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Le banche popolari e l’economia del Materano nel XIX sec. (4)

(Vedi gli articoli precedenti con lo stesso titolo)

Nella Tab. 1 è illustrata la consistenza numerica delle aziende in Basilicata nel periodo tra il 1815 e il 1860. Dall’analisi della tabella emerge un costante, anche se molto contenuto, aumento del numero delle unità produttive.  Nei quarantacinque anni compresi nell’intervallo temporale analizzato, si registra un aumento nel numero delle aziende di 659 unità, pari al 37,3%; un tasso di sviluppo concretamente modesto in considerazione dell’ampiezza del periodo. E’ bene sottolineare come gli impianti considerati, che con una buona dose di audacia possono definirsi “industriali”, fossero tutti legati al settore agricolo.

 

Tab. 1

Aziende in Basilicata nella prima metà del secolo XIX nei diversi settori produttivi (unità)

 

1815 1820 1825 1830 1835 1840 1845 1850 1855 1860
Centimoli 794 797 817 824 829 918 915 926 941 958
Molini 468 512 546 575 593 621 641 649 670 691
Trappeti 329 336 343 379 404 453 469 477 506 527
Pastifici 32 37 43 48 55 58 58 63 76 80
Gualchiere 80 91 101 109 107 108 108 103 107 105
Altre 64 63 66 66 71 67 71 65 71 65
Totale 1767 1836 1916 2001 2059 2225 2262 2283 2371 2426

A questo punto del lavoro sarà interessante dare un veloce sguardo a come le aziende fossero variamente intestate alle principali classi sociali, per analizzarne le dinamiche nel periodo considerato (Tab. 2). Per semplicità abbiamo suddiviso i detentori degli impianti produttivi in cinque categorie principali: nobiltà, Chiesa (proprietà comunitarie), clero (proprietà individuali), borghesia, (che comprende le sottocategorie dei possidenti – piccola borghesia – professionisti – artigiani – massari) e una quinta categoria, quella delle società che, pur non facendo segnare grandi numeri, rappresentava un importante aspetto, e in parte sottovalutato, della vita economica e sociale della Basilicata nella prima metà dell’Ottocento. Quest’ultimo dato mostra come l’associazionismo non fosse un fenomeno del tutto sconosciuto nella regione e che, invece, stava lentamente assumendo caratteri sempre più marcati. E’ peraltro da precisare che nelle società confluivano soggetti appartenenti a tutte le categorie sociali.  La sesta categoria, che per semplicità abbiamo denominato “altre”, è costituita dalle aziende facenti capo al Demanio e sono rappresentate principalmente dalle aziende confiscate alla Chiesa.

 

 

Tab. 2 [1]

Aziende in Basilicata, per numero e in percentuale, intestate alle principali classi sociali nella prima metà del secolo XIX

 

 

1820 1830 1840 1850 1860
n. % n. % n. % n. % n. %
Nobiltà 181 9.8 161 8 125 5.6 106 4.6 93 3.8
Borghesia 1369 74.6 1483 74.1 1659 74.6 1691 74 1811 74.7
Chiesa 68 3.7 65 3.3 64 2.9 62 2.7 60 2.5
Clero 82 4.5 122 6.1 179 8 221 9.8 243 10
Società 107 5.8 140 7 167 7.5 174 7.6 192 7.9
Altre 29 1.6 30 1.5 31 1.4 29 1.3 27 1.1
Totale 1836 100 2001 100 2225 100 2283 100 2426 100

Una breve e veloce analisi dei dati contenuti nella Tab. 2 ci mostra come il vecchio sistema feudale, che all’inizio del secolo deteneva quasi il 10% delle unità produttive della regione, al 1860 ne deteneva meno del 4.

La borghesia, pur aumentando considerevolmente il numero di aziende possedute nel periodo, in termini percentuali manteneva invariata la propria posizione. Tendenze opposte per i dati riguardanti le proprietà della Chiesa e quelle privatizzate del clero, a conferma dell’analisi svolta dal Morano. Confortanti invece, pur in presenza di numeri non importanti, i dati relativi agli impianti posseduti dalle società: da un numero di 107, con una percentuale del 5.8 percento, dei primi anni del secolo si passa al numero di 192 con una percentuale del 7.9.

L’ultima osservazione la riserviamo al settore del commercio, quasi del tutto assente a causa della pressoché totale mancanza, nella regione, di vie di comunicazione che meritassero tale denominazione.

[1] Le Tab. 1 e 2 sono state costruite dall’autore sulla base dei dati riportati da  M. Morano in:  Manifatture e classi sociali in Basilicata nella prima metà del secolo XIX … cit. pp. 1362-1365.

pierod.58:
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