Nota di redazione per tutti gli utenti

La caratteristica di questo sito che si è sempre voluto evidenziare, è l’assenza di scopi politici.

Nulla è cambiato, malgrado la pubblicazione dell’articolo di Angelica potrebbe sembrare faziosa.

Abbiamo scelto di pubblicare questo articolo non per far passare un messaggio, o sottindere una scelta elettorale da preferire rispetto ad un’altra.

Parlare del referendum ci è sembrato opportuno, in quanto argomento di attualità, di storia, prima che politico.

Si tratta di decidere se modificare o meno la Costituzione, di far sentire la propria voce di cittadini in una questione che prima di riguardare la riduzione dei parlamentari, i poteri del premier e cose del genere, riguarda noi in quanto membri di una società civile e democratica. Appunto a questo si vuole condurre il discorso, a sottolineare quanto il referendum rappresenti la massima espressione di libertà e di scelta.

Non andare a votare in un referendum significa rinunciare in qualche modo a questa libertà, oltre a non adempiere al dovere (prima che al diritto) di partecipare attivamente alla gestione della cosa pubblica. Per ogni Carlo che voterà no, ci sarà una Carla che voterà sì. L’importante che ci siano tanti Carlo e Carla che capiscano l’importanza di recarsi alle urne per esprimere il proprio pensiero. Su questo si fonda l’Italia come Repubblica da quasi 60 anni!
Pertanto, scusandoci per l’ambiguità eventualmente generata dalla pubblicazione dell’articolo, invitiamo gli utenti ad una discussione serena ed intelligente che sappia indurre spunti di riflessione utili per tutti.


Commenti da Facebook

2 Commenti

  1. vince_ditaranto

    Ciao cinzia colgo l’occasione per salutarti, sperando di poterlo fare di persona al più presto.
    Concordo con il tuo monito contro le discussioni politiche e spero tu abbia potuto apprezzare il mio intervento perfettamente in linea con il tuo.
    Nondimeno non posso non muoverti delle critiche per una parte del tuo intervento. L’intervento del Sig Carlo non era propriamente un modo per “….parlare del referendum….”, come tu dici! Non vedo come tu possa stupirti del fatto che abbia portato ambiguità….c’era poco di ambiguo, era così evidente!! A me non interessa e non voglio sapere per cosa vota Carlo…così come i vari suoi sostenitori accorsi a sua difesa. C’erano tanti modi per parlarne, non puoi negare che sia stato scelto il peggiore! Parlare di qualcosa, te lo ricordo cara Cinzia, significa essere esaustivi, significa illustrare “pro” e “contro”, non dare gratuite opinioni e conclusioni del tutto personali, o peggio ancora assorbite dalle ceche propagande! Che siano della Berlusconiana mediaset o della D’Alemiana Rai Tre.

    1. Cinzia
      Caro Corvo,
      accolgo e ricambio con piacere i tuoi saluti.
      Una precisazione concedila anche a me: il racconto di Carlo "serviva" per introdurre il referendum. Non voglio negarne la parvenza di parzialità, ma alla fine Carlo torna a sonnecchiare in veranda… Non sappiamo se domenica andrà a votare!
      Tuttavia, per scongiurare il pericolo di essere tacciati di "propaganda occulta" e in nome della "par condicio", la discussione rimane aperta e chi vuole, può raccontarci la storia di Carla che guarda Rai3 ed inorridisce davanti alla campagna del No!
      Un carissimo saluto
      Alla prossima
      Cinzia

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