Privilegi lucani: i nostri “dipendenti” regionali non mollano

Qualche giorno fa Basilicata.net pubblica questo articolo che si basa su un comunicato del Movimento 5 Stelle di Policoro.

Sono convinto che sia obbligo morale richiamarlo e diffonderlo il più possibile perchè contiene notizie e commenti che dovrebbero far riflettere molti cittadini lucani. Di seguito riporterò con il grassetto gli stralci dell’articolo pubblicato.

L’argomento in questione riguarda la votazione di una singolare proposta di legge “…..alla prima seduta utile dopo tre mesi di adeguata “riflessione”, dalla avvenuta consegna, Il Consiglio Regionale ha votato la proposta di legge di iniziativa popolare “Zero Privilegi”, firmata da 3849 cittadini Lucani, che prevedeva un dimezzamento netto delle retribuzioni degli stessi Consiglieri, l’eliminazione  del vitalizio e dell’indennità di fine mandato e un adeguamento delle spese e rimborsi al pari di ogni dipendente pubblico non precario.”

Volete sapere come è andata a finire? Ovviamente bocciatissima.  “….23 voti contrari di Pd, Pdl, Idv, Mpa, Ial, Pu, Api e di un astenuto, il Consigliere di SEL Romaniello…”. Vedete come è facile trovare la quadra quando vanno di mezzo i luridi interessi di questi signori? Non c’è necessità di cercare convergenze, di fare consultazioni, di cercare accordi. Tutto facile e immediato. Dobbiamo toglierci soldi? Ma siate matti, manco per idea? E che siamo venuti a fare fin qua?

Molto interessanti, anche se a tratti tristemente comiche, le motivazioni che questi “servitori dello Stato” adducono per aver votato contro. Sentite cosa dichiara Braia (PD): “riteniamo come gruppo che debbano essere analizzati in maniera adeguata in un provvedimento che sia in qualche modo incardinato all’interno dello Statuto, che tenga conto anche dei dettami e delle indicazioni costituzionali”. Avete capito qualcosa? Non farebbe prima a dire che non vuole togliersi i soldi? Farebbe miglior figura invece di arrampicarsi sugli specchi.

Riporto anche la parte in cui l’articolo parla del nostro compaesano Mario Venezia.  

“Per Venezia Pdl, “Io voglio dire questo, che già le indennità che noi prendiamo sono molto più basse rispetto al Piemonte, 16.000 euro, addirittura al Molise, che è molto più piccolo di noi e quindi richiede meno impegno, 10.255 euro”; (il dato sulla retribuzione dei Consiglieri Piemontesi non corrisponde alla realtà), sarebbe frutto di Antipolica e la funzione del rappresentante andrebbe tutelata con adeguate retribuzioni, a suo dire i nostri Consiglieri Regionali sarebbero tra i meno garantiti d’Italia.”

Negli ultimi mesi Venezia sta facendo una campagna contro gli sprechi e la mala politica lucana, ma questo commento mi sembra un po contraddittorio e mi fa pensare che la sua azione sia solo strumentale. Sarebbe interessante ascoltare riflessioni e commenti del consigliere Venezia su una lunga serie di vicende lucane, infatti un gruppetto di noi ha richiesto al suo ufficio stampa di fare un intervista da pubblicare on-line, speriamo di avere risposta positiva. Siamo convinti che i consiglieri dovrebbero ogni tanto dare qualche riscontro pubblico ai cittadini che hanno contribuito ad eleggerlo, se no come facciamo a giudicare?

Tornando all’argomento principale, riporto sotto lo stralcio riferito al commento di un esponente IDV, a mio parere agghiacciante. 

Autilio Idv, “io ho rispetto assoluto dei firmatari, in quanto è una proposta popolare degna, ma quando quella proposta popolare diventa proposta di una forza politica, perché tale è ormai il Movimento Cinque Stelle, essendo presente in varie istituzioni nazionali, allora a quel punto io penso che quella proposta perde l’asetticità, la trasparenza, la chiarezza che, probabilmente, l’avrebbe caratterizzata se rimanevano solamente 3800 firme, ma assume un significato che è qualificato politicamente””

Questo commento, a mio avviso, non merita commento.

Voglio fare un po il populista (ovvero l’etichetta che i politici ti affibbiano se parli di quanto rubano o comìse simili) e mi/vi chiedo: ma è possibbile che in questi periodi di crisi profonda il cittadino deve essere ulteriormente umiliato? La gente comune non ha il lavoro o se ce l’ha è in condizione di precariato e questi signori non mollano un centesimo? Quando finirà l’ingordigia della nostra calsse politica e dirigente nel saccheggiare la cosa pubblica? 

In questo paese, e maggiormente nella nostra regione che ha meno possibilità, la politica paga e tanto.

Ma non dovete credere a me o alle parole di qualche giornalista o di un ragazzetto del Movimento 5 Stelle. Andate a vedere quanti personaggi vicini alla politica o ex-politici o familiari dei politici sono imboscati nelle pubbliche amministrazioni, nelle municipalizzate, nei “progetti” regionali, nelle ASL ecc ecc basta informarsi, il quadro è pietoso.

Arrivati a questo punto ci vorrebbe davvero un processo “alla Norimberga” per tutta la classe politica come auspicato da Pasolini più di trent’anni fa. 


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4 Commenti

  1. Raf

    Bravo Corvo! avevo letto sulla bocciatura della proposta di legge!

    Onestamente non so se ridere o piangere… Come possiamo poi credere a quello che dicono?

    Inutile fare retorica, ma in un momento in cui tutti siamo chiamati a fare sacrifici, in cui molti perdono il lavoro… questo è il segnale che viene dai politici? Poi… rispondere non dicendo nulla… il danno e la beffa.

    Insisto: sarebbe bello leggere un commento di qualche politico o qualche militante su questo… ma temo di parlare al muro.

    Cmq i cittadini liberi di scegliere si ricorderanno nella cabina elettorale…

  2. drago88

    Sicuramente i nostri politici, dall’altro della loro immensa preparazione  culturale, conosceranno bene le parole di Pericle (495 a.C.-429 a.C.)…Se così non fosse concediamo loro una spolveratina:

     

    “Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. Qui ad Atene noi facciamo così. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo. Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso. Qui ad Atene noi facciamo così. Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia. Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore. Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così.”

     

     

    Pericle – Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.

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