Gusto del macabro e fiuto per gli affari: esposta ai fedeli la salma di Padre Pio

E’ notizia già diffusa da diverso tempo la decisione di riesumare la salma di Padre Pio per esporla ai fedeli nella Basilica di San Giovanni Rotondo.
Dopo aver ricomposto il corpo del religioso o meglio quel poco che ne è rimasto, essendo il frate deceduto nel 1968, ben 40 anni fa, oggi nella cittadina pugliese è cominciato il grande show.
Da sempre la figura di Padre Pio ha suscitato curiosità ed innegabile perplessità da parte dello stesso Vaticano che, servendosi di un apparato di servizi segreti degni della CIA delle migliori spy stories, aveva messo sotto controllo la modesta cella ed il confessionale del cappuccino per intercettarne le conversazioni ed ottenere prove sulla veridicità delle inspiegabili stigmate che comparivano sulle mani e sui piedi del frate.
La Chiesa pare essersene convinta e riconoscendo come tali alcuni miracoli operati dal religioso, ne ha avviato il processo di beatificazione.
Tutto ciò mentre a San Giovanni Rotondo scoppiava un boom economico come non se ne vedeva dal secondo dopoguerra.
A confronto della cittadina in provincia di Foggia, Lourdes sembra solo roba da dilettanti… e del mio viaggio a Lourdes ricordo che mancava solo la discoteca in quell’oasi di consumismo sfrenato che circondava il santuario della Madonna.
Ora, senza nulla togliere alla fede dei credenti che si recano in pellegrinaggio in questi santuari, mi si consentirà di esprimere almeno qualche perplessità sulla liceità di questa “trovata” al limite tra orrore e necrofilia.
Se la Chiesa ha sempre predicato il distacco dalla materia, se ci hanno insegnato che dopo la morte, la nostra vita continua nel Regno dei Cieli, se ci hanno detto che cenere siamo e cenere torneremo, che senso ha esporre le esequie di un frate a quarant’anni dalla sua morte?
Non dovremmo pensare alla sua anima, tenere vivo il suo ricordo, attraverso la preghiera?
E poi, siamo sicuri che il “malcapitato” frate non si rivolti nella tomba, proprio sotto gli occhi di migliaia di fedeli giunti da ogni dove per rendergli omaggio, constatando il gigantesco business che ruota attorno alla sua figura ed ora anche attorno ai suoi resti mortali?
Un business da cui trae profitto una comunità che avrebbe dovuto inventarsi altro per sopravvivere, ma tra alberghi, ristoranti, immaginette e statuine (spesso prodotte in Cina) del Santo, riesce ad guadagnare bei soldini. Un business autorizzato dalla Santa Madre Chiesa, che invece di dire basta alla strumentalizzazione, alla mercificazione di una figura religiosa che in vita ha predicato l’umiltà, la povertà, l’abbandondo dei piaceri materiali, mettendo in pratica i principi francescani, ne promuove l’ulteriore sfruttamento a tutto guadagno di consumismo e materialismo, che neanche le anime in pena inginocchiate ad invocare il santo potranno espiare.


Commenti da Facebook

18 Commenti

  1. Carmi.net

    Che dire..
    anch’io ho provato una brutta sensazione nel vedere la salma di Padre Pio esposta al pubblico, con tutti quei flash poi..

    E aggiungo che ho sperato che il frate avesse fatto uno dei suoi miracoli:

    quello di sparire davanti a tutti quei curiosoni! Laughing

     

    PS. Cinzia, com’è la vita da cresimata? 0:)

  2. sweet77

    Anche io come voi,non condivido questa storia macabra e spiacevolmente irrispettosa.Hanno preso un corpo inanimato e ne hanno fatto quello che hanno voluto,lo trovo orribile,e’ uno scandalo che si dia il consenso a tutto questo!

    Sta diventando troppo sottile la linea tra fede e commercio,davvero TROPPO.La fede e’ un qualcosa che ognuno di noi deve sentire dentro,non si puo’materializzarla attraverso un uomo che con la SUA VITA ha fatto del bene ,ed ha insegnato molto,da morto e’ solo un corpo inanimato.BISOGNEREBBE CHE OGNUNO DI QUELLE PERSONE CHE CREDONO DI AVERE FEDE IMPARASSERO AD AVERNE COL CUORE NON CON GLI OCCHI.

    1. RAVILO

      Ecco l’ennesimo spettacolo deplorevole del grande circo Italia. Riesumare la salma di un Santo è metterla in esposizione neanche fosse un trofeo..E’ davvero raccapricciante vedere che tutto accada cosi’ alla luce del sole in quel che si dice il bel paese. Mettere in esposizione una salma in modo da creare un giro di soldi pazzesco e guadagni a discapito di un Santo , altro che nazione l’Italia è un circo.

  3. falco

    Io non sono un religioso ma personalmente non ci vedo nulla di strano se ciò è previsto dai canoni religiosi. La storia ce lo insegna. Ricordo, ad esempio da bambino, che il giorno delle ceneri c’era una funzione religiosa apposta in cui il sacerdote metteva sul capo dei fedeli un pizzico di ceneri dei defunti.  

    Vi riporto quello che pensa uno storico in merito:

    Franco Cardini, storico del Medioevo, un intervento sulla esibizione del corpo dei santi e sul culto delle reliquie.

    Come al solito, le polemiche nascono dall’ignoranza. Ignoranza – nessuno se ne adonti – nel senso etimologico e tecnico della parola: molti s’indignano, si scandalizzano, gridano all’orrore e al raccapriccio, semplicemente perché non sanno certe cose, non conoscono la storia, hanno anche a lungo vissuto senza porsi un sacco di problemi sui quali avrebbero ben dovuto interrogarsi.

    Il cristianesimo pare a molti una religione banale: ci sono cresciuti più o meno dentro, o ai margini, o al di fuori ma tenendolo comunque d’occhio e considerandolo una cosa familiare: a Natale si fa il presepe, a Pasqua ci sono l’uovo e la colomba, battezzare i bambini in chiesa è bello e commovente, sposarsi davanti al prete è più solenne che non davanti al sindaco e via discorrendo.

    Ma il cristianesimo, vissuto sul serio, è una fede dura e assurda: il cristiano ha l’obbligo di credere che un po’ di pane senza lievito e un po’ di vino, se un prete – che magari non è nemmeno una gran brava persona – ci pronunzia una formula sopra, diventano sul serio il Corpo e il Sangue del Cristo; ha l’obbligo di credere che alla fine dei tempi i corpi dei morti risorgeranno; e giù una lunga serie di assurdità.

    E qualche cristianuccio che fino ad ora ha sempre creduto in Dio e spesso è andato anche in chiesa, si scandalizza adesso, e si mette a parlare di «macabro» e di «necrofilia », perché la Chiesa riesuma un cadavere? Ma siete vissuti sulla luna, fino ad ora?

    Il cristianesimo, sta scritto, è «scandalo per i giudei, follia per i gentili». E difatti ebrei e pagani, per motivi differenti ma in concordia, aborrivano (e aborrono) perfino la vista dei cadaveri, considerata contaminante. Nel mondo antico greco e romano le «necropoli», le «città dei morti», stavano fuori di quelle dei vivi e rigorosamente separate da esse; e gli imperatori romani proibivano severamente la mutilazione e la parcellizzazione dei cadaveri, sia perché temevano che in qualche caso parti del corpo ad esempio di un oppositore politico dell’impero avrebbero potuto servire come reliquia per attivare un suo culto politico, sia perché spesso parti di corpo umano venivano asportate e usate per rituali magici.

    Ma il Cristo, morendo e risorgendo, ha vanificato la morte. Non v’è più motivo di temere i cadaveri o di averne orrore: essi sono candidati alla resurrezione.

    D’altronde, il cristianesimo è fondato sul sangue dei «martiri», cioè dei testimoni: sia di Gesù, Martire per eccellenza, sia di quanti lo hanno seguito e hanno dato la vita per lui. Fino dal I-II secolo dopo Cristo invalse fra i cristiani l’uso di raccogliere brandelli di abito e anche gocce di sangue di un martire e di conservarle a scopo di culto. Poiché la Chiesa è fondata sulla «comunione dei Santi», cioè sul rapporto intimo e profondo tra il Dio-Uomo e tutti quelli che sono nella Grazia, tutti sono viventi: e difatti non esistono «necropoli», città dei morti, bensì «cimiteri», parola greca che significa «dormitori», dove i fedeli dormono in attesa del risveglio.

    Comunque, la reliquia – specie quelle costituite da parte di un corpo fisico – è una rottura rivoluzionaria sia con la tradizione ellenistico-romana sia con quella ebraica, che per motivi diversi tra loro prescrivevano comunque entrambe la rigorosa separazione tra i morti e i vivi e avrebbero ritenuto illecite e contaminanti sia la separazione d’una parte d’un cadavere dal resto del corpo di un defunto sia la sua conservazione.

    Tuttavia anche nella Chiesa primitiva esistevano resistenze a tale pratica. Fu solo a partire dall’VIII che si diffuse la pratica della frammentazione dei corpi dei santi e del loro trasferimento dal primitivo luogo di sepoltura a un altro, la «translatio»; inoltre si preferiva ricorrere di solito, per distribuirle ai fedeli, alle cosiddette «reliquie per contatto», cioè a oggetti (di solito «brandia», frammenti di tessuto) che si depositavano qualche istante sulla tomba del santo come a permetter loro di «assorbirne » il potere taumaturgico.

    Molti venerabili uomini di Chiesa attaccarono autorevolmente sia gli abusi cultuali, sia le superstizioni legate alle reliquie: così Claudio di Torino nel IX secolo, così soprattutto Guiberto, abate benedettino del monastero di Nogent fra XI e XII secolo, il cui trattato De pignori bus sanctorum – una requisitoria implacabile contro le falsificazioni e le superstizioni – fu poi scopiazzato nei secoli successivi da tutti i detrattori anticattolici del culto delle reliquie (da Giovanni Calvino al Voltaire), i quali però si guardarono bene dal citarlo.

    Le reliquie principali dei santi erano e restano il loro corpo, o parti di esso: la pratica cristiana ha difatti consentito, per esigenze di culto, lo smembramento dei corpi dei santi. Si tratta comunque di una pratica che la Chiesa moderna tende a lasciar da canto: le reliquie dei santi sono oggi, soprattutto, parti del loro abito oppure oggetti ad essi appartenuti.

    Il culto delle reliquie fu comunque, insieme con la vendita venale delle indulgenze, uno degli «scandali» contro i quali si scagliarono tra Medioevo ed Età moderna tutti i fautori delle riforme ecclesiali: fino alla Riforma protestante vera e propria e alla Controriforma, che ribadì la legittimità del culto ma accolse le giuste critiche ai suoi abusi e avviò una vera e propria caccia alle false reliquie che ancora fossero venerate nelle chiese. Naturalmente, ciò non toglie che molti falsi sfuggissero alle indagini, anche alle più accurate.

    Oggi, la Chiesa può usufruire dei medesimi strumenti messi a disposizione della ricerca storica per correttamente datare un oggetto: le indagini mediante l’uso del C14, l’isotopo radioattivo del carbonio, del DNA e così via. Gli studi relativi alla «Santa Sindone» di Torino, ad esempio, sia pur caratterizzati da una problematica particolarmente complessa, hanno dimostrato quanto grandi servigi la scienza possa rendere al culto.

    Va da sé che comunque da una parte la fede nelle reliquie non fa parte di alcun dogma, dall’altra che in qualche caso di sia pur dubbia autenticità la Chiesa può autorizzare il mantenimento – magari provvisorio, in attesa di raggiunte certezze – di un culto locale per rispetto alla tradizione e alla devozione dei fedeli.

    Lo stato d’integrità di un corpo fisico, anche molto tempo dopo il decesso, è considerato un segno di santità, che si appura appunto attraverso la «ricognizione » dei resti, oggi espedita con i mezzi e gli strumenti che la scienza moderna pone a nostra disposizione. Naturalmente, l’integrità di un corpo dopo la morte non è, di per sé, ritenuta prova sufficiente di santità; né, al contrario, un corpo che abbia subìto il fisiologico processo di dissoluzione è perciò stesso ritenuto come appartenente a una persona che non ha raggiunto il livello della santità.

    La Chiesa si muove in questi frangenti con estrema prudenza, come abbiamo visto nella recentissima ricognizione dei resti mortali di san Pio da Pietrelcina. La ricognizione continua ad essere un momento importante, prima della translazione del corpo di un santo da una sede all’altra. La Chiesa ha agito, anche in questo caso, in maniera del tutto conforme alla tradizione.

    Reliquie, istruzioni per l’uso (e l’abuso)

    La reliquia è nella tradizione ecclesiale cattolica un resto corporeo di santi o di sante, di beati o beate, oppure di qualche oggetto santificato dal contatto con loro. Casi molto particolari sono le reliquie della Beata Vergine Maria e, soprattutto, del Cristo: specialissime poi fra tutte sia le reliquie del legno della Santa Croce (o degli altri strumenti della passione: dalle spine a i chiodi), sia quelle del Santo Sangue del Signore, che possono aver avuto origine dal Suo Sangue versato durante la Passione o da quel particolare tipo di miracolo che è il «miracolo eucaristico».

    Sul piano storico, la reliquia cristica è prova e pegno (in latino, appunto, «pignus») della comune salvezza, connessa con la realtà dell’Incar nazione.

    A somiglianza di essa, le reliquie dei martiri sono pegno della comunione dei santi, che garantisce l’unità della Chiesa come Corpo Mistico sulla quale si fonda la certezza che i santi continuano a proteggere, come mediatori, la comunità dei credenti: ciò giustifica la fede nel potere miracoloso che le reliquie possono avere.

    Anche gli antichi greci e romani conoscevano il culto delle reliquie degli eroi, alle quali però non attribuivano alcun valore taumaturgico.

    Lo sconsiderato traffico delle reliquie – e quindi la circolazione di reliquie false, che si produssero nella Cristianità occidentale, specie tra VIII e XI secolo, e che erano collegati a fenomeni quali il pellegrinaggio – obbligò la Chiesa a correre ai ripari: s’introdusse l’obbligo delle «authenticae», documenti – talora ridotti a semplici etichette – che avrebbero dovuto assicurare identità e provenienza di ciascuna reliquia, si avviarono verifiche di esse («recognitiones») e nel 1215 il Concilio Lateranense IV proibì l’ostensione delle reliquie fuori dalle loro teche al fine di ridurre i fenomeni della falsificazione, della sostituzione e del furto.

    [f. card.]

    Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

     

    1. Cristoforo Magistro

      Il cattolico conservatore Franco Cardini è un importante storico del medioevo e le cose che dice riguardo al culto delle reliquie praticato dalla Chiesa sono indubbiamente giuste.
      Sono però altrettanto importanti le omissioni, cioè le cose che non dice, riguardo allo stesso argomento.
      Non dice, prima di tutto, che su molte questioni la Chiesa nel corso dei secoli ha spesso cambiato posizione, che in alcuni casi ha precorso i tempi e in molti altri si è posta di traverso alla modernità e al progresso e che in altri ancora ha sbagliato e fatto poi lodevolmente ammenda dei suoi errori.
      Da laico, ritengo che la Chiesa abbia svolto un ruolo complessivamente positivo sul piano storico, ma questo non può giustificare tutto il suo operato: i roghi degli eretici e l’inquisizione, i papa-re e la pena di morte praticata senza remore nello stato pontificio, l’appoggio al fascismo e il silenzio sul genocidio degli ebrei.
      Dice Cardini che “il cristianesimo, vissuto sul serio, è una fede dura e assurda” e continua sviluppando abilmente una serie di considerazioni che si riferiscono in parte al piano dottrinale, in parte a quello fattuale. Dopo aver accusato i critici dell’ostensione a San Giovanni Rotondo di ipocrisia e ignoranza racconta cosa accadeva in passato zigzagando fra fede e storia del cattolicesimo e insistendo proprio sulle prese di posizione di autorevoli uomini di Chiesa contro gli abusi della credulità popolare.
      Tutto giusto e vero, ma la malafede di Cardini credo che stia nel fatto che non rileva che certe manifestazioni del passato di un’istituzione come la Chiesa non possono giustificare quelle del presente di analogo segno.
      La Chiesa è stata ed è tante cose e la stessa figura del frate di Pietrelcina è stata giudicata in modo contrastante dai vari pontefici che si sono alternati dal 1918 ai giorni nostri.
      D’altra parte, forse per raffreddare entusiasmi un po’ eccessivi, sembra che l’attuale papa non abbia intenzione nel corso del suo viaggio in Puglia di recarsi a San Giovanni Rotondo.
      Significherà pure qualcosa una simile scelta.

    2. Cinzia

      Falco, grazie per la dettagliata citazione di questo celebre storico del Medioevo, che – ammetto la mia ignoranza – non conoscevo.
      Mi perdonerai se ho abbandonato la lettura a metà, scoraggiata dalla lunghezza dello scritto e da una serie di proclamazioni in toni solenni che mi turbano (es., “Non v’è più motivo di temere i cadaveri o di averne orrore: essi sono candidati alla resurrezione”. Scusate, sono confusa: non era lo spirito a risorgere?!?!).
      A questo punto, mi chiedo: ma tu, falco, uomo del XXI secolo, dotato di facoltà di discernimento e intelletto, come la pensi? Concordi pienamente con tale Cardini?
      Sei veramente convinto che, coi tempi che corrono, l’ostensione delle spoglie di San Pio sia ispirata solo a profonda fede e adorazione del Santo?

      1. falco

        Carissima Cinzia, da non religioso (laico) dico semplicemente che queste pratiche, come tante altre mi scivolavano addosso prima continuano a farlo oggi.

        Personalmente non condivido, perchè oggi credo abbia più un valore commerciale che religioso,

        ma rispetto.

        Ho ripreso un appunto dello storico per lasciar intendere che non si tratta di una trovata dell’ultimo momento ma di una pratica ricorrente.  

         

          

    3. Làeda

       http://bari.repubblica.it/dettaglio/Niente-folla-sul-Gargano-su-Youtube-il-vero-record/1450031

      Personalmente non ho una posizione precisa a riguardo, anche se, sostanzialmente, non ci vedo nulla di tanto macabro. Abbiamo visto in diretta il funerale del caro Woijtila, vediamo ogni giorno in tv (magari all’ora di pranzo, mentre stai gustando il tuo bel piatto di spaghetti al sugo e sai che per secondo c’è una bella fetta di carne) cadaveri di morti ammazzati per le strade, con tanto di sangue sparso intorno (questo è davvero MACABRO)… Io che sono “sensibile di stomaco”(passàtemela) non ho trovato macabra la salma di Padre Pio, visto che è solo una perfetta ricostruzione. E’ dal resoconto di Repubblica.it che vengono fuori delle considerazioni, e cioè: il fatto che tutto ciò abbia delle finalità di lucro è l’ultimo problema, che non lascia neppure di che scandalizzarsi, considerando che gli oggettini di Padre Pio sono già in vendita da decenni, come lo sono quelli di Madre Teresa di Calcutta, di Ratzinger, di Woijtila (di Lady D…parliàmone…), ed ormai è di normale amministrazione. Il punto è un altro e, secondo me, è l’errata adorazione della salma. Il fatto che il “vero evento sia su YOUTUBE” non fa che profanare il significato reale di “pellegrinaggio”, ed è questo il problema a cui dobbiamo pensare. E poi: visitare la salma di un Santo non per tutti è”show”. Abbiamo sentito parlare di Padre Pio e spesso (almeno per quanto mi riguarda) abbiamo pregato invocandolo, guardandolo soltanto in foto, quindi secondo me dev’essere davvero un’emozione avere la possibilità di essere lì vicino, sebbene sia soltanto un corpo privo di vita… Dobbiamo pensare a quanti sono stati miracolati da Lui, dobbiamo pensare a quanti piangeranno lì davanti e diranno “GRAZIE”… Cerchiamo di non essere sempre negativi: in tutto c’è almeno uno 0,2% di positivo, che è bene cogliere sempre(…secondo me, ovviamente).

       

       

       

       

       

      “Ciò che appartiene a Dio, appartiene anche agli uomini.Il nostro dovere ci obbliga a prestarci di buona grazia alla propagazione della sua dottrina.”

  4. LomFrAnz

    In questo caso devo riconoscere alla Chiesa un primato quello di aver superato ed anticipato l’arte!

    Mi riferisco all’arte contemporanea di Gregor Schneider, artista tedesco di fama internazionale che cerca un volontario in fin di vita (colpito da qualche malattia terminale) da “esporre” in una mostra mentre aspetta la morte. In una socetà come quella contemporanea, caratterizzata per la prima volta nella storia dell’umanità da un rifiuto della morte, questa “performance” fà senzaltro discutere, ma aimè è arrivato in ritardo, infatti ci pensa santa madre chiesa a glorificare e a far discutere sulla morte, ed è quella di un santo… Quindi ringrazio l’istituzione religiosa per aver aperto, inconsapevolmente e per fini di lucro, il dibattito sulla morte, la morte in sé può non essere arte, ma in arte viene trattata e l’arte apre dibattiti, e benché sia inevitabile spaventa e rattrista … come i casi dimostrano!

     

    Ramingo errante

      1. LomFrAnz

        Quando, fino a poco tempo fà, andavo a raccogliere le olive con la mia famiglia, sentivo spesso questa frase: CHIACCHIER E FRUT !!!

        Il significato penso sia chiaro, da allora faccio due cose: discuto, preferibilmente con chi si dimostra abbastanza aperto da accettare un confronto libero da pregiudizi, e faccio Frutti, agendo anche in pratica lavorando , studiando, facendo azioni di reponsabilità sociale…

        Tornando al mio post, ho ironicamente messo a confronto le due cose per riflettere un pò sul senso del feticcio che in questo caso ha svolto (almeno per chi è libero da pregiudizi) lo stesso compito che vorrebbe svolgere l’artista tedesco, ovvero far riflettere sulla morte e sullo stato materiale dell’ umano (uno consapevolmente l’altro no).. Con tutte le loro differenze. Questo perchè, di fronte alla scelta dell’artista ci saranno molte polemiche, di fronte a quella della Chiesa (esporre un cadavere ancora in stato di decomposizione) ci sarà e cè ADORAZIONE!!

        Per chiarire, non sono daccordo nè con l’uno nè con l’altro!

         

        Ramingo errante

        1. titus

          Quando Aprirai la SCUOLA DELLA Saccenza Infinita Verrò AD Imbarare Da te…..
          Senza pregiudizzi così IMbarerai a noi poverini… l’arte del confronto e del ragionamento…. grazie di esistere …….

          1. LomFrAnz

            ma caro titus io non voglio imbarare niente a nessuno, non penso nè di esserne in grado nè di avere la pazienza, ma anzi se dico qualche cazzata spero di essere contraddetto e corretto così da imparare qualcosa.

            Ramingo errante

          2. titus

            Come ora che ci sino i Sicomori piantati nell’abbazia…
            Potrai imbararci… tutto sull’esistenza sulla retorica e sulle leggi del mondo….
            se poi vuoi possimo pensare alla realizzazione di una tenda indiana … così tu da buon sciamano potrai indicarci le vie per raggiungere il grande spirito….
            io nn ho imbarato nulla … ma na volta ho sentito na cosa approposito di vecchi detti … E meglio tacere quando non si ha nulla da dire che parlare e dire delle fesserie….

            Approposito d’imbarare nn ti ergere sempre sopra di tutti o come depositario delle verità assolute… altrimenti noi siamo propensi a pensare che dobbiamo imbarare …..
            lascia stare le cazzate…
            cia

          3. LomFrAnz

            infatti potevi tacere tu! Invece di dire che sono un polemico stanziale non potevi dire cosa non ti piaceva del mio discorso? giusto o sbagliato che fosse avrei preferio questo al tuo umorismo/insulto gratuito!

            Se non ti piace il mio paragone tra l’esposizione della salma e schneider potevi dirlo o trovare un filo conduttore, io l’ho trovato nel fatto che entrambi fanno parlare di morte, entrambi rivelano un gusto macabro e sadico per la morte, solo che nell’arte non verrebbe mai accettata ma nella religione viene glorificata …

             

            E poi dove lo vedi che mi ergo?

            Se mi rispondi a queste cose sarei felice di prendermi tutti gli insulti che vuoi, ma così non ha senso, a questo punto mi porti a trarre le conclusioni che la tua è la polemica gratuita!!

             

            Ramingo errante

      2. ADMIN

        Mi auguro siano in molti a leggere questo post, soprattutto per l’inutile, evitabile, gratuito, futile, insignificante battibecco tra titus e lomfranz, che non solo non aggiunge nulla alla discussione, ma sottrae tempo a chi mostra un qualche interesse verso il nostro sito.
        Complimenti, ragazzi. Continuiamo con attacchi personali che non “ci azzeccano” proprio e faremo tanta strada… indietro.
        Titus, avevamo davvero bisogno di questo exploit?

  5. Maxgraphic

    Falco, non credo sia cenere di defunto attempato quello che appongono sul capo i sacerdoti il giorno delle “ceneri” quel giorno che segna l’inizio della quaresima.
    Credo sia cenere delle palme benedette arse, la quale ricorda semplicemente che “Cenere eri e cenere ritornerai!”, nulla di più. Scusa la puntigliosità ma questa cosa sembrava veramente macabra!
    Buona serata!

    Massimo

  6. LomFrAnz

    .. chiedo scusa al canale e all’ ADMIN per aver dato modo a questo battibecco di continuare, bene avrei fatto ad ignorare da subito la provocazione !

    Colpa del mio carattere impulsivo.

    D’ora in poi farò più attenzione a ciò che scrivo per evitare di toccare la sensibilità degli utenti !

     

    Ramingo errante

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