Birmania: ennesima tragedia di serie B

Come si fa a sparare contro un monaco buddista? Come si fa a sentire in TV dell’arresto di 850 monaci in protesta non violenta contro un regime militare che attanaglia da anni la Birmania e non indignarsi? Come si fa a sopprimere nel sangue una manifestazione che è più un coro di preghiere e canti, che non si connota dei soliti slogan politici, che inonda le strade di un fiume di pace e colori? Come fa l’ONU a non stabilire sanzioni per la giunta militare del Myanmar, limitandosi a condannare ogni violenza contro i dimostranti pacifici?

Siamo in Birmania. Stavolta non possiamo dare la colpa agli americani, non abbiamo interessi economici, la Cina vicina dice no a misure drastiche contro il regime, da tempo questo stato è cancellato dal mappamondo dei turisti alla ricerca di esotismo nei paesi asiatici.

Che muoiano pure i bonzi. Che rimanga dietro quel cancello Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace nel 1991, leader del movimento non violento contro la dittatura militare, agli arresti domiciliari da 12 anni. Oppure se ne tornino nei monasteri, i disobbedienti monaci, a meditare in silenzio e ad osservare gli insegnamenti buddisti.

Il Budda ha detto: Sii padrone delle tue parole, sii padrone dei tuoi pensieri, non nuocere ad alcuno con il corpo. Quando queste tre vie sono aperte, raggiungi il cammino insegnato dai saggi.

Non è forse questo un insegnamento del Budda?

Certo, ma noi occidentali, detentori della democrazia e della civiltà, non sappiamo che farcene… Per noi i bonzi rimangono pittoreschi omini vestiti di ruggine e zafferano lontani anni luce geograficamente, culturalmente, umanamente.


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3 Commenti

  1. tm

    cara cinzia, ieri sera pensavo io di inserire un commento sulla Birmania, ma sono contento che lo abbia fatto tu.

    Difronte a scene come quelle che siamo costretti ad assistere, la protesta pacifica dei monaci buddisti, la solidarietà della popolazione che con due ali di folla a creare una cintura intorno ai monaci quasi a volerli proteggere, la televisione di stato che continua a ripetere che chi protesta è contro il popolo, la quasi totale assenza di posizioni ferme da parte dei potenti del mondo, e l’eccidio sotto il piombo assassino di una dittatura militare che come tutte le dittature usa la repressione con il sangue per affossare qualunque richiesta di democrazia, si resta ammutoliti e con un senzo di rabbia e frustrazione per la nostra impotenza ad essere di minimo aiuto a quei monaci che chiedono rispetto e libertà per il popolo birmano.

    La storia si ripete, come in kurdistan, in angola, in tanti paesi del centr’africa e in tutti quei posti dove non c’è petrolio, o diamanti o minerali da andare ad arraffare, i vari saddam potranno continuare imperterriti ad ammazzare popolazioni inermi, a negare diritti, ad esercitare poteri a proprio ed esclusivo piacimento senza paure di alcuna ritorsione, perchè tanto ai vari Bush, Putin, Blair o D’Alema non importa un fico secco.

    La vita di popoli da proteggere si misura solo in barili di petrolio, e chi non ne ha farebbe bene a starsene buono e a non avanzare richieste di democrazia, perchè tanto i democratici occidentali pensano solo alla democrazia delle proprie tasche.

    Dove sono gli eserciti portatori di pace nel mondo?

    e quelli pronti agli scioperi della fame per i cosiddetti diritti civili, sono per caso ciechi difronte a tali tragedie?

    A noi tutti le dovute considerazioni.

    la mia è che esistono popoli di serie A, di serie B, del terzo mondo e poi ci sono anche quelli che a questo mondo non appartengono per niente.

    ciao a tutti tm

  2. gianni

    Ciao Cinzia,

    hai fatto bene a scrivere questo post. Concordo con tutto quello che dici. Comunque penso che l’ONU può fare moltodi più di quello che sta facendo. Purtroppo credo che con il passar del tempo ha sempre meno credibilità ed a volte mi chiedo veramente quanto sia utile una istituzione del genere.

    Addirittura in difesa dei monaci è sceso in campo anche Bush, mentre l’ONU non ha, come hai detto, neanche il coraggio di sanzionare questi interventi.Comunque non è la prima volta che noi occidentali chiudiamo gli occhi. Forse nessuno ricorda la cecità dell’ONU nei confronti del Darfur. Con cinquantamila cristiani massacrati in meno di due anni, l’ONU invece di parlare di genocidio si limita a distribuire cibo ai profughi. Non parliamo dell’ Unione Europea che sempre in quell’occasione parla di una situazione complessa. Guai a nominare la parola genocidio.

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