Monte come Baarìa

Non mi sento di aggiungere molto a quanto già ampiamente espresso dalla critica su Baaria.
Quello su cui vorrei parlare e su cui possiamo soffermarci è la visione di Bagheria vista come qualsiasi paese del sud. Per esempio Monte.

Credo che, per forza di cose, sia un film che soprattutto uno del sud può apprezzare. La particolarità delle scene (per altro ben curate), i luoghi, i colori. Il modo di vivere descritto, gli intrecci tra vita personale e eventi storici… La storia vista da un piccolo paese, in cui i grandi cambiamenti storici ne segnano le trasformazioni.

Ognuno può vedervi rappresentata la sua città, la sua terra, i luoghi della propria infanzia. Io vi ho visto Monte; come questa sia potuta cambiare dai tempi dell’infanzia. Io ho 29 anni. Ma già la mia memoria può apprezzare significativi cambiamenti se penso alla Monte di 20-25 anni fa.
Qualcuno più grande di me può prezzare di più e può, meglio di me, fare lo stesso esercizio di trasporto temporale di Tornatore: tornare indietro fino alla propria infanzia e riscoprire i luoghi del passato. Allo stesso tempo può tornare al presente e guardare la Monte attuale con gli occhi di quando era bambino.

Il tema del film è la corsa contro il tempo. Rincorrendo la propria infanzia, le atmosfere andate perdute, i posti cambiati. I luoghi vissuti, segnati dalle storie di tanti e dalla Storia di tutti.
Guardare Bagheria, Monte, l’Italia attuale pensando all’atmosfera di un tempo andato, di fatti passati di cui i luoghi sono gli unici testimoni. Un insieme di nostalgia e disorientamento con un velo di malinconia.

La scena in cui il protagonista, “vegliatosi dal sogno”, torna alla propria casa che è diventato un cantiere credo dica molto del senso del film.

Sugli aspetti tecnici del film e sulle caratteristiche per la candidatura all’Oscar… non saprei dire.
Verrà apprezzato da un pubblico più vasto di quello italiano e in particolare sud-italiano?


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2 Commenti

  1. falco

    E’ vero, io potrei andare 40 anni indietro. Ho visto il film non mi è piaciuto  sotto l’aspetto narrativo, mi è sembrato  ripetitivo, praticamente sulla stessa falsa riga di "Nuovo Cinema Paradiso".

    Trovo interessante, invece,  la memoria storica che Tornatore mi ha offerto  col suo film. Mi ha indotto  a ricordare e a riflettere sulla vita quotidiana che tutti i paesi del meridione, compreso il nostro, hanno vissuto.

    Ringrazio Raf per l’assist, in effetti se riflettiamo bene molte scene del film sono il riflesso di vita quotidiana vissuta qui a Monte.

    In primis l’occupazione delle terre, dove siamo stati direttamente protagonisti di quella fase storica.

    Chi, della mia generazione, non è mai andato con la pentola al macello a prendere il sangue del maiale per fare il sanguinaccio? Credo nessuno, noi la chiamavamo " A CIUCULAT".

    I giochi dei bambini, "ù strùmbl" con la punta di metallo; i comunisti che mangiavano i bambini; il tintinnio della bottiglia di birra che ormai vuota ruzzolava dalle ultime file  dei sedili del cinema comunale fino a fermarsi sotto lo schermo; la visione collettiva della televisione nella "democrazia cristiana" o nel "miss"; i ragazzi che andavano " a patrùn a cun:cìn"

    Puro spaccato di autentica vita Montese. Dico ai ragazzi di oggi, che vi siete persi!!!

  2. Cinzia

    Quando il film, dopo quasi tre interminabili ore, è finito, mi sono chiesta se ne avessimo realmente bisogno. Mi attirerò contro le ire degli estimatori e di chi ha gridato al capolavoro, ma per me il cinema (e noi spettatori) avremmo potuto benissimo fare a meno di Baarìa.
    Mi spiego: fotografia e scenografia sono fantastiche. Magistrale la scena iniziale del bambino in corsa contro/verso il tempo, e così come quella, tante altre. Beh, parliamo sempre di Tornatore, in fondo.
    Però… Trama interessante, ma dispersiva, troppo lunga, troppo piena, che sa di già visto. Un po’ perchè l’effetto “nostalgia canaglia” pervade tanta parte di cinematografia imperniata sul come eravamo, un po’ perchè personalmente mi sono stancata di questi malinconici sguardi rivolti al passato da un presente che alla fin fine, tanto diverso dal passato non è.
    Infatti, più che il senso del fluire del tempo, il film mi ha trasmesso un’idea di immobilità, che non è solo linea di continuità tra presente e passato, ma è mancanza di evoluzione, una quasi naturale incapacità di prendere la giusta distanza da chi eravamo, non per dimenticarcene, ma per trarne forza e saggezza e rendere il nostro presente e futuro migliore.
    In questo Baarìa mi sembra Montescaglioso, ma potrebbe essere benissimo Matera, Bari, Napoli, Ginosa, Santa Maria di Leuca, Sibari, Catanzaro… il Sud.
    Per rispondere a chi malinconicamente ricorda ciò che ci siamo persi, mi preoccupa di più un presente di occasioni mancate ed un futuro di sicuri rimpianti.
    Non so. Sarà la giornata uggiosa che mi ispira tristi pensieri. Ma anche no.
    Buona giornata a tutti.

    P.S. In un cast sproporzionato di stelle e stelline del cinema italiano, notevole la partecipazione del nostro conterraneo Michele Russo, di Bernalda, che interpreta il comunista Turiddu. A lui il mio personale augurio di una carriera sempre in ascesa.

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