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Abbazia S. Michele: chiese a Montescaglioso

Chiese dell’Abbazia di S. Michele Arcangelo nel centro storico di Montescaglioso.

Nel secolo XI l’abbazia ottiene dai Normanni numerosi privilegi, feudi e masserie nel territorio ed alcune chiese nel paese. I documenti sottoscritti dai Macabeo, feudatari di Montescaglioso, a favore dei monaci negli ultimi decenni del secolo XI permettono di individuare le chiese del centro storico possedute dai monaci fino al secolo XIX che,tranne una, S. Nicola, sono ancora tutte esistenti.   

S. Maria in Platea (Madonna delle Grazie). E’ la più chiesa antica di Montescaglioso. Attestata già nel 1065 quale possesso dell’abbazia di S. Michele, è collocata al limite dell’abitato altomedievale ma già nel tessuto urbano dell’espansione normanna. Nei primi anni del secolo XI era stata restaurata dai feudatari normanni di Montescaglioso e da questi donata ai monaci con l’assenso dell’Arcivescovo di Acerenza. La chiesa è formata da un’unica navata ed è coperta a volta. Evidenzia più fasi storiche strettamente intrecciate a quella più generali dell’Abbazia. Nelle fonti appare come luogo nel quale l’Abate usava amministrare la giustizia nell’ambito delle giurisdizioni esercitate sugli abitanti dei propri feudi.

       

L’attuale configurazione esterna è caratterizzata da una totale unitarietà delle facciate la cui realizzazione è rapportabile ad un intervento di rifacimento tardomedievale. Una serie di archetti impostati a coppia su sottili lesene, decora le facciate laterali. In quella principale spicca un portale con una lunetta che probabilmente ospitava un affresco o una piccola statua. La volta interna è impostata su archi che occultano in parte la decorazione affrescata delle pareti laterali, pienamente visibile, invece, sulla controfacciata. La struttura a volta dell’interno e l’apparato di stucchi dell’altare maggiore e dei laterali, sono databili tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.  Gli affreschi risalgono a due fasi diverse. Il ciclo più antico occupa le pareti laterali e secondo una iscrizione dipinta su un dipinto, risale al 1523. Sul lato sinistro raffigura la Madonna in trono con il Bambino circondata da vari Santi. Sul lato destro è rappresentata l’Assunzione della Vergine che appare affiancata da S. Benedetto e da S. Placido. Il ciclo più recente è datato al secolo XVII, quando la chiesa è nuovamente restaurata. Il committente, l’abate Mauro da Altamura, firma un epigrafe, ancora esistente sull’ingresso della chiesa, che fissa al 1629 la data del restauro e della realizzazione dei dipinti realizzati sulla controffaciata con la raffigurazione di S. Scoalstica, S.Gertrude e Papa Gregorio Magno.

All’interno della chiesa sono presenti altre opere di buon livello: una imponente  statua della Vergine con Bambino in pietra dipinta; un Crocifisso, una statua di S. Rocco ed alcuni dipinti su tela raffiguranti S. Egidio e le Nozze della Vergine. L’area circostante la chiesa è attualmente occupata da abitazioni e giardini privati, ma anticamente doveva ospitare un’area cimiteriale pertinente forse la stessa abbazia. Nel 1827, la chiesa, già passata nella giurisdizione del clero secolare, ospita la Confraternita del Purgatorio la cui chiesa, San Rocco, era stata gravemente danneggiata da un terremoto. I recenti restauri hanno riportato all’antico splendore l’interno della chiesa con il ricco corredo di affreschi.

S. Stefano. Chiesa documentata in possesso dell’Abbazia già nel 1099. E’ formata da un’aula unica absidata con due corti bracci laterali, sovrastata da una cupola. L’odierna facies è riconducibile ad un rifacimento databile alla seconda metà del secolo XVII, quando nella ricostruzione del portale d’ingresso sono riutilizzati elementi lapidei, capitelli e basi di colonne, provenienti da un edificio tardo medievale probabilmente anch’esso appartenuto all’abbazia. La visita dell’Arcivescovo Saraceno del 1544 documenta la presenza nella chiesa tardomedievale di alcuni affreschi. Nei pressi della chiesa era collocata una delle porte urbiche della cinta medievale, difesa da una torre. Con la soppressione del monastero la cappella passa in jus patronato alla antica famiglia Salinari, che ha poi donato la chiesetta alla Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo. Il ritorno alla proprietà ecclesiastica ha così permesso il restauro della chiesa, completato negli anni 2008-09. Dal 26 Dicembre 2011, nella chiesa sono riprese le officiature religiose.

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S. Maria la Nova. La cappella oggi è appena fuori dell’abitato ma in origine era nelle campagne. Nel 1099 appare già in possesso dell’abbazia di S. Michele che ne manterrà il possesso fino agli inizi del secolo XIX. La chiesa, restaurata dai monaci nel secolo XVII, conserva sull’ingresso uno stemma lapideo dell’Abbazia nel quale compaiono la bilancia e la spada, simboli dell’ Arcangelo. La chiesa  si trova al centro di grandi oliveti, anch’essi appartenuti al monastero, che conservano piante tra le più antiche e monumentali dell’area. Nelle campagne circostanti, ricche di acque sorgive, i monaci avevano anche creato un piccolo impianto, La Pescara, per l’allevamento di pesci. La cappella è menzionata nella visita di Monsignor Saraceno del 1544. Negli anni settanta del novecento è stata, purtroppo, demolita l’antica volta che copriva l’unica navata. Ogni anno nel giorno di Pasquetta si celebra la festa della Madonna della Nova  con processioni e riti religiosi.

S. Simeone. Collocata ai margini dell’abitato altomedievale, è attestata quale proprietà dell’abbazia fin dal Settembre del 1099. Ormai completamente abbandonata evidenzia due fasi. La più antica, databile al secolo XI, è riconoscibile nelle murature perimetrali di un cortile che occupa il sito della chiesa e che probabilmente corrisponde alla navata della chiesa medievale. La fase successiva databile a partire dal secolo XVI, si individua in una serie di ambienti, in disuso, attualmente inglobati in abitazioni private, nei quali si conservano tracce di affreschi sia pure non chiaramente leggibili a causa del degrado degli ambienti. Nell’interno sono presenti eleganti volte e alcune decorazione in tufo. Attualmente è usata come cantina.

S. Nicola. Chiesa di notevole importanza poiché si affacciava direttamente sulle mura in prossimità del Castello normanno. E’ donata all’abbazia nel 1099 ma nel secolo XVII, appare in possesso del clero secolare. Dalla chiesa, demolita nei primi decenni del novecento, potrebbe provenire un notevole dipinto su tela raffigurante S. Nicola con ai piedi il Marchese Grillo, committente del dipinto e titolare del patronato del luogo di culto, attualmente conservata nella chiesa del monastero della SS. Concezione.

Per visitare l’abbazia di S. Michele Arcangelo  contattare il n. 334.8360098; fax 0835.201016 (Infopoint turistico del Centro di Educazione Ambientale di Montescaglioso nell’Abbazia). Orari: mattina 10,00 – 13,00; pomeriggio 15,00 – 17,00 (autunno – inverno) / 19,00 (primavera – estate).

Testo e foto: Francesco Caputo (CEA Montescaglioso).

 

 

 

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