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UNA SFIDA “PAPALE”

Sarà forse una coincidenza, uno scherzo del destino o un disegno divino quello scontro a cui assisteremo domenica 13.

Per quel che mi riguarda il numero 13 non poteva non essere che 13, un numero voluto dalla sorte per quella che non sarà soltanto una partita di calcio, sia pure mondiale.

Sarà una sfida fra due mondi diversi, due culture diverse, due modi di vivere e di rapportarsi alla vita.

Una sfida fra potenti e umili. Una sfida fra chi pretende il rigore e vuole stravincere e fra chi, pur tra mille difficoltà, preferisce dimenticarle (le difficoltà) e lasciarsi cullare dalle suadenti note del tango, il ballo più popolare e più sensuale che due popoli, con diverse culture ma con le stesse origini, hanno immaginato.

E ci sarà, quindi, per tanti motivi, anche la nostra Italia in quella sfida che vedrà contrapposti due papi!

Un papino bellino, aggiustatino, pettinatino, con il suo ermellino e le sue orrende scarpe rosso Prada, orrende come le giacchettine di quella fortunata (non voglio usare lo stesso appellativo utilizzato da Berlusconi!) della Merkel che non avrà la possibilità di battere le sue manine come quelle scimmiette che suonano i piatti nelle feste di paese. Non avrà la possibilità di applaudire perché l’Argentina segnerà e farà felice l’altro papa, il vero papa che il mondo intero si merita. Un papa umile ma coraggioso. Un papa che ha avuto il coraggio di farsi chiamare Francesco, il più umile fra gli umili, un “pazzo”, che preferiva parlare agli animali e passare il suo tempo ad ammirare, il sole, la luna, la natura.

Forza, papa Francesco, preparati a fare il gesto dell’ombrello a coloro che rinunciano a combattere per affermare i loro diritti alla libertà perché hanno paura di farsi la “bua”, a coloro che ragionano di spread, di soldi, di banche, di economia, di regole! Io, per conto mio, quando segnerà l’Argentina – e segnerà, siatene certi! – sono pronto a gridare “GOOOAL, GOOOAL!” come Nino Manfredi nel film “Pane e cioccolata”. Buona partita a tutti.

Franco Mazzoccoli:

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  • Sì Franco, hai ragione su quasi tutto, ma è solo una partita di calcio, non carichiamola di significati che non le appartengono. Io tiferò Germania, ma non perchè preferisco papa Ratzinger a papa Francesco.

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