mercoledì 24 Aprile 2024

Mio fratello è figlio unico

mio fratello è figlio unicomio fratello è figlio unico

Devo essere sincero, non volevo andare a vederlo. Ma alla fine mi hanno convinto. Perchè non volevo andarci?

Le motivazioni erano semplicemente due.

La prima è che sono stanco di assistere a film sul tema “68 e dintorni”, un argomento direi largamente “spremuto”, usato e abusato.

La seconda era la presenza dell’ “affascinante” Scamarcio, che visto il ruolo di “sex symbol forzato” che gli hanno assegnato a tutti i costi, garantiva, a priori, un film di basso livello. Per intenderci Il classico filmetto di massa per portare le ragazzine starnazzanti al cinema.

Devo dire che in realtà il film è stato godibile, anche perchè il protagonista, che in realtà non è Scamarcio ma un brillante Elio Germano,  ha condito la storia con gesti e frasi davvero molto ironiche e scoppiettanti.

Il mio voto sul film rimane comunque abbastanza basso, un 6 scarso, in quanto a mio avviso era poco più di una fiction.

Carino e divertrente si , ma….non aveva assolutamente spessore nè come trama, a quanto pare il suo punto forte, nè tecnicamente. Sceneggiatura latitante, non ho visto una convincente evoluzione dei personaggi; spunti interessanti lasciati in secondo piano; e per finire frasi ad effetto ogni tanto un po forzate. Da registrare l’inspiegabile insistenza nello girare le scene con telecamera in spalla: stile non consono alla pellicola e comunque adusato.   

Ovviamente nell’esprimere il mio parere ho incontrato le critiche degli amici che erano con me, soprattutto di alcune mie amiche che osannavano la pellicola di Lucchetti come “intensa” e “coinvolgente”: a mio avviso erano semplicemente “raggirate emotivamente” dall’argomento del film e in più hanno confuso gli sguardi languidi “da figo” di Scamarcio per “bravura recitativa”.

Io ho trovato il film, in sostanza, abbastanza banale e tecnicamente mediocre. 

Il film è tratto “liberamente” dal libro di Antonio Pennacchi, Il fasciocomunista , e parla della storia di Accio, Elio Germano, che proviene da una famiglia di umili origini che, “scampato” dal seminario, attraversa le avventure classiche che si affrontano durante la crescita: l’ incontro con le ideologie, con le donne, il rapporto con la famiglia, il rapporto con il fratello Manrico , Riccardo Scamarcio (personaggio volutamente ingigantito da Lucchetti per creare la contrappossizione, in quanto di secondo piano nella veria storia), insomma il classico stile ormai consolidato del cinema italiano con avvenimenti che vanno dall’infanzia all’età adulta e voce fuori campo narrante e declinata al passato. Uno degli eventi che caratterizza sicuramente la vita di Accio è il passaggio dai camerati ai compagni….davvero singolare (anche se i nostri politici ormai lo fanno spesso), ma questo non deve essere preso come mancanza di carattere. Al contrario evidenzia la voglia di Accio di trovare una strada nella sua vita, un punto di riferimento forte che sia adeguato al suo modo “serio” e impegnato di prendere la vita e gli ideali. Deluso da una famiglia che non può dargli molto, tra un padre senza spina dorsale e una madre e una sorella che hanno occhi solo per il superficiale stronzetto di turno, Manrico. L’inspiegabile successo che riscuote Manrico è inoltre un’altro dato che non dà ad Accio punti di riferimento. Non capisce perchè il suo atteggiamento irresponsabile e da menefreghista possa pagare così tanto nella vita.

Ovviamente c’è anche una sbandata per la ragazza del fratello, trattata “a pezz” da piedi da Manrico ma ovviamente anche lei “schiava” del fascino da supermercato del bel rivoluzionario. Illusa continuamnete che lui cambierà, ignorando il sentimento sincero e più pulito che cova per Accio e che mai fa venire fuori.

Accio diventa fascista sotto l’ala protettiva di un nostalgico mussoliniano. Ben presto il partito si rivela una delusione. Capaci solo di picchiare, fanno latitare gli impegni sociali che Accio sente seriamente dentro di se. Ridicoli e grotteschi vengono ben presto abbandonati. Allora passa ai comunisti. Si trova a che fare con il fratello Manrico e i soliti tipi cresciuti a libri, canne, e rivoluzione. Gente che viene presa, e si prende, un po più sul serio rispetto ai camerati. Ma il risultato non cambia.

Anzi peggiora: si assiste ai primi vagiti del “brigatismo rosso” che arriverà quanche anno più tardi. 

 Il tutto si risolve in un colpo di scena finale.

Da segnalare la bravura dell’interprete di Accio “da piccolo”, non conosco il nome dell’attore ma è stato sicuramente il più convincente.  

Di interesse, questa la pongo come mia personalissima riflessione, il fatto di come la politica a volte possa separare amici, famigliari e addirittura fratelli, come avviene nel film. Visto il periodo elettorale, sarebbe un argomento interessante di cui chiacchierare. 

Buona serata


Commenti da Facebook

10 Commenti

  1. ciffo

    …caro corvo… come ben sai non mi trovi d’accordo sulla tua recensione. Molto prima che riuscissero a convincerti a portarti al cinema avevi già decretato quanto il film fosse scarso senza ancora averlo visto.
    Il film sicuramente non è un capolavoro…. ma è un bel film. Io consiglio a tutti di andare a vederlo perchè merita davvero! 2 ore che passano in fretta e piacevoli. Elio Germano e il bimbo (Populizio credo si chiami) sono fantastici e meritano da soli il prezzo del biglietto.
    La domanda è… ogni film deve per forza trattare tematiche con spessore e approfondendo? Forse usando come paragone un filmone come “La meglio gioventù” si può affermare che questo film è un filmetto…. ma da qui a considerarlo scarso! Una piacevole commedia che suscita parecchie riflessioni. E caro corvo… se sei qui a parlarne… tanto scialbo alla fine questo film non credo lo sia stato anche per te!
    Concordo con te che il film sarebbe davvero da consigliare a tutti gli idealisti della politica…

    1. michela

      olà! grazie per aver inserito questo post .. l’avrei voluto fare io ma mi è sfuggito. dopo i ringraziamenti ATTENZIONE che arrivano polemiche a valanga!!!!!!!!……. riscrivo le tue testuali parole e sottolineo quelle per cui ti vorrei mangiare in un solo boccone, rigirare la poltiglia e sputacchiare:-)!!!: “..Carino e divertrente si , ma….non aveva assolutamente spessore nè come trama, a quanto pare il suo punto forte, nè tecnicamente. Sceneggiatura latitante, non ho visto una convincente evoluzione dei personaggi; spunti interessanti lasciati in secondo piano; e per finire frasi ad effetto ogni tanto un pò forzate. Da registrare l’inspiegabile insistenza nello girare le scene con telecamera in spalla: stile non consono alla pellicola e comunque abusato. Ovviamente nell’esprimere il mio parere ho incontrato le critiche degli amici che erano con me, soprattutto di alcune mie amiche che osannavano la pellicola di Lucchetti come “intensa” e “coinvolgente”: a mio avviso erano semplicemente “raggirate emotivamente” dall’argomento del film e in più hanno confuso gli sguardi languidi “da figo” di Scamarcio per “bravura recitativa”. Io ho trovato il film, in sostanza, abbastanza banale e tecnicamente mediocre….”

      se non ti conoscessi ti direi:”ma che ti sei fumato”?

      per me è tutto il contrario di quello che scrivi: per quanto riguarda la trama lo spessore c’è tutto e come, forse io direi poco originale visto che di rapporti tra fratelli e politica ne abbiamo avuto già con “La Meglio Gioventù”, ma qui, devo dire, che non è neanche l’argomento principale nonostatnte il titolo e le locandine.. nessuno spessore tecnicamente parlando?sceneggiatura inesistente?ma pazziamo?telecamera a spalla: stile non consono alla pellicola?ma che corso di regia hai seguito?sono perfette quelle scene per questo tipo di pellicola, sono di una poesia tecnica incantevole!

      gli sguardi languidi dello Scamercio?ma perchè c’era Scamarcio in quel film? mi sa che ne sei rimasto più affascinato tu delle tue amiche visto che ne parli.

      in questo film risulta assolutamente neutro , è un attore come gli altri in questa pellicola…la scelta, per quanto rischiosa vista la notorietà latinloveresca dello stesso, era adeguata al personaggio esteticamente e moralmente..assomiglia tanto a qualche sinistrello che conosco!! piuttosto io parlerei di una grandissima Angela Finocchiaro, la madre dei fratelli. semplicemente superlativa. e che dire di Luca Zingaretti ?convincentissimo.. ricordo quanto sia difficile scrollarsi di dosso un ruolo come quello di Montalbano, ma del resto avevamo avuto prova di questa sua capacità già con “Alla luce del sole” qualche anno fa. e della nuova e incoraggiante scoperta ad un pubblico più vasto di Elio Germano?

      Altro che cast di bellocci che non sanno recitare!

      Il film io non l’ho neanche letto in chiave politica, vorrei ricordare che c’è anche la Chiesa e la Famiglia tra i valori e le esperienze trattate, ma piuttosto come un film sulla difficoltà del crescere, sulla necessità di avere punti di riferimento, ideali in cui credere, valori da condividere e rispettare, ma, soprattutto, durante la crescita, avere anche la capacità del senso critico che porta continue lotte interne e ferite educative.

      la conclusione del film ha come obiettivo la rimarcazione dell’autonomia del pensiero e la libertà della crescita interiore tutta personale e assolutamente intima, svincolata da luoghi comuni e imposizioni fasulle, unica forza capace di esprimrsi in forme efficaci, non violente e realmente utili alla società.

      è un film assolutamente da consigliare.  

       

      topobiche_81

      1. Cinzia

        Michela, concordo in pieno con te.
        Il film mi è piaciuto. Ho apprezzato una brava Angela Finocchiaro ed uno strepitoso Elio Germano. Una rivelazione. E’ stato semplicemente VERO. Non sembrava stesse recitando. Era Accio. Scamarcio, invece, bravo, ma senza eccellere più di tanto. Sarà per un ruolo che tutto sommato è risultato meno carismatico di quanto ci si aspetti da un giovane attivista degli anni ’70, sarà perchè il tentativo di parlare il dialetto ciociaro non gli è riuscito del tutto (alcune inflessioni sono e rimangono pugliesi). Nel complesso un film ambientato in un contesto un po’ stereotipato (i “politicizzati” anni ’70) ma ruotante intorno ad un personaggio interessante, in evoluzione, con cui si entra subito in contatto, apprezzandone la strafottenza, l’idealismo, la crescita. L’ambientazione nella provincia italiana rende il film più autentico, richiama atmosfere e paesaggi che ci appartengono. Questo è forse ciò che me lo fa apprezzare di più.

      1. vince_ditaranto

        E’ proprio vero quello che dicono…. ormai Cannes è una rassegna di basso livello :wink:!!!

        Fare i complimenti a Lucchetti per la sua “piacevole storiella della buona notte” è un conto….farli 10 minuti di standing ovation mi sembra un po eccessivo!!!

        Non è che Lucchetti ha pagato la platea :smile:…..???

    1. Cinzia

      Falco,
      mi perdonerai se ti rispondo con abbondante ritardo, ma dato il clima, puoi capire che le energie sono tutte concentrate altrove.
      Hai ragione, il film è da vedere, soprattutto dopo aver letto la recensione di Corvo 😉 …
      Purtroppo a Monte lo hanno già dato!
      Ti tocca aspettare il dvd!
      Ciao
      Cinzia

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