Ideologia (meditazioni sul vivere)

 «Tutto questo parlar di psicologia, dell’intimo meccanismo della mente è una perdita di tempo; la gente ha bisogno di lavoro e di pane. Non sviate deliberatamente, per caso, chi vi ascolta, quando è ovvio che è dalla situazione economica che si deve cominciare? Ciò che dite può essere efficace alla fine, ma a che serve tutta questa teoria quando la gente muore di fame? Non potete pensare o fare nulla se non avete la pancia piena.»Si deve naturalmente avere qualcosa nel ventre per poter tirare avanti; ma perché ci sia cibo per tutti occorre una rivoluzione fondamentale nei nostri metodi di pensiero, onde l’importanza di cominciare dal fronte psicologico. Per voi, un’ideologia è di gran lunga più importante della produzione di cibo. Voi potete magari parlare della necessità di nutrire il povero e di occuparsi di lui, ma non vi interessano molto le idee, le ideologie, non è vero? «Ci interessano, invece; ma un’ideologia è solo un mezzo di unire insieme la gente per un’azione collettiva. Senza un’idea non vi può essere azione collettiva; l’idea, il piano vengono prima e poi segue l’azione.»Dunque anche voi vi preoccupate innanzi tutto dei fattori psicologici, dai quali quella che voi chiamate azione deriverà poi. Non volete dire, allora, che parlare dei fattori psicologici sia deliberatamente sviare la gente. Ciò che volete dire è che voi avete la sola ideologia razionale, perciò a che scopo ragionare ulteriormente? Voi volete agire collettivamente per la vostra ideologia, ecco perché dite che ogni ulteriore considerazione sul processo psicologico è non soltanto una perdita di tempo, ma anche una deviazione dall’argomento principale, che è l’istituzione di una società senza classi col lavoro per tutti, e così via. «La nostra ideologia è il risultato di un’estesa analisi storica: è la storia interpretata secondo i fatti; è un’ideologia basata sui fatti, non come le credenze superstiziose della religione. La nostra ideologia ha dietro di sé l’esperienza diretta, non mere visioni e illusioni.»Le ideologie, o dogmi, delle religioni costituite sono esse puri basate sull’esperienza, forse quella di colui che ha diffuso gli insegnamenti. Esse pure si fondano su fatti storici. La vostra ideologia può essere il prodotto di studi, confronti, dell’accettazione di certi fatti e del rifiuto di altri, e le vostre conclusioni possono essere il risultato dell’esperienza; ma perché respingere le ideologie degli altri come illusorie, quando esse pure sono il risultato dell’esperienza? Voi raccogliete un gruppo di persone intorno alla vostra ideologia, come altri fanno attorno alla loro; voi volete azione collettiva, e così fanno gli altri in un modo diverso. In ogni caso, quella che voi chiamate azione collettiva scaturisce da un’idea; vi stanno a cuore delle idee, positive o negative, perché ne derivi l’azione collettiva. Ogni ideologia ha dietro di sé l’esperienza, soltanto voi confutate la validità dell’esperienza loro, ed essi confutano la validità della vostra. Dicono che il vostro sistema non è pratico, che esso porterà alla schiavitù e così di seguito, e voi li chiamate guerrafondai e dite che il loro sistema deve inevitabilmente portare al disastro economico. Così tanto voi quanto gli altri mirate alle ideologie, non a nutrire il popolo o a dargli la felicità. Le due ideologie polemizzano tra loro e l’uomo è dimenticato. «Si dimentica l’uomo per salvare l’uomo. Noi sacrifichiamo l’uomo presente per salvare l’uomo futuro.»Voi liquidate il presente per il futuro. Assumete il potere della Provvidenza in nome dello Stato, come ha fatto la Chiesa nel no-me di Dio. Tanto gli uni quanto gli altri avete le vostre divinità e le vostre sacre scritture; tanto gli uni quanto gli altri avete i veri interpreti, i sacerdoti, e guai a colui che si allontani dal vero e dall’autentico! Non c’è molta differenza tra voi altri, voi altri siete molto simili; le vostre ideologie possono variare, ma il processo è più o meno lo stesso. Volete tanto gli uni quanto gli altri salvare l’uomo futuro sacrificando l’uomo presente, come se sapeste tutto del futuro, come se il futuro fosse una cosa fissa, rigida, di cui avete il monopolio! Eppure siete e gli uni e gli altri incerti del futuro come chiunque altro. Ci sono nel presente tanti di quei fatti ponderabili che determinano il futuro! E gli uni e gli altri promettete una ricompensa, un’utopia, un paradiso futuro in terra; ma il futuro non è una conclusione ideologica. Le idee si sono sempre preoccupate del passato o del futuro, mai del presente. Non potete avere idee del presente, perché il presente è azione, la sola azione che vi sia. Ogni altra azione è indugio, posposizione, e perciò non è azione affatto; è un evitare l’azione. L’azione basata su un’idea, o del passato o del futuro, è inazione; l’azione può essere soltanto nel presente, nell’ora. L’idea è del passato o del futuro, e non può esservi idea del presente. Per l’ideologo, il passato o il futuro sono uno stato fisso, perché egli stesso è del passato o del futuro. Un ideologo non è mai nel presente; per lui la vita e sempre nel passato o nel futuro, mai però nell’ora presente. L’idea è sempre del passato, e si apre la via di tra il presente verso il futuro. Per un ideologo il presente è un passaggio per il futuro e perciò stesso non è importante in sé; i mezzi non contano, ma soltanto il fine. Si usi qualunque mezzo per ottenere lo scopo. Lo scopo è fisso, il futuro è noto, pertanto si liquidi chiunque sbarri la strada verso lo scopo. «L’esperienza è essenziale per l’azione, e le idee, o spiegazioni, vengono dall’esperienza. Non potete certo negare l’esperienza. L’azione non inquadrata in un’idea è anarchica, è il caos, e porta diritto al manicomio. Sostenete forse la necessità dell’azione senza il potere coesivo dell’idea? Come potete far nulla senza prima l’idea?»Come voi dite, l’idea, la spiegazione, la conclusione, è il prodotto dell’esperienza; senza esperienza non può esservi conoscenza; senza conoscenza non può esservi azione alcuna. L’idea segue forse l’azione o abbiamo prima l’idea e quindi l’azione? Voi dite che l’esperienza deve venire per prima, e poi l’azione, non è vero? Che cosa intendete per esperienza? «L’esperienza è il sapere di un maestro, di uno scrittore, di un rivoluzionario, il sapere che egli ha raccolto dai suoi studi e dalle sue esperienze, o sue o di un altro. Le idee sono fatte di sapere o di esperienza e da questa struttura ideologica deriva l’azione.»L’esperienza è il solo criterio, l’unico vero strumento di misura? Che cosa intendete con esperienza? La nostra conversazione è una esperienza; voi reagite a degli stimoli e questa reazione alla sfida è esperienza, non è vero? Stimolo e reazione, sfida e risposta sono un processo quasi simultaneo; sono un moto costante nel quadro di un ambiente. È l’ambiente che reagisce allo stimolo, e questa reazione alla sfida è esperienza, non è così? La reazione è data dall’ambiente, da un condizionamento. L’esperienza è sempre condizionata, e altrettanto è l’idea. L’azione basata su un’idea è azione condizionata, limitata. L’esperienza, l’idea, in opposizione a un’altra esperienza, un’altra idea, non produce sintesi, ma soltanto ulteriore opposizione. Gli opposti non possono mai produrre una sintesi. Può verificarsi un’integrazione soltanto quando non vi sia opposizione; ma le idee generano sempre opposizione, il conflitto degli opposti. In nessuna circostanza il conflitto può generare una sintesi.L’esperienza è la reazione dell’ambiente allo stimolo. L’ambiente è l’influenza del passato e il passato è memoria. La risposta della memoria è l’idea. Un’ideologia costruita sulla memoria, chiamata esperienza, sapere, non può mai essere rivoluzionaria. Può dirsi rivoluzionaria, ma è solo una continuità modificata del passato. Un’ideologia, o una dottrina, opposta è ancora idea, e l’idea è sempre del passato. Nessuna ideologia è l»a» ideologia; ma se voi diceste che la vostra ideologia e limitata, pregiudicata, condizionata, come qualunque altra, nessuno vi seguirebbe. Dovete dire che è la sola ideologia che possa salvare il mondo; e poiché la maggioranza di noi è dedita a formule, a conclusioni, noi seguiamo e siamo completamente sfruttati, e anche lo sfruttatore è sfruttato.L’azione basata sull’idea non può mai essere un azione liberatrice, ma sempre inceppante. L’azione volta a un fine, a una meta, diviene alla lunga inazione; per breve tratto può assumere la parte dell’azione, ma siffatta azione è autodistruttiva, cosa che appare ovvia nella nostra vita quotidiana. «Ma si può mai essere liberi d’ogni condizionamento? Noi crediamo che non sia possibile.»È ancora l’idea, il credo, che v’imprigiona. Voi credete, un altro non crede; siete entrambi prigionieri del vostro credo, entrambi sperimentate secondo il vostro condizionamento. Uno può scoprire se sia possibile essere liberi soltanto indagando nell’intero processo del condizionamento dell’influenza. La comprensione di questo processo è la conoscenza di sé. Attraverso soltanto la conoscenza di sé c’è libertà dalla schiavitù, e questa libertà è priva di ogni fede, di ogni ideologia.


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