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Superlega: “sogno” di una notte di mezza primavera

Negli ultimi giorni la notizia più discussa e chiacchierata è stata quella che ha visto la nascita di una Superlega composta dalle società di calcio più ricche del vecchio continente. Della nascita di una competizione in stile Eurolega di basket si parlava da tempo, ma nessuno avrebbe potuto mai immaginare che si potesse arrivare alla creazione di una simile competizione in tempi così ristretti.

 

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Una scissione firmata Premier League

 

È accaduto tutto nella notte tra domenica e lunedì, quando una serie di comunicati congiunti di tutte le società coinvolte, Juventus in primis, ha rischiato di stravolgere per sempre il mondo del calcio. Il progetto prevedeva la nascita di una Lega composta da 20 squadre, suddivise tra i 12 club fondatori e altre otto che invece avrebbero dovuto accedervi secondo criteri non del tutto chiariti. A finanziare il progetto sarebbe stata la banca JP Morgan, che avrebbe dovuto elargire a ogni società partecipante una cifra annua netta vicina ai 300 milioni di euro. Avrebbe, appunto, perché sin dai primi istanti le società, i tifosi e gli appassionati di calcio di tutto il mondo sono insorti al fine di evitare che questa competizione elitaria potesse divenire realtà, minando profondamente il regolare svolgimento dei campionati nazionali e delle Coppe Europee in essere e future. Il “sogno” di questi grandi club di appianare i propri debiti è durato poco più di un giorno e si è infranto definitivamente quando i sei club inglesi coinvolti, capitanati dal Chelsea, hanno manifestato la propria intenzione di fare marcia indietro e di abbandonare la nascente Superlega.

 

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Juventus, Milan e Inter erano le tre italiane prescelte

 

Un ruolo decisivo nella nascita della Superlega l’ha avuto Andrea Agnelli, presidente della Juventus e dell’ECA, la European Club Association, che in compagnia del presidente del Real Madrid Florentino Pérez è stato uno degli “organizzatori” del golpe che, a oggi, possiamo dire definitivamente fallito. Le altre due società italiane che avrebbero dovuto prendere parte alla competizione erano Milan e Inter ed entrambe, nelle ultime ore, hanno manifestato la propria volontà di uscire a loro volta dalla nascente competizione. Soprattutto l’Inter, che secondo le scommesse sul calcio è ormai a un passo dallo scudetto a distanza di 10 anni dall’ultima volta in cui il club nerazzurro riuscì a laurearsi Campione d’Italia, è la società che avrebbe perso di più in quanto, stando alle dichiarazioni congiunte di UEFA e FIFA, sarebbe stata estromessa anche da questa edizione della Serie A oltre che da quelle future. Come detto, però, la rottura che sembrava insanabile e che pareva destinata a stravolgere per sempre il sistema calcio si è ricomposta nel giro di pochissimo tempo e un ruolo decisivo l’hanno avuto proprio i tifosi che si sono ribellati al sistema “chiuso” pensato dalla Superlega, un sistema in cui i club ricchi sarebbero diventati ancora più ricchi a discapito di quelle migliaia di società che invece cercano di emergere e di competere facendo affidamento solo sulle proprie forze, spesso limitate.

 

Il calcio è cambiato ed è sicuramente destinato a cambiare in futuro, ma i tempi non sono ancora maturi per una rivoluzione di tale portata.

Montescaglioso:
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