Tiriamo le somme

I video dei comizi sulla campagna elettorale per le amministrative appena chiusa sono, specialmente per chi vorrà in futuro occuparsi della storia di Monte, una fonte di importanza primaria.
Questo tipo di documentazione fornisce infatti molto più elementi conoscitivi delle tradizionali carte poiché permette una lettura a più livelli del modo di essere e di pensare dei candidati.Soprattutto della loro idea del pubblico e di quelle che ritengono possano essere le battute giuste per portarlo dalla propria parte, ma anche dello stacco, più o meno grave, fra l’immagine di sé che propongono e quella che arriva -filtrata dall’orientamento di ognuno- agli uditori.
Un aspetto, a mio avviso, significativo di questa campagna è stata la caduta di stile che si è avuta man mano che ci si è avvicinati alla scadenza elettorale. Mi riferisco al menare le botte cioè all’alludere alle “colpe”, vere o presunte, dell’avversario che si faceva nel momento stesso in cui si negava di volerlo fare.
Personalmente trovo più onesto accusare a viso aperto chi si ritiene abbia delle colpe.

Vari utenti su questo sito hanno più o meno affermato che il comizio è il momento classico dello smercio di balle. Non sarei così drastico. Inviterei tuttavia chi voglia riflettere su questa classica forma di comunicazione messa in crisi dalle attuali tecnologie, a riflettere sul valore che la piazza –l’occupare, il riempire la piazza- conserva in comunità come la nostra.
Secondo me nessuno decide per chi votare ascoltando un comizio, ma questo non vuol dire che i comizi siano inutili. Sono una prova di forza, un modo per incoraggiare i propri sostenitori, intimorire gli altri e contarsi.

Adesso, a pochi minuti, dalla rivelazione dei risultati, credo che ognuno possa dire senza più preoccuparsi di apparire fazioso che impressione ha avuto dai vari comizi. Io ne commenterò qualcuno, mi piacerebbe non essere il solo a farlo.


Commenti da Facebook

1 Commmento

  1. Cinzia

    Ciao Cristoforo,
    anch’io avevo pensato a qualcosa di simile, non per scatenare delle futili polemiche, ma per “analizzare” l’impatto che questa forma di comunicazione può aver avuto sulla popolazione che li ha seguiti.
    E’ vero che un comizio non ti fa scegliere quale lista votare, ma può fare da ago della bilancia in caso di indecisione.
    Fino ad ora non avevo mai seguito con interesse questi momenti nella vita politica del paese e non sapevo quali emozioni contrastanti potesse suscitare un discorso da quel palco. A prescindere dalla scelta compiuta in cabina elettorale, ci sono stati dei candidati che hanno saputo fare leva forse più sul pathos, come dice LomFra, che sui contenuti e che dal punto di vista dell’impatto emotivo, hanno centrato l’obiettivo.
    Tu quale pensi sia stato il comizio più “efficace” dal punto di vista della comunicazione?
    P.S. Appena avrò modo, ti risponderò sulla questione dei corsi di italiano per stranieri.
    Ciao
    Cinzia

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