La Basilicata sceglie eolico

Turbine eolicheTurbine eolicheLa Regione Basilicata si candida come regione italiana modello sotto il profilo delle energie rinnovabili. In questi giorni la Giunta regionale lucana di centrosinistra ha finalmente approvato il disegno di legge che disciplina la presenza degli impianti di produzione energetica dando massimo spazio all’energia eolica. Si tratta di un primo atto di indirizzo, nato per rispondere all’esigenza di adeguamento del vecchio piano energetico regionale, divenuto ormai obsoleto rispetto alle innovazioni tecnologiche sorte negli ultimi anni nel settore dell’eolico e del solare fotovoltaico. Basti pensare che soltanto 4 anni fa pochi credevano nell’eolico o nei pannelli solari. Oggi questi settori sono divenuti trainanti per le economie locali ma anche di estrema importanza per la lotta all’effetto serra. La Basilicata ha scelto di soddisfare il proprio fabbisogno regionale di energia elettrica, pari a 1200 MW, con il seguente mix:

600 MW da centrali turbogas
500 MW da fonte eolica
100 MW da fotovoltaico, idroelettrico, biomasse
(dati in potenza degli impianti)

Nel disegno di legge approvato dalla giunta di centrosinistra spicca in particolar modo l’eolico. Fino all’approvazione del Piano di indirizzo energetico ambientale regionale (PIEAR) la costruzione degli impianti dovrà pertanto attenersi a queste soglie di potenza nominale. Altro aspetto importante e degno di nota nel disegno di legge lucano è la fissazione di un tetto massimo pari a 400 MW alla potenza delle centrali elettriche gas a ciclo combinato, imponendo così la realizzazione sul territorio soltanto di centrali elettriche di piccole e medie dimensioni. Una risposta alle crescenti preoccupazioni dei cittadini.

Dalla moratoria al piano di rilancio dell’eolico. Nei mesi scorsi una piccola parte del mondo ambientalista locale e dei movimenti Nimby contrari all’eolico aveva presentato una richiesta di moratoria da applicare agli impianti eolici, presentando nello stesso tempo una bozza di piano energetico per minimizzare o contenere la presenza eolica sul territorio regionale. L’atto di moratoria è stato però giudicato “incostituzionale”, a seguito di una recente sentenza della Corte Costituzionale in merito ad un atto simile della Regione Puglia. Saltata l’ipotesi della moratoria la Giunta ha così deciso per una scelta coraggiosa ma allo stesso modo anche apprezzabile dal punto di vista ecologista.

C’è quindi grande soddisfazione da parte del mondo ambientalista progressista per la decisione della Regione Basilicata di puntare all’eolico, una regione in cui il vento non manca, sperando sia d’esempio anche per altre regioni meridionali favorite dalla mappa del vento come Puglia, Campania e Sardegna.

L’ambientalismo italiano si spacca. La vicenda ha anche messo in luce una diffusa e profonda spaccatura nel mondo ambientalista italiano, diviso in due mondi, uno radicale e l’altro progressista. Il primo preoccupato esclusivamente di preservare il paesaggio e la natura incontaminata dall’uomo, il secondo invece con una visione più olistica, impegnato soprattutto nel rilanciare le energie pulite e nella lotta all’inquinamento e all’effetto serra. Triste a dirsi, ma attualmente sono ben pochi i ponti di dialogo tra i due mondi, sempre più schierati l’uno contro l’altro.

(fonte: http://www.ecoage.com )


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6 Commenti

  1. LomFra

    Sono perfettamente daccordo con la decisione della giunta, a questo punto credo ke qualke danno all’ambiente è ammissibile vista la situazione energetica mondiale… tornare a consumare meno energia è economicamente dispendioso e soprattutto impensabile, c vorrebbe un opera di “civilizzazione” su stili di vita meno dediti agli spreki a partire dalle scuole, ma si tratterebbe di un intervento di lunghissimo termine anke se comunque essenziale!

    L’eolico è solo un piccolo inzio, bisognerà dotarsi sempre di + di fonti alternative… sapere ke siamo avanti è un privilegio, anke se tocca poco le vite dei lucani, inoltre pekkato per le royalties pagate ai comuni (leggevo sulla gazzetta qlke tempo fà ke si aggiravano sui 500 mila euro l’anno per 30 mulini) ankora tr basse… possiamo migliorare, e guadagnarci anke, senza favorire tr la monopolista! o no felix? tu ke sei + info d me!

    ramingo errante

  2. Franco Caputo

    Eolico, sì ma non troppo.

    Il grande ruolo affidato all’eolico nel piano energetico regionale non mi convince. Non conosco in dettaglio il piano, ma colpisce la spoporzione tra eolico e solare/biomasse. L’impressione è che abbia vinto la lobby dei sindaci interessata ad incassare i denari sui campi eolici. Ancora una volta si preferisce la mega infrastruttura al piccolo e meno impattante. Il solare diffuso prodotto dai piccoli privati e dagli enti locali è sicuramente più impegnativo. Invece ancora una volta il regalo va alle multinazionali dell’energia. L’eolico certo va bene ma nelle quantità proposte distrugge il paesaggio che è risorsa e bene anch’esso. Quando arriverà la proposta di campo eolico a Monte e prima o poi arriverà, come la mettiamo. Oltre all’impatto sul paesaggio ( Alto Bradano: l’intero orizzonte ed i crinali dei monti occupati dalle pale), la realizzazione delle strade di accesso alle pale, ho visto un pò dappertutto nella Regione, comporta una vera e propria violenza sul territorio. L’elenco delle associazioni lucane che hanno chiesto la moratoria è trasversale e quindi il problema è sentito. Andrà a finire che ogni comune vorrà il suo campo. Immaginate che roba.  Franco C.

    1. RoKKo77

      A dire il vero non è che abbiano un cosi catastrofico impatto ambientale le pale dei mulini per raccogliere energia veramente dal niente!anzi se si possono sfruttare altre zone perchè no?ma a volte bisogna decidersi nella vita, o combattere l’inquinamento solo manifestando e scrivendo o bisogna fare qualcosa di concreto!io penso che questo passo della regione basilicata sia un salto in avanti che oltre a far guadagnare le royalties ai comuni(dove si recuperano soldi è sempre buono), inoltre lancia il “LA” per una nuova politica basata sull’energia da fonti alternative.

  3. benna

    Sono contenta che la vertenza si sia sbloccata e possano partire le nuove fattorie del vento anche in Basilicata. Già qualche mese fa leggevo delle riserve e denunce poste dagli ambientalisti “integralisti” che si ponevano contro l’eolico, rimanendone stupita e non capendo la loro posizione “romantica”. Essere ambientalisti significa, o dovrebbe significare, essere a conoscenza di tutte le problematiche attinenti il nostro pianeta, e la questione energetica riveste una delle componenti di maggiore influenza. L’Italia è uno dei paesi europei più dipendenti dall’estero per il comparto energetico, produciamo poco e spendiamo molto, tanto che le uscite per questo settore raggiungono cifre da capogiro. Per non parlare del controllo delle emissioni di anidride carbonica e gas serra che secondo il Protocollo di Kyoto dovremmo ridurre del -6,5% tra il 2008 e il 2012 e invece un’ANSA di ottobre denuncia un aumento del +12,5%.
    Alla luce di questi dati, una soluzione va trovata. E forse non esiste una fonte di energia assolutamente non impattante, forse dovremmo scegliere la “meno peggio”.
    L’eolico è una risposta sostenibile e meno inquinante rispetto ad altre forme di produzione dell’energia; uno dei maggiori limiti è costituito dall’impatto visivo; personalmente, a dispetto delle critiche che gli rivolgono, trovo le fattorie del vento estremamente affascinanti, che richiamano alla mia mente i paesaggi metafisici alla DeChirico.
    Certamente, occorrerà fare attenzione a non agevolare le speculazioni nel settore eolico e frenare l’eolico selvaggio.

    1. michela

      Come sempre ci vuole equilibrio in ogni cosa soprattutto in queste scelte… peccato che quando il discrimine per prenderle finisce per essere la mera speculazione economica l’equilibrio va a farsi benedire, ma tra i tanti mali, giustamente come dice Benna, questo lo ritengo davvero il minore forse perchè anch’io ho una visione romantica e sognante dei pali eolici…sperando, ovviamente, che non diventino un incubo!
      Propongo alla cara Benna, appena ne avremo il tempo, di farci un giro in Basilicata e perchè no realizzare un reportage fotografico dei campi eolici, potrebbe essere un’occasione di riflessione sul problema direttamente sul campo!

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