Gravina

Grotta delle Pianelle lungo la Gravina  Tufara allagata dalla Gravina

Tutta l’area del Parco della Murgia Materana è segnata dalla profonda incisione della Gravina di Matera, che nasce intorno ad Altamura, attraversa la città capoluogo, si dirige verso Montescaglioso ed aggirato il paese, prende il nome di Fiumicello o Fiumarella per poi sfociare nel Bradano. Il corso del fiume, circa 50 km, si sviluppa per buona parte nelle formazioni calcaree della Murgia.

La Gravina entra nel territorio di Montescaglioso dopo Parco dei Monaci ed all’altezza di Masseria Dalessio comincia ad scorrere tra le formazioni alluvionali che sostituiscono quelle calcaree. Questo tratto del fiume è tuttora uno dei meno conosciuti e frequentati.

Intorno alle sponde della Gravina, che in alcuni punti giungono a sfiorare i settanta metri di altezza, gravitano numerosi insediamenti rupestri con chiese, eremitaggi, ovili, stalle, cisterne, nuclei abitativi. Sulle pareti quasi verticali si nota la presenza di sentieri collegati alla sommità ripariale da ripide scalette. Lungo la Gravina di Montescaglioso sono stati censiti gli insediamenti rupestri della Madonna della Murgia, Pandona, Pianelle e Masseria Dalessio. Particolarmente suggestiva, la presenza delle cave di tufo a Murgia S. Andrea, tutte, tranne una, abbandonate. Una di queste, a stretto contatto con il corso d’acqua, d’inverno funziona come cassa di esondazione del fiume e non appena il livello d’acqua si innalza, la cava si allaga proponendo uno spettacolo inusuale.

Masseria Passarelli: piena della Gravina e ponte sommerso Stazione di Montescaglioso: piena della Gravina e guado sommerso

La vegetazione lungo le sponde è molto fitta, ma anche diversificata. Sulle parti più alte delle sponde si concentrano le formazioni tipiche della macchia mediterranea. Man mano che si scende verso il fondo del fiume, la vegetazione diventa quella tipica delle aree umide. Il tratto immediatamente a valle ed a monte della Madonna della Murgia conserva l’ambiente naturalistico più incontaminato del Parco. Anche qui è facile osservare avifauna stanziale o migratoria e può capitare in estate di poter avvistare aironi ed anche il rarissimo capovaccaio. Una caratteristica del fiume è la violenza delle piene. L’alveo relativamente stretto del fiume, l’assenza di terreni capaci di assorbire immediatamente l’acqua, fanno sì che in presenza di piogge violente e persistenti, il livello dell’acqua si innalzi in poco tempo e scorra velocemente e fragorosamente lungo le pareti di roccia che accelerano la corsa dell’acqua.

Testo e foto: Francesco Caputo (CEA Montescaglioso).


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