BUSH E I GAS SERRA

NOTIZIA CHE SI COMMENTA DA SOLA,

MENTRE IN TUTTO IL MONDO SI LEVA UNANIME LA DENUNCIA PER GLI EFFETTI DISASTROSI CHE SI AVREBBERO SULLA TERRA PER EFFETTO DELL’INNALZAMENTO DELLA TEMPERATURA A CAUSA DELL’EFFETTO SERRA, BUSH ANCORA UNA VOLTA RIFIUTA DI FIRMARE UN PROTOCOLLO PER LA RIDUZIONE DELLA IMMISSIONE NELL’ARIA DI GAS SERRA.

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4 Commenti

  1. piovasco

    Il mio commento è questo: gli Stati Uniti sono uno stato federale e come dimostra il tanto vituperato repubblicano Schwarznegger spesso all’avanguardia nell’impegno per l’abbattimento delle immissioni di inquinanti in atmosfera anche senza la firma di un protocollo internazionale.

    Di altri stati che gestiscono autonomamente la legislazione in materia di ambiente non si sa perchè non se ne parla.

    Noi europei, che invece siamo sempre pronti a bacchettare gli altri, firmatari di tutti i protocolli possibili e immaginabili siamo poi allo stesso tempo anche i primi a disattenderli.

    Ricordiamoci sempre che anche la situazione dei rifiuti in Campania e in altre zone d’Italia va inquadrata con la cattiva gestione delle politiche ambientali. Eppure il protocollo di Kyoto l’abbiamo firmato.

     

    è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…

  2. gianni

    Caro tm, un esperto di nome Steven Schneider durante gli anni 70 ha detto che il mondo si stava raffreddando e che il pericolo di una nuova era glaciale era imminente. Stesso dicasi di un gruppo di scienziati riunitosi il 30 ottobre 1973 che preuccupati dall’avanzamento dei ghiacciai alpini sentenziarono la stessa cosa. Per tutti le responsabilità erano delle immissioni di gas provenienti dalle attività industriali. Che strano prima l’inquinamento faceva raffreddare la terra e adesso la fa surriscaldare. Clamorosamente lo stesso Steven ai giorni d’oggi dice che bisogna ridurre l’inquinamento perchè la terra si sta surriscaldando. Forse il nostro clima si comporta come il nostro Mastella con un piede in due scarpe?

    Certo si Bush deve credere a queste persone, non può assolutamente dubitare di loro, vero tm? Quei bastardi americani pensano solo ai soldi ed inquinano l’ambiente, non sono come noi Europei sani ed equilibrati e rispettosi dell’ambiente solo perchè abbiamo firmato il trattato di Kyoto. E si a volte basta firmare un documento per essere considerati buoni, che importa se poi non rispettiamo lo stesso protocollo di Kyoto ( come fatto notare da cammellissimo ), l’importante è definirci ambientalisti anche se non lo dimostriamo vero?

    Pretendiamo che stati seri come gli Sati Uniti devono seguirci sulla nostra strada fatta di ipocrisia assoluta. Bisogna firmare quel documento anche se nello stesso documento si dice che se ci fosse un completo rispetto degli accordi di Kyoto questo non avrebbe alcun impatto discernibile sul clima, indipendentemente da quel che si crede sul clima.

    Come possiamo pretendere di essere credibili? come possiamo pretendere la firma su un documento che non è neanche credibile per chi lo ha fatto? Caro tm, io preferisco la cattiveria di Bush all’ipocrisia dell’Unione Europea. 

     

  3. Rino
    Ebbene credo proprio che in America la mettano su questo piano.. Una svolta dal punto di vista ecologico richiederebbe un dispendio di risorse, che per loro è meglio destinare alla causa militare o aerospaziale.. Finche’ non c’è un pericolo concreto, gli U.S.A. continueranno a sfruttare la propria supremazia, che gli permette di resistere alle pressioni che vengono fatte dall’Unione Europea e da altre organizzazioni. E’ cosi’ in tutto, dalla Globalizzazione alle “irrinunciabili” guerre.. L’Uragano Katrina, a quanto pare non ha fatto riflettere abbastanza.. Forse perche’ non si puo’ dichiarare guerra al cielo..
    1. tm

      -Il livello dei mari si sta innalzando a causa dell’ espansione termica delle acque (causa principale) e del ritiro dei ghiacciai : l’ incremento durante il 20° secolo è stato di 20-30 centimetri. 

      Le proiezioni dell’ andamento climatico globale fino al 2100

      Le proiezioni dell’ IPCC, effettuate con metodi molto migliorati rispetto al passato, indicano forti incrementi della concentrazione di CO2  nell’ atmosfera dovute alle attività umane, con notevoli  conseguenze climatiche  : 

      Aumento della temperatura superficiale globale media da 1,4 a 5,8 °C  nel periodo 1990-2100 : anche la velocità di riscaldamento dovrebbe aumentare rispetto al 20° secolo. 
      Il riscaldamento dovrebbe essere più pronunciato in alcune aree del pianeta (parte nord del Nord America, Asia del Nord e centrale).

      -Ondate di calore, siccità, suoli più aridi. 
      -Evaporazione dell’ acqua più intensa, con più energia nell’ atmosfera : tempeste, tornadi, uragani più violenti e frequenti.
      -Continuerà l’innalzamento del livello dei mari: sono possibili erosioni delle spiaggie di sabbia ed inondazioni di popolose aree costiere (delta del Nilo, Bangla Desh) e  piccole isole ( in particolare sono minacciati gli atolli del sud Pacifico).
      -Più facile trasmissione di alcune malattie infettive, fra cui malaria e febbre gialla

      Quanto dureranno i cambiamenti climatici ?

      Le emissioni dei gas serra più persistenti (biossido di carbonio, protossido di azoto, perfluorocarburi) hanno un effetto duraturo sul clima : per es., parecchi secoli dopo che avvengono le emissioni di CO2, circa un quarto di esse permane nell’ atmosfera.
      Dopo una ipotetica stabilizzazione della concentrazione dei gas serra, le temperature medie globali superficiali ed il livello dei mari continuerebbero ad innalzarsi per centinaia di anni , a causa del grande ritardo con cui il profondo oceano segue il cambiamento climatico.

      Cosa si ha intenzione di fare contro l’effetto serra ?

      • Occorre notare che, sulla reale pericolosità del riscaldamento globale, non vi è concordanza di opinioni: alcuni scienziati tendono ancora ad essere scettici ( vedi uno dei siti segnalati); 
        ad esempio viene sottolineato il fatto che non sia stato dimostrato un riscaldamento di tutto il continente antartico  e si evidenziano lacune nei modelli climatici usati dall’ IPCC.

      • Per limitare l’ effetto serra sono state suggerite alcune azioni :

        • – Risparmio energetico ; uso di energia da sorgenti rinnovabili (solare, eolico, idroelettrico, geotermico, biomasse) o, fra i combustibili fossili, preferenza al gas naturale rispetto al petrolio o al carbone (la combustione di metano  genera  meno biossido di carbonio a parità di energia prodotta).

        • – Eliminazione graduale dei clorofluorocarburi ( vedi pagina sullo Strato di ozono ); riduzione degli altri gas serra 

        • – Riduzione della deforestazione

      Il Protocollo di Kyoto

      Si tratta di un accordo internazionale, sottoscritto nel 1997 da 84 Paesi, che indica gli obiettivi per la riduzione  dei gas ad effetto serra. Il Protocollo è stato ratificato da 146 Paesi ( ma non dagli USA ) ed è entrato in vigore nel Gennaio 2005. Viene fissata per i paesi industrializzati una diminuzione del 5% in media ( 6,5% per l’ Italia) entro il 2012,  rispetto ai loro livelli di emissione del 1990. 
      Poichè l’ attuale tendenza è di un aumento notevole delle emissioni, la riduzione del 5% sarebbe un grande risultato ( i Paesi sviluppati dovrebbero ridurre le loro emissioni anzichè  incrementarle decisamente ), comunque non sufficiente a fermare l’ aumento di temperatura.

      Quali gas e quali paesi

      L’ accordo riguarda sei gas ad effetto serra : biossido di carbonio, metano, protossido di azoto, perfluorocarburi, idrofluorocarburi ed esafloruro di zolfo ; prevede limiti alle emissioni di  39 paesi (quelli relativamente più sviluppati), fra  cui, in ordine di emissioni discendente:

       USA 
       Unione Europea (15 paesi)
       Russia
       Giappone
       Canada
       Polonia 
       Bulgaria e altri paesi Est Europei
       Svizzera
       Norvegia

      Nota

      I CFC, clorofluorocarburi, non sono menzionati dal protocollo di Kyoto perchè la loro limitazione è già prevista nel  Protocollo di Montreal 

      Gli USA – lo stato che inquina di più l’ atmosfera con il 36% di emissioni di  anidride carbonica del 1990- e l’ Australia – con una grande industria carbonifera- non ratificheranno il Protocollo, che è stato invece approvato da Unione Europea, Russia, Giappone, Canada, Polonia ed altri paesi, che rappresentano insieme il 61,6% delle emissioni.

       

      I meccanismi di flessibilità

      Per raggiungere gli obiettivi indicati a Kyoto, possono essere utilizzati strumenti che intervengono sui livelli di emissioni di gas a livello locale, nazionale o transnazionale.

      Il protocollo prevede tre strumenti :

      – Emission trading (commercio delle emissioni) : le foreste piantate dopo il 1990 vengono considerate depositi di carbonio, e vengono riconosciuti crediti che sostituiscono i tagli alle emissioni. Possono essere anche riconosciuti come crediti progetti per sfruttare energie rinnovabili ( solare, eolico, biomasse), o miglioramenti degli attuali sistemi di generazione dell’ energia.
      I Paesi relativamente sviluppati possono acquistare e vendere permessi di emissione, per ridistribuire nel modo più economico fra i vari Paesi e fra imprese le quote di emissione concordate. Lo Schema di Commercio delle Emissioni dell’ Uninone Europra è il più grande sistema multinazionaledi commercio delle emissioni di gas serra nel mondo. E’ iniziato nel Gennaio 2005 e tutti e 25 gli stati membri vi partecipano.
      -Joint Implementation (Implementazione congiunta)  e Clean Development Mechanism (Meccanismo per uno sviluppo pulito) : Consentono di realizzare la riduzione delle emissioni in Paesi Terzi, dove i costi di abbattimento sono più bassi.

      Le misure di flessibilità vengono considerate supplementari rispetto alle azioni domestiche.
      Secondo l ‘ UNCC ( United Nations Climate Change Secretariat ), i Meccanismi di Sviluppo Pulito (CDM) innescati dal Protocollo di Kyoto ridurranno le emissioni ( entro la fine del 2012) per più di un miliardo di tonnellate : “E’ ora evidente che il Protocollo di Kyoto sta dando un contributo significativo verso lo sviluppo sostenibile nei Paesi Emergenti”. ( Comunicato stampa UNFCC , Giugno 2006 )

      Critiche al Protocollo di Kyoto

      La critica fondamentale riguarda l’ efficacia dell’ accordo : perfino una piena implementazione del Protocollo avrebbe un impatto limitato, nonostante i costi elevati; in ogni caso occorre prepararci ad un certo livello di cambiamento climatico. 

      Una seconda critica viene principalmente dagli USA, ed è relativa al fatto che praticamente nessun sacrificio viene richiesto ai Paesi in via di sviluppo : questo in seguito all’ accoglimento del cosiddetto Principio di Responsabilità (secondo cui i Paesi che hanno maggiormente contribuito ai livelli attuali di concentrazione dei gas devono essere i primi a sostenere i costi ed a ridurre le emissioni).

      Altre critiche riguardano i meccanismi di flessibilità, che vengono visti con un certo sospetto. Per esempio, essi non considerano  “debiti” di carbonio dovuti alla distruzione di foreste esistenti, ma solamente  “crediti” per quelle piantate dopo il 1990. Recentemente si è tuttavia formato un mercato spontaneo per i permessi di emissione, soprattutto da parte di industrie Nordamericane.

       

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