Atella

Vasto abitato fortificato fondato dagli Angioini alle falde del monte Vulture. Abitanti 3.885; superfice km 88; altitudine m. 501.

Monasteri e fondazioni monastiche di Atella (PZ). 

Abbazia di S. Ippolito e santuario di S. Michele Arcangelo (Benedettini). Tra le più importanti fondazioni benedettine della Basilicata. Attestato per la prima volta nell’anno 982 in un diploma dell’Imperatore Ottone II nel quale il monastero appare già in stretta relazione con il santuario in grotta di S. Michele Arcangelo la cui fama e prestigio determineranno ben presto la totale identificazione tra abbazia e luogo di culto micaelico. Nelle carte successive, infatti, il monastero è generalmente citato con la dedicazione a S. Michele contratta in S. Angelo. Gli imponenti ruderi dell’abbazia occupano una parte dell’istmo che divide i due laghi di Monticchio mentre il santuario di S. Michele (attualmente in territoro di Rionero ), occupa una vasta grotta naturale nella parete del vulcano. Il prestigio del santuario di S. Michele è tale che ben presto la comunità monastica benedettina di S. Ippolito, che ne detiene il controllo, acquisisce una sorta di primato spirituale in tutto il Vulture e un vasto patrimono di chiese e feudi donate da Longobardi e Normanni in Puglia e Basilicata. Tra i secoli XI e XII, le strutture altomedievali dell’abbazia, sono continuamente ampliate sino a formare un vasto monastero costituito da più chiostri e da una grande chiesa a tre navate con transetto sopraelevato e terminazione formata da un imponente abside trilobata sormontata da una cupola. Sotto l’abside, un vasta cripta anch’essa trilobata accessibile dalle navate laterali. All’ampliamneto del monastero, tra i secoli XII e XIII, lavorano i più importanti artisti presenti in Basilicata tra cui il ” magister ” Sarolo da Muro al quale sono attribuiti i capitelli del chiostro normanno-svevo. Ampliamenti e restuari sono realizzati anche nel santuario micaelico, ove l’ipogeo è inglobato in una serie di imponenti edifici atti ad accogliere e disciplinare il grande flusso di pellegrini che visitano la grotta dell’Arcangelo. Sul finire del secolo XIII, l’abbazia patisce lo scontro tra Svevi e Angioini che dissangua il Vulture e le conseguenze di alcuni eventi sismici che semidistruggono il monastero. Nella prima metà del secolo XIV, la chiesa sarà ricostruita in forme più ridotte e semplici mentre la comunità monastica conoscerà un’ultima grande fase di splendore grazie allo stretto legame tra alcuni abati e la corte angioina di Napoli. Nel 1440 l’abbazia risulta concessa in commenda e nel 1456 è quasi del tutto distrutta da un terremoto che probabilmente costringe la comunità superstite a trasferirsi presso gli edifici eretti intorno al santuario di S. Michele dove, agli inizi del secolo XVI i benedettini saranno sostituiti dai frati agostiniani, attestati per la prima volta sul Vulture nel 1535.

Il patrimonio dell’abbazia, costituito da chiese, grancie e casali sui quali l’abate esercita la piena giurisdizione feudale, si forma tra i secoli X e XII. La vastità del patrimonio è tale che consentirà ai monaci di erigere uno dei complessi monastici più imponenti del Meridone. Dal secolo XIV in poi, il monastero perderà progressivamente i possedimenti dei quali però ancora oggi restano testimonianze significative soprattutto sul Vulture.

Elenco delle dipendene appartenute all’abbazia di S. Ippolito. Atella (PZ): chiesa e casale di S. Andrea di Statigliano; casale di Monticchio; casale di Acquatetta; chiesa di S. Maria di Luco; chiesa di S. Maria di Vitalba. Avigliano (PZ): chiesa di S. Cristina a Lagopesole. Lavello (PZ): chiesa di S. Barbara; chiesa di S. Marco; chiesa dei SS. Giovanni e Paolo; chiesa di Ognissanti. Melfi (PZ): chiesa di S. Antonino; chiesa di S. Eustacchio; chiesa di S. Martino; chiesa di S. Pietro di Berul; chiesa di S. Felice di Fugiano; chiesa di S. Giacomo; chiesa dei SS. Lorenzo e Stefano a Cisterna; chiesa di S. Antonio. Rapolla (PZ): chiesa di S. Giacomo; chiesa di S. Lorenzo; chiesa di S. Nicola; chiesa di S. Giorgio; chiesa di S. Barbara; chiesa di S. Maria del Monte. Andria (BA): chiesa di S. Salvatore; chiesa di S. Nicola; chiesa di S. Salvatore in Gorgo. Bari: chiesa di S. Matteo; chiesa di S. Leucio; chiesa di S. Caterina. Barletta: chiesa di S. Stefano de Plancano; chiesa di S. Maria del Calvario de Plancano. Molfetta (BA): chiesa di S. Chirico. Noicattaro (BR): chiesa di S. Angelo. Salpi (FG): chiesa di S. Nicola de Varisenta; chiesa di S. Teodoro; chiesa di S. Martino. Spinazzola (BA): chiesa della SS. Trinità; chiesa di S. Maria in Olmeto; chiesa di S. Maria in Edera; chiesa di S. Egidio. Trani: chiesa e casale di S. Angelo di Pacciano. Località non identificate: chiesa di S. Fabiano oltre l’Ofanto; chiesa di S. Martino oltre l’Ofanto. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II, pp. 8-30.      

Monastero di S. Spirito (Benedettine). Comunità monastica femminile originariamente insediata a Rapolla e poi trasferita ad Atella dove risulta insediata già nella prima metà del secolo XV. Il nucleo originario è organizzato intorno ad un piccolo chiostro ed alla chiesa intitolata a S. Benedetto che conserva numerose ed importanti opere d’arte. Tra i secoli XVII e XVIII il monastero è ampliato con l’aggiunta di un nuovo grande chiostro. Parte dell’edificio attalmente è occupato dagli uffici del Comune. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II, pp. 31-34.     

Casale di Monticchio (Benedettini). Abitato fortificato tra il Vulture e l’Ofanto, anticamente sottoposto alle giurisdizioni feudali dell’Abbazia di S. Ippolito. Abbandonato dopo il terremoto del 1456, se ne conservano imponenti ruderi. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II, p. 27.

Casale di S. Andrea di Statigliano (Benedettini). Abitato fortificato del Vulture anticamente sottoposto alle giurisdizioni feudali dell’Abbazia di S. Ippolito. Abbandonato probabilmente dopo il terremoto del 1456, se ne conservano i ruderi a pochi chilometri dalla omonima frazione del comune di Atella. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II, pp. 27-28. 

Casale di Acquatetta (Benedettini). Abitato fortificato scomparso, alle falde del Vulture, anticamente sottoposto alle giurisdizioni feudali dell’Abbazia di S. Ippolito. 

Chiesa di S. Nicola di Vitalba (Benedettini). Chiesa scomparsa presso l’abitato, anch’esso scomparso di Vitalba, lungo la fiumara di Atella, possesso dell’Abbazia di S. Ippolito. 

Chiesa di S. Maria di Luco (Benedettini). Chiesa scomparsa, alle falde del Vulture presso le omonime sorgenti, possesso dell’Abbazia di S. Ippolito. Bibliografia: Monasteri italogreci e benedettini, vol. II, p. 27.  

Convento di S. Maria degli Angeli (Francescani). Grande monastero eretto a poca distanza dal paese. Fondato nella prima metà del secolo XV e sede di una comunità dell’Osservanza. Semidistrutto da un terremoto è ricostruito nel primo decenno del sec. XVIII ed affidato ai Frati Minori Riformati. Ancora abbandonato è circondato da un vasto e suggestivo giardino. Bibliografia: Insediamenti francescani, vol. II, p. 28- 31.     

Convento di S. Francesco (Clarisse). Convento femminile appartenente all’ordine francescano delle Clarisse. Fondato nella seconda metà del secolo XIV e soppresso da Papa Innocenzo X nel 1652. Bibliografia: Insediamenti francescani, vol. II, p. 28.         


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