Mostra su S. Biagio.

S. Biagio: l’Abruzzo incontra la Basilicata.

Mostra ed allestimenti dedicati al culto di S. Biagio in Abruzzo tra arte, storia e tradizione ed alla presenza di riti, tradizioni ed architetture rierite al Santo in Basilicata. Un viaggio nella religiosità popolare e nelle tradizioni della società agropastorale, seguendo il filo conduttore di uno dei culti più antichi del Cristianesimo. Aperta dal 22 giugno all’8 Luglio 2008. Orario : 10,00 / 13,00 e 15,00/18,30. INFO tel. 334.8360098.

Le foto dell’allestimento nell’Abbazia di Montescaglioso.

L'altare di S. Biagio. I pani ed i dolci di S. Biagio.

L'allestimento.  La cardatura della lana.  Incipit La statua di S. Biagio a Montescaglioso (chiesa delle Donne Monache)

Organizzata da:

Allestimenti e ricerche per l’Abruzzo:

Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico dell’Abruzzo. 

Allestimenti e ricerche per la Basilicata 

Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso.

Idea-progetto

Comune di Montescaglioso: Assessorato al Turismo.

Ufficio stampa:

Parco Murgia Materana.

 

La pagina del sito web del CEA dedicata all cappella di S. Biagio a Montscaglioso.

https://www.montescaglioso.net/node/1801 

La scheda di presentazione della mostra preparata dai funzionari della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico dell’Abruzzo.

San Biagio in Abruzzo tra Storia Arte e Tradizioni

                La Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per l’Abruzzo, nell’ambito di un progetto finalizzato allo studio dei santi che caratterizzano il calendario dell’anno, ha realizzato il volume San Biagio in Abruzzo tra Storia Arte e Tradizioni, edito dalla Casa Editrice “Rocco Carabba” di Lanciano (Ch), presentato a L’Aquila  il 19.06.2007.

                La pubblicazione  ha consentito di approfondire la conoscenza di San Biagio che, come è noto, ha generato uno dei culti più antichi e diffusi nella devozione popolare, e di seguire la straordinaria espansione del culto nella regione attraverso le sue molteplici espressioni, dall’architettura all’arte figurativa, dalle tradizioni ai suggestivi rituali, dal ricco patrimonio orale ai cibi sacrali. 

                Nell’occasione, al fine di favorire la propagazione più capillare dei risultati acquisiti e di restituire brani di memoria e di vissuto alla comunità che tali espressioni ha prodotto, ha organizzato una mostra fotografica itinerante con le immagini più significative del volume stesso e una interessante esposizione di pani e dolci sacrali legati al culto di San Biagio e di altri santi.        

                La manifestazione è stata ospitata da giugno 2007 al 31 aprile 2008  in varie località abruzzesi:  L’Aquila (Aq), Monteodorisio (CH), Pollutri (CH), Lanciano (CH), Penne (PE), Sulmona (AQ), Teramo (TE), Vittorito (AQ), Guardiagrele (CH), Castiglione a Casauria (PE), Tempera (AQ) con prenotazioni già concordate per i prossimi mesi.

                Successivamente ha varcato i confini della regione per incontrare la Basilicata e dal 2 al 31 maggio 2008 è approdata nella splendida cornice  di Maratea (PZ), epicentro del culto nell’Italia meridionale, all’interno delle suggestive festività annuali in onore del santo, e dal 22 giugno all’8 luglio 2008 è presente nella prestigiosa Abbazia di San Michele Arcangelo a Montescaglioso (MT), importante centro storico-culturale del materano.

                L’incontro tra le due regioni costituisce un evento di grande rilievo poiché  consente la conoscenza e lo scambio tra due popoli diversi eppure uniti da comuni matrici culturali, nel caso specifico dalla devozione per il santo armeno,  favorisce  uno stimolante confronto tra le rispettive realtà sociali economiche, culturali, antropologiche, e  assume anche  significati che vanno ben oltre l’iniziativa in sé configurandosi quale momento di apertura e di dialogo interculturale e  di acquisizione di maggiore consapevolezza delle rispettive identità e specificità territoriali, elementi di grande attualità in un momento storico inesorabilmente proiettato verso la globalizzazione e l’uniformità culturale.

La mostra

                Si compone di circa 40 pannelli fotografici e una variegata  esposizione di pani e dolci sacrali legati  al culto di San Biagio e di altri santi.

                La sequenza prende avvio con una nota di  presentazione sulle ragioni della mostra e sul personaggio San Biagio (vedi immagine  n. 1).

                Due punti focali sono rappresentati dallo ‘scardasso‘ ( n. 1A), attrezzo  per la cardatura della lana usato come   strumento di martirio del santo,  e dalla ricostruzione di un  altare (n. 1B),  dove sono posizionati oggetti  e simboli rituali più diffusi in Abruzzo, quali le candele incrociate, olio, piume, pani, grano, frutti, ecc. 

                Seguono una cartina dell’Armenia, terra d’origine del santo, e una mappa dell’Abruzzo che  visualizza la diffusione del culto attraverso la localizzazione di edifici sacri, opere d’arte, consumo di pani sacrali  e tradizioni  particolari, evidenziati con simboli cromatici e una opportuna legenda.  I dati sono desunti da una cospicua quantità di schede di catalogazione raccolte nel corso della pluriennale attività di schedatura condotta dalla Soprintendenza PSAE sul territorio della regione, dall’Annuario  della Regione Ecclesiastica Abruzzese-Molisana e da ricognizioni sul campo nei comprensori territoriali di Chieti, Pescara, Teramo e L’Aquila.

                Le diramazioni cultuali rilevate in mappa palesano  in primo luogo  il legame tra l’itinerario del culto di S. Biagio e le vie della transumanza. Infatti, i fili invisibili che uniscono le varie località in cui si registrano segni devozionali per il santo di Sebaste sembrano collimare con gli itinera callium, le grandi vie erbose che attraversavano l’Abruzzo per raggiungere le terre di Puglia, dal Tratturo Magno, che partendo da L’Aquila con vari raccordi si spinge verso Foggia, al tratto che dall’Alto Vomano discende lungo il litorale adriatico e si ricongiunge col grande tratturo a Lanciano, fino al circuito che, partendo da Pescasseroli, attraversa il Parco Nazionale d’Abruzzo.

                I percorsi fluviali, in particolare il Vomano, l’Aterno-Pescara, l’Aventino e il Sangro, mostrano un ulteriore concentrazione devozionale.  Essi, infatti, rappresentano, con le diramazioni tratturali e i percorsi litoranei, le vie più accessibili per penetrare all’interno del territorio e aprono la strada anche agli insediamenti di importanti complessi benedettini, che influenzano la vita delle comunità abruzzesi e promuovono attivamente il culto sanbiagino. La presenza dell’acqua diventa inoltre un elemento fondamentale per fissare una sede stabile e per avviare diverse attività produttive come i lanifici e i mulini che trovano in San Biagio il protettore privilegiato.

                Il percorso   prosegue con immagini di alcune chiese individuate  sul territorio per antichità e valore storico-artistico(nn. 4-5). Esse risultano attestate in ogni parte della regione, e sovente accompagnano al pregio   monumentale un ricco e variegato patrimonio di opere d’arte.

                Le più antiche si collocano tra l’XI e il XIII secolo. Tra le tante si annoverano quelle di Lanciano (Ch), Taranta Peligna (Ch), Colledimezzo (Ch), Ortona (Ch), Tempera (Aq), Goriano Sicoli (Aq), Montorio al Vomano (Te), Lecce dei Marsi (Aq), Cappadocia (Aq), Cellino Attanasio (Te), Canzano (Te), Rocca Santa Maria (Te).

                Seguono le riproduzioni di opere pittoriche dal XV-XVI (n.6) al XVIII secolo (n. 7), le prime sono  scelte tra  le più antiche e pregevoli della regione, le altre come testimonianza dei soggetti pittorici  più reiterati.  Cospicuo e variegato anche il repertorio iconografico di statue  (nn. 8-9),   busti  (n.10), e reliquiari (n.11),  di epoca, forma e materiali differenti, a cui si alternano testimonianze di  feste, tradizioni e rituali  più caratteristici (nn. 12-13).

                Un particolare rilievo viene offerto alla festa di San Biagio a Taranta Peligna dove si preparano secondo un antico e partecipato cerimoniale le Panicelle, pani che riproducono quattro dita distese di una  mano  (nn.17-18), una forma  che si discosta dalle altre tipologie di pani e dolci registrate in Abruzzo che con variazioni d’impasto e decorazione seguono generalmente forme circolari  e sono chiamate ciambelle, taralli, pagnottelle, panette, ecc. Di esse viene offerta una interessante rassegna (nn. 14-15-16- 19-20-21), sufficiente per comprendere la ricchezza e varietà della fantasia e della devozione popolare. Il pane, da sempre alimento fondamentale dell’uomo, si trasforma da semplice cibo in simbolo, parola, segno, nutrimento materiale  spirituale: Benedici o Signore questi pani affinché chi ne abbia mangiato o gustato ottenga completamente guarigione da ogni mal di gola e da qualsiasi infermità corporale e noi, tuoi servi, conservi sani da ogni malattia dell’anima e del corpo, per i meriti e l’intercessione del martire San Biagio.

                Una piccola antologia di aneddoti, leggende, historiolae, canti, proverbi, terapie magico-religiose, filastrocche, preghiere intercala la sequenza iconografica. Alla venerazione di San Biagio, infatti,  si accompagna anche un ricco patrimonio spirituale, che non ha fisità e tangibilità, ma costituisce la testimonianza più vera del popolo, in quanto rivelatore della sua anima, del suo mondo interiore e del suo pensiero più intimo e profondo. È un mondo che ormai vive soltanto nei ricordi dei suoi ultimi protagonisti, destinato a perdersi per sempre se non ci sarà qualcuno pronto a raccoglierlo come un bene prezioso, come memoria e identità di ognuno e di tutti.    

                Ai suddetti pannelli, che costituivano l’assetto originario della mostra,  se ne aggiungono altri realizzati dai vari paesi che hanno ospitato la mostra, ognuno dei quali  pone  in evidenza le peculiarità del luogo e del culto. Nell’itinere l’esposizione si è arricchita anche di immagini e pani sacrali relativi ad altri santi.


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