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Scoperte squadre di tombaroli da CC, 47 denunce

Oltre duemila tra anelli, bracciali, fibbie, medaglie o monete, ma anche oggetti in ceramica che spesso venivano danneggiati dall’utilizzo spregiudicato dei mezzi per scavare e spostare i pesanti lastroni di pietra a protezione delle tombe

inquanta perquisizioni in 21 comuni, da Roma fino al Salento. Per un totale di 2.298 beni archeologici recuperati. E’ questo il bilancio dell’operazione Tèrsite, condotta dai carabinieri di Bari che, a un anno dall’inizio delle indagini, sono riusciti a sgominare la banda dei tombaroli. Ricettatori che agivano nelle aree protette pugliesi e lucane, in particolare nelle zone di Castellaneta e Laterza, Metaponto e Montescaglioso.

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I malfattori scavavano nelle tombe, sepolture millenarie, sottraendo il prezioso contenuto, per lo più anelli, medaglie, reperti archeologici in ceramica. Ed ora le 47 persone denunciate dovranno rispondere a vario titolo di ricettazione, violazione in materia di ricerche archeologiche ed impossessamento illecito di beni appartenenti al patrimonio dello Stato.

Gli scavi venivano eseguiti di notte, giungendo poi ai ricettatori grazie all’intermediazione di personaggi locali, in contatto diretto con i tombaroli. Squadroni che, secondo le ricostruzioni, disponevano anche di sofisticati metal detector che consentivano di individuare oggetti metallici, come anelli, bracciali, fibbie, medaglie o monete, molto ricercate e richieste dai collezionisti. Un metodo di azione senza scrupoli: pur di reperire i preziosi materiali, infatti, i malfattori utilizzavano escavatori, rivoltando la terra per individuare le tombe da saccheggiare.

I pesanti lastroni in pietra, posti a protezione delle tombe, venivano così frantumati, provocando spesso anche il danneggiamento di delicati recipienti in ceramica. Oltre alle necropoli venivano saccheggiate anche le aree dove sorgevano antiche città. Le indagini dei militari erano iniziate a dicembre dello scorso anno, dietro segnalazione di scavi clandestini in alcune aree archeologiche del tarantino.  Operazioni che hanno portato anche a cogliere in flagranza alcune squadre.


Oltre duemila tra anelli, bracciali, fibbie, medaglie o monete, ma anche oggetti in ceramica che spesso venivano danneggiati dall’utilizzo spregiudicato dei mezzi per scavare e spostare i pesanti lastroni di pietra a protezione delle tombe

Taranto. Scavavano nelle tombe, sepolturemillenarie, sottraendo il prezioso contenuto, per lo piùanelli, medaglie, reperti archeologici in ceramica: le squadredi tombaroli e di ricettatori operavano nelle aree protettepugliesi e lucane, in particolare nelle zone di Castellaneta eLaterza, Metaponto e Montescaglioso. L’organizzazione è statascoperta dai militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonioculturale- Nucleo di Bari – i quali hanno individuato e denunciato 47 persone che dovranno rispondere a vario titolo di ricettazione, violazione in materia di ricerche archeologiche edimpossessamento illecito di beni appartenenti al patrimoniodello Stato. Nel corso dell’operazione sono state eseguite 50perquisizioni nei confronti di persone e in abitazioni in 21Comuni distribuiti nelle province di Taranto, Brindisi, Lecce,Potenza, Matera, Chieti, Cosenza, Arezzo, Napoli e Roma. Imilitari hanno recuperato 2.298 beni archeologici (monete,medaglie, reperti in ceramica, oggetti in metallo, selci,fossili, frammenti in terracotta e ossei, statuette). L’indagine è cominciata nel dicembre del 2010. Alcunesquadre di tombaroli alle prese con scavi clandestini durante lanotte sono state sorprese, tra l’altro, in flagranza di reato.Pur di reperire il materiale da rivendere, i malfattori non sifacevano scrupolo di utilizzare escavatori, rivoltando la terraper individuare le tombe da saccheggiare. I pesanti lastroni inpietra, posti a protezione delle tombe, venivano cosìfrantumati, provocando spesso anche il danneggiamento didelicati recipienti in ceramica, decorati, contenuti nellefosse, connessi con l’offerta simbolica di cibi e bevande. Lesquadre di tombaroli – secondo quanto accertato – potevano anchecontare su sofisticati metal detector che consentivano diindividuare oggetti metallici, come anelli, bracciali, fibbie,medaglie o monete, molto ricercate e richieste daicollezionisti. Oltre alle necropoli venivano saccheggiate anchele aree dove sorgevano antiche città. Fonte Ansa

© 2006-2011 Trm Radiotelevisione del Mezzogiorno.

Articolo completo: http://www.trmtv.it/home/cronaca/2011_07_06/25102.html

Taranto. Scavavano nelle tombe, sepolturemillenarie, sottraendo il prezioso contenuto, per lo piùanelli, medaglie, reperti archeologici in ceramica: le squadredi tombaroli e di ricettatori operavano nelle aree protettepugliesi e lucane, in particolare nelle zone di Castellaneta eLaterza, Metaponto e Montescaglioso. L’organizzazione è statascoperta dai militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonioculturale- Nucleo di Bari – i quali hanno individuato e denunciato 47 persone che dovranno rispondere a vario titolo di ricettazione, violazione in materia di ricerche archeologiche edimpossessamento illecito di beni appartenenti al patrimoniodello Stato. Nel corso dell’operazione sono state eseguite 50perquisizioni nei confronti di persone e in abitazioni in 21Comuni distribuiti nelle province di Taranto, Brindisi, Lecce,Potenza, Matera, Chieti, Cosenza, Arezzo, Napoli e Roma. Imilitari hanno recuperato 2.298 beni archeologici (monete,medaglie, reperti in ceramica, oggetti in metallo, selci,fossili, frammenti in terracotta e ossei, statuette). L’indagine è cominciata nel dicembre del 2010. Alcunesquadre di tombaroli alle prese con scavi clandestini durante lanotte sono state sorprese, tra l’altro, in flagranza di reato.Pur di reperire il materiale da rivendere, i malfattori non sifacevano scrupolo di utilizzare escavatori, rivoltando la terraper individuare le tombe da saccheggiare. I pesanti lastroni inpietra, posti a protezione delle tombe, venivano cosìfrantumati, provocando spesso anche il danneggiamento didelicati recipienti in ceramica, decorati, contenuti nellefosse, connessi con l’offerta simbolica di cibi e bevande. Lesquadre di tombaroli – secondo quanto accertato – potevano anchecontare su sofisticati metal detector che consentivano diindividuare oggetti metallici, come anelli, bracciali, fibbie,medaglie o monete, molto ricercate e richieste daicollezionisti. Oltre alle necropoli venivano saccheggiate anchele aree dove sorgevano antiche città. Fonte Ansa

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ZODD: io sono quello che faccio

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  • Bari, 08/07/2011

    Operazione Tèrsite: recuperati beni archeologici anche in provincia di Brindisi L’Operazione prende il nome da Tèrsite, un personaggio dell’Iliade di Omero, famoso per la sua codardia e simbolo dell’antieroe che non rispetta le regole, non si attiene al codice d'onore degli eroi e delle persone valorose. Tali caratteristiche negative richiamano la fattispecie delittuosa che ha dato origine alle indagini: gli scavi clandestini finalizzati alla profanazione delle sepolture millenarie per impossessarsi del prezioso contenuto delle tombe, senza rispettare il valore simbolico del corredo funerario e senza preoccuparsi di recuperare i beni sepolti non arrecando loro nessun danno. L’indagine ha inizio nel mese di dicembre 2010, sotto la direzione dell’A.G. di Taranto ed è nata dalla segnalazione di scavi clandestini nelle aree di interesse archeologico della provincia di Taranto. Si è basata su attività di P.G. sul territorio, attività tecniche e controllo diretto delle aree interessate. L’evoluzione investigativa, che ha confermato un’intensa attività illecita di trafugamento di beni archeologici, ha consentito di individuare, anche in flagranza di reato, alcune squadre di tombaroli che eseguivano gli scavi clandestini spesso nottetempo e si è scoperto che, purtroppo, altre aree archeologiche della provincia di Matera erano oggetto della condotta criminosa: oltre a Castellaneta e Laterza, quindi, anche Metaponto e Montescaglioso. I beni archeologici appartenenti al patrimonio indisponibile dello Stato e sottratti dalle aree protette pugliesi e lucane, giungevano ai ricettatori tramite l’intermediazione di “personaggi locali”, in contatto diretto con i tombaroli. Questi ultimi, pur di reperire il materiale da rivendere, non si facevano scrupolo di utilizzare escavatori per tracciare trincee lunghe metri, rivoltando la terra per individuare le tombe da saccheggiare. I pesanti lastroni in pietra, posti a loro protezione, venivano frantumati, causando spesso anche il danneggiamento dei delicati recipienti in ceramica, riccamente decorati, contenuti nelle tombe, connessi con l’offerta simbolica di cibi e bevande. Le squadre di tombaroli potevano anche contare su sofisticati metal detector che consentivano di individuare oggetti metallici di ornamento personale quali anelli, bracciali, fibbie, medaglie oppure monete, molto ricercate e richieste dai collezionisti. Oltre alle necropoli venivano saccheggiate anche le aree dove sorgevano antiche città. Risultano coinvolte 47 persone, responsabili a vario titolo di ricettazione, violazione in materia di ricerche archeologiche ed impossessamento illecito di beni appartenenti al patrimonio dello Stato. A riscontro e conclusione dell’attività d’indagine, nei giorni scorsi sono state eseguite 50 perquisizioni personali e locali in 21 Comuni distribuiti nelle province di Taranto, Brindisi, Lecce, Potenza, Matera, Chieti, Cosenza, Arezzo, Napoli e Roma e sono stati recuperati 2.298 beni archeologici. In particolare: − 1241 Monete (di cui 66 in argento e 1 in oro) − 29 Reperti archeologici in ceramica (olle, askos, sphagheion, epichysis, oinochoe, ecc del VI - IVsec. a.C) − 25 Reperti archeologici frammentati − 117 Oggetti in metalloto quali pendenti, anelli, medaglie (alcuni in oro) − 6 Fibule in metallo − 39 Pesi da telaio in terracotta e metallo (di cui 17 in metallo) − 334 Selci − 26 Fossili − 1 Spada antica in ferro − 1 Statuetta in bronzo − 13 Metal detector − 57 Frammenti in metallo − 311 Frammenti in terracotta − 6 Frammenti ossei − 91 Foto e documenti utili alle indagini COMUNICATO STAMPA MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI - COMANDO CARABINIERI TUTELA PATRIMONIO CULTURALE

    • Anni di carcere ai tombaroli, non sanno che male fanno alla storia, alla conoscenza al territorio.

      pubblica utilitas calpestata da interessi economici privati di gente folle e spietata. pene severe per codesta gente!!

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