La distruzione della Basilicata

Sono anni che l’amministrazione della Basilicata parla della nostra terra come di un’isola felice, dove non ci sono in fondo grossi problemi e il rilancio sembra essere dietro l’angolo. Si punta sulla “basilicata incontaminata” e sulle risorse del territorio.

Così mentre l’intera classe dirigente lucana gioisce per l’ultimo “successo giudiziario”, ricordiamo che alcuni filoni delle inchieste rigurdavano la gestione del territorio, con una certa periodicità molteplici osservatori si occupano della nostra regione e in modo particolare dell’impatto ambientale del petrolio sul nostro ecosistema.

Uno dei blog più letti in Europa (il blog di Beppe Grillo) punta il faro ancora una volta sul caso Basilicata con un titolo eloquente: La distruzione della Basilicata. Ricordiamo che addirittura Financial Times e New York Times si occuparano della questione.

Per chi segue il nostro blog questo argomento non è certo nuovo, ma l’insistenza con cui “al di fuori” dei confini regionali se ne parla dovrebbe far riflettere. Grillo pubblica un’intervista all’associazione “No scorie Trisaia” che traccia delle linee ancora una volta preoccupanti, e invita a partecipare sempre di più come privati cittadini alla salvaguardia della nostra regione, quindi della nostra vita.

E’ agghiacciante lo scenario presentato, si parla di una regione in cui le società petrolifere fanno tutto quello che vogliono senza uno straccio di regolamento che tuteli il territorio e i suoi abitanti. Il paragone con la Cina è presto fatto, un territorio quello lucano dove ci si può arriccchire perchè i costi per le multinazionali sono esigui, a partire dalle royalties sino a finire alla totale mancanza di vincoli ambientali.

E’ interessante la questione che riguarda l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere causata dalle trivellazioni, spiegata molto bene nel servizio che viene subito da collegare alle tanti voci indipendenti degli ultimi anni che rilevano valori di inquinamento preoccupanti nei nostri corsi d’acqua.

Sembra che la regione non ponga nessun tipo di vincolo ambientale e quei pochi sono tarati in maniera da far inquinare a “norma di legge”. Si cita il caso di composti che, secondo le regole comunitarie, devono essere non più di 0,05 parti/milione e nella legislazione lucana sono fissate a 30 parti/milione.

Non mi stancherò mai di dire che se c’è qualcosa per cui vale la pena lottare è proprio contro la devastazione del territorio che porta solo morte e sottosviluppo. Quando tutti capiranno questo forse sarà troppo tardi.


Commenti da Facebook

6 Commenti

  1. torrista

    Da questo servizio http://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/videoextra.shtml?13318  si evince che le royalties, che ammonterebbero al 7 %, sono stabilite da una legge nazionale…In Kazakistan sono del 55 %…in Libia del 40 %…perché noi siamo ad un misero 7 % ???… poi sta storia che non ci sono neanche i contatori per sapere quanto petrolio viene estratto ogni giorno…ma io non capisco…con l’ENI che stabilisce a forfait l’ammontare Surprised

    1. Masi Nicola

      Per risolvere i tuoi dubbi, perchè non chiuedi lumi ai tuoi compagni che stanno massacrando questa regione da ben 40 anni???

      Scommetti che ti risponderanno che dipende da Berlusconi che è li da qualche anno????

      VERGOGNA!!!!!

      1. torrista

        Scusi ma l’ha letto il mio commento? O almeno ha visto il video? Il fatto che si riceva solo il 7 % degli introiti dipende dallo STATO ITALIANO non dalla Regione Basilicata. Se ci fosse un pozzo di petrolio attivo in Lombardia anche loro percepirebbero il 7 %…

        Comunque fino a 20 anni fa c’erano altre persone a governare la Basilicata…

        1. vince_ditaranto

          Torrista, è vero che le norme sono nazionali ma, a guardare bene la faccenda, anche la regione Basilicata ha forti responsabilità a riguardo.

          Sembra infatti che il consiglio regionale possa “sollecitare” opportunamente il governo in tal senso, secondo una prassi che alla fine restituirebbe, di fatto, la decisione alla regione stessa. 

          Vuoi la mia opinione? A mio avviso la colpa può essere equamente divisa tra i due soggetti.

          Comunque torniamo alla questione reale, i soldi sono una aggravante mentre la vera assurdità è la mancanza sostanziale di regolamenti ambientali per chi vuole perforare in Basilicata. Se incassassimo il 70% di royalties non cambierebbe il fatto che l’ecosistema lucano sta per essere distrutto.

          1. torrista

            Già parlare di un concorso di colpa mi sembra un discorso razionale, oltretutto suffragato dai “fatti”…spero comunque che si riesca a modificare la situazione royalties. E anche (e soprattutto) sui regolamenti ambientali spero si smuova al più presto la situazione.

          2. Vito Dichio

            Cari amici,

            vorrei una semplice risposta ad una domanda. Ma il popolo lucano dov’è? Il famigerato popolo NO SCORIE dov’è finito? Coloro che invasero SCANZANO JONICO, quelli che avvolsero con un nastro viola gli alberi che furono abbattuti in occasione dell’allargamento della strada MATERA- ALTAMURA cosa fanno? Non risulta molto strano a tutti voi questo loro atteggiamento? Pensate che l’altro giorno a Policoro non erano in tanti. Questo porta a pensare che il petrolio ha un valore importante per la nostra Regione. Oppure posso desumere che le autorizzazioni alle trivellazioni sono state autorizzate do loro stessi e quindi la salute dei cittadini è salvaguardata e tutto deve tacere.

            Dichio Vito

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