adrenalinica. Così come una partita emozionante (sul campo) può essere percepita come soporifera se la telecronaca è moscia”.
Temo che abbia ragione.
Tanto più se ci si riferisce alle partite che si combattono, senza diretta nè moviola, fuori dai campi di calcio.


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