Ventennale del martirio dei frati cappuccini a INHASSUNGE

Carissime amiche e carissimi amici,
pace e bene!

Il 27 Marzo 2009 ricorre il ventennale del martirio di tre Frati Cappuccini, trucidati nel 1989 sull’isola di Inhassunge  in Mozambico,   mentre erano impegnati nella loro missione di vita in favore  di quella popolazione africana.

I loro nomi sono:

CAMILLO CAMPANELLA
ORESTE SALTORI
FRANCESCO BORTOLOTTI

Fra Camillo, fra Oreste e fra Francesco erano tre Frati Cappuccini che da anni vivevano in Mozambico e facevano parte della Comunità di Inhassunge, una piccola isola che si trova nel fiume Bons Senais, affluente dello Zambesi,  posizionata di fronte alla città di Quelimane.

La loro scomparsa ha segnato la comunità religiosa locale e ha cambiato la vita dei poveri ai quali loro si dedicavano con gioiosa carità. Ecco perchè anche in questa occasione,  noi membri della Cooperativa Ceramica di Quelimane vogliamo ricordare insieme a voi il bene fatto e gioire dei frutti del loro impegno e sacrificio.

Ma andiamo con ordine……

COSA ACCADDE

Era il 27 marzo 1989, festa dell’Angelo, ovvero pasquetta.
Le cose non andavano bene. I guerriglieri delle due fazioni che si contendevano il potere dopo il colonialismo portoghese, la  Frelimo e la Renamo, sparavano  colpi di mitragliatrici. Anche al buio. Non si guardava chi ci fosse davanti. Importante era sparare.
Tanto si sparava che tra le migliaia di vittime innocenti, furono uccisi anche tre innocenti frati cappuccini, appassionati missionari in Mozambico. Essi erano: fra Francesco Bortolotti, fra Oreste Saltori, entrambi di origine trentina, e fra Camillo Campanella, di origine brindisina. Fra Francesco e fra Camillo erano due frati sacerdoti, mentre fra Oreste fratello laico.
Insieme a qualche altro missionario, i tre frati componevano la comunità di Inhassunge.
Fu una Pasqua di sangue. I colpi erano tanti quei giorni, ma i tre frati non si lasciarono prendere dallo spavento, anche perché probabilmente per loro non ci dovevano essere rischi di morte. Purtroppo ,però, le cose non andarono così.
Già alle cinque del mattino di lunedì 27 marzo si sentivano i primi colpi di bazooka intorno al minuscolo e caratteristico convento dei Padri Cappuccini. Qualche frate di origine mozambicana forse aveva intuito il pericolo già da qualche ora prima, per questo aveva deciso di mettersi in salvo portando via i giovani novizi che vivevano nella stessa comunità. Uno rimase in casa in un angolo della sua stanza in attesa che tutto finisse, e i tre andarono a nascondersi in mezzo ad un bananeto.
Purtroppo quella pianta non li difese. I soldati si avvicinarono e, opponendo resistenza alle ragioni dei tre frati, cominciarono a sparare. Due di loro, padre Camillo e padre Francesco morirono sul colpo, fra Oreste fu ferito: morì diverse ore dopo, mentre veniva trasportato di quà e di là su una jeep che attraversava strade piene di buche.
Per fra Oreste fu un vero e proprio calvario. Dovette infatti soffrire maggiormente a causa delle gravi ferite inferte dai colpi di mitragliatrice. Il movimento della macchina che sbatteva a causa buche della strada non asfaltata gli procurò maggiori dolori. Come poteva resistere a quella agonia? Di forze non ne aveva più. Fra Oreste morì durante questo disumano tragitto. Fu seppellito sulla strada e ricoperto di terreno.
Per fortuna fu assistito da padre Giocondo Pagliara, l’altro frate missionario che fu tenuto prigioniero per quaranta giorni e poi finalmente liberato. Padre Giocondo era quel frate rimasto in casa al momento dell’arrivo dei soldati alla missione.
Dopo diversi giorni i Frati di Quelimane vennero a sapere dove era sepolto fra Oreste. Nonostante corressero rischi anche loro, senza paura e con fede, si recarono in quel posto e presero l’ormai malridotto corpo di fra Oreste.
I padri Francesco e Camillo, morti sul colpo, furono immediatamente presi, non appena i soldati si allontanarono da quel posto.
Ad avvisare i missionari dell’accaduto fu la gente del luogo.
Dopo qualche giorno nella gremita cattedrale di Quelimane, don Bernardo Governo, vescovo della città, insieme ai frati missionari in Mozambico e a tanti sacerdoti, celebrò solennemente i funerali. Fra Francesco, fra Oreste e fra Camillo riposano nel cimitero di Cualane.

Sul luogo dell’uccisione oggi si erge un semplice ma significativo monumento: tre croci in legno che poggiano su una scultura in pietra raffigurante l’Africa. Ogni croce riporta il nome di uno dei tre frati.
Su questo spazio bagnato dal sangue dei tre missionari cappuccini ogni anno la gente del posto, ovvero la comunità cristiana, si ritrova per celebrare l’Eucaristia in ricordo del loro sacrificio.
Con il sacrificio di fra Francesco, di fra Oreste e di fra Camillo, Dio ha detto il suo sconfinato amore per la gente del Mozambico, per i poveri di questa terra, oggi maggiormente benedetta non solo con l’acqua, ma col sangue.

UNA SCUOLA IN RICORDO DEI MARTIRI

In quello stesso periodo Fra Antonio Triggiante, giunto da Bari tre anni prima in Mozambico, aveva iniziato a raccogliere alcuni ragazzi sotto una pianta di mango per dare loro un’ istruzione di base e creando di fatto una scuola comunitaria.
Con il passare dei mesi si decise di costruire una capanna capace di ospitare 150 alunni.
La necessità di assicurare la dovuta istruzione a centinaia di bambini che vivevano nella foresta ed il desiderio di ricordare il martirio dei frati di Inhassunge, che tanto mirabilmente con il loro impegno di vita missionario si erano per anni prodigati in loro favore, motivò la costruzione di una scuola attrezzata a loro intitolata.
Pertanto ben presto nel cuore della foresta africana la piccola palhota si trasformò, grazie alle generose offerte di migliaia di benefattori, in una scuola in muratura ben organizzata.

LA SCUOLA OGGI

Dopo vent’anni quella scuola conta oggi quasi 4000 alunni. Al posto della capanna vi è una struttura in muratura che conta 14 sale ( oltre alla segreteria e ai servizi igienici).Vi sono 77 professori e 12 addetti alla segreteria e alle pulizie dei locali.
La scuola ospita alunni e alunne, senza discriminazione alcuna , che frequentano dalla prima alla decima classe.
Gli alunni sono divisi in “turme”, cioè gruppi, di circa 80 elementi e, divisi in quattro turni, possono frequentare dalla prima alla decima classe.
La scuola apre alle 6.00 del mattino e chiude alle 22.00, perché in orario serale da alcuni anni è stato attivato anche un corso di alfabetizzazione per gli adulti.
La scuola è gratuita fino alla settimana classe, mentre per la frequenza degli altri anni è richiesto il pagamento di una tassa annuale di 4 euro, che può sembrare irrilevante altrove, ma che qui rappresenta quasi la paga settimanale di un operaio. Ecco perché molti degli alunni sono accolti gratuitamente all’interno della scuola anche qualora non siano in grado di pagare la quota di iscrizione, il che non li esonera, comunque, dalla possibilità di contribuire, quando riescono, alla realizzazione di nuove aule, consegnando un mattone di cemento,acquistato dai genitori in segno di riconoscenza.
E’ stato attivato anche un corso per giovani sordomuti tenuto da un docente che padroneggia il linguaggio dei segni.

SCUOLA ARTE E MESTIERI

Dal 2005 gli alunni della Scuola Comunitaria dei Martiri di Inhassunge possono continuare gli studi presso la nuova scuola Arte e mestieri, costruita all’interno della Cooperativa Ceramica, fondata sempre da Fra Antonio nel 1986 nei pressi dell’aeroporto.
La scuola offre tre corsi triennali di qualifica professionale nei settore della meccanica, della falegnameria e della informatica. I laboratori dei corsi sono attrezzati con macchinari semindustriali e con computer offerti dalla Regione Basilicata e da altri benefattori. Nell’attivazione dei laboratori di meccanica e falegnameria, dotati anche di macchinari semiautomatici, e nello svolgimento di corsi di specializzazione per i professori è stato molto importante l’impegno di alcuni tecnici volontari italiani che si sono alternati nel corso degli ultimi anni nella scuola e vi hanno speso la loro pluriennale professionalità .
In loro presenza è stata ben organizzata anche l’aula informatica, accessoriata con 10 pc, due stampanti e il collegamento ad Internet in banda larga. La fruizione di questo laboratorio da parte di docenti e alunni consente loro di tenersi aggiornati e mantenere contatti con gli amici italiani che sostengono i loro studi.
Al termine del trienno gli alunni potranno essere inseriti nelle poche imprese locali di falegnameria o meccanica oppure ritornare nei loro villaggi di provenienza e ,con il nostro sostegno per l’acquisto di un kit di lavoro, avviare una piccola bottega.
Il titolo di studio conseguito consente,comunque, anche l’iscrizione ad alcune facoltà universitarie.

L’APPOGGIO STATALE

Da alcuni anni lo stato mozambicano, tramite il Ministero dell’Educazione contribuisce al funzionamento delle nostre scuole, pagando lo stipendio a circa la metà dei professori.

COME SI FESTEGGERA’ A INHASSUNGE E A QUELIMANE

Il 27 Marzo 2009 verrà celebrata la S. Messa nel posto dove furono uccisi i tre frati e ad essa parteciperà tutta la comunita’ cristiana dell’isola.
Il giorno successivo tutti gli alunni della scuola a loro dedicata, gli amici, il Terzordine Francescano, la Comunita’Cappuccina e gli abitanti di Quelimane che lo desiderano si recheranno insieme al Cimitero di Cualane per la deposizione della corona di fiori sulle tombe ove i tre riposano
Al termine di questa cerimonia, si ritornerà nella Scuola Comunitaria dei Martiri di Inhassunge e lì si realizzeranno laboratori per bambini e incontri culturali,aperti a tutta la popolazione di Quelimane.

PROSPETTIVE FUTURE

Per il futuro ci auguriamo di poter continuare a fornire questo servizio educativo e aumentare il numero degli alunni. Ovviamente ciò implicherebbe la necessità di ingrandire la struttura, ma ,con fede nel Signore e riconoscenza verso quanti fino ad ora ci hanno sostenuto,siamo certi che anche questo sogno si realizzerà!

RINGRAZIAMENTI

Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito con le loro genorose offerte alla realizzazione di questo magnifico sogno e tra loro permetteteci di porgere un grazie particolare :

alla Amabasciata Britannica per essersi assunta l’onere della costruzione di n. 10 aule e della sala di riunione degli insegnanti della Scuola Martiri di Inhassunge,

alla Comunità di Dossobuono che per ben dieci anni si è assunta l’oneroso impegno di sostenere la spesa degli stipendi degli insegnanti, nonchè.le spese di manutenzione dell’edificio scolastico e l’acquisto di materiale didattico,

al Segretariato delle Missioni Estere dei Frati Cappuccini di Puglia e il Centro Missioni Cappuccini di Trento per il sostegno continuo materiale e morale dimostrato per le istituzioni scolastiche innanzi citate, permettendo tra l’altro l’istituzione della sezione per gli alunni sordo-muti e sostenendo altre spese per la gestione scolastica,

i Frati minori cappuccini di Quelimane per la loro presenza fisica ed in particolare per quella infaticabile ed insostituibile di fra Antonio Triggiante.

le Onlus Ass.A.I. di Pomigliano d’Arco, Tennis for Africa di Roma, Dodiciceste di Asti e C.P.M. di Magenta per essersi occupate negli ultimi anni di una attenta e proficua raccolta fondi,

i gruppi parrocchiali, le imprese, le associazioni, le famiglie e i singoli individui che anche attraverso un’offerta simbolica ci hanno dato il coraggio di continuare e la speranza che questo cammino di educazione e formazione vada verso un traguardo di uguaglianza e di pace.

Queste due foto rappresentano la Scuola dei Martiri di Inhassunge, come era 20 anni fa e come è oggi.

GRAZIE  a quanti hanno permesso questa meraviglia!

scuola1989

scuola2009-1

 


Commenti da Facebook

1 Commmento

  1. tm

    Un invito alla preghiera nel ricordo dei Padri Campanella e Bortolotti i
    due missionari Cappuccini trucidati lunedì scorso in Mozambico, è rivolto questa
    mattina dal Santo Padre ai numerosi fedeli raccolti in Piazza San Pietro per
    l’udienza generale. Il Papa esprime anche la sua solidarietà alla Chiesa in
    Mozambico ed a tutta la benemerita Famiglia dei Missionari Cappuccini. Queste le
    sue parole.
     

    Il nostro ricordo si rivolge, ora, ai padri Camillo Campanella e Francesco
    Bortolotti, missionari cappuccini italiani, che hanno tragicamente perso la
    vita, lunedì 27 marzo, nel corso di eventi bellici che hanno coinvolto la loro
    missione nella diocesi di Quelimane, in Mozambico.

    Desidero invitare voi tutti ad unirvi a me nella preghiera e nel suffragio
    per i due generosi francescani scomparsi, e perché il Signore, nella sua
    misericordia, possa consolare e confortare i familiari delle vittime, come pure
    l’Ordine dei Francescani Cappuccini per questa dolorosa e grave perdita che ha
    colpito anche la Chiesa di quel giovane Paese africano.

    Voglio altresì esprimere il voto che il sacrificio di questi due zelanti
    missionari non vada disperso ma la loro memoria induca tutti coloro che possono
    a ricercare con tenacia e perseveranza la strada della pace per l’intera provata
    diletta Nazione mozambicana.  

     

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