ipocrisia

nn riesco a nn commentare i fatti assurdi che accadono in questo paese dilaniato dai conflitti e dominato dalla logica della furbizia e dell’inganno,tutti pietosi buonisti elucubratori nn autorizzati e mistificatori, millantatori del senno del poi impegnati a giustificare un branco di canaglie…come diceva sordi nel celeberrimo film “Il marchese del grillo”..”mi dispiace ma io sono io e voi non siete un ca..o!” la solita piccola italietta ipocrita ed io avanti a tutti con lo stendardo del perbenismo, non si salva nessuno, i morti restano morti e la compassione dura il tempo delle esequie, il tempo necessario ad un petalo del fiore deposto sulla bara di cadere a terra ed essere calpestato da chi prima con aria afflitta contemplava il defunto….tutto passa…e se la prossima volta  fosse ammazzato come un cane il figlio di un dirigente di una grossa società sportiva? e nn un “cane” qualunque con una misera busta paga?lo diceva deandrè in Donraffè “Prima pagina venti notizie
ventuno ingiustizie e lo Stato che fa
si costerna, s’indigna, s’impegna
poi getta la spugna con gran dignità …”

nn riesco ad aggiungere sdegno, ma date le reazioni delle società calcistiche

che già piangono miseria…e con i loro i miliardari giocatori…poverini…e ripeto..ed insisto…ma se ad  essere ammazzati fossero loro? l’unica certezza è che quando le potenze delle tenebre scendono in campo non fanno prigionieri e non hanno alleati…schiacciano anche chi come alcuni dementi dirigenti di federazione dicono che “i morti fanno parte del sistema…”si è innescato un processo degenerativo a livello culturale che credo nn abbia eguali in europa.Queste due righe non aggiungono e non tolgono niente ai fiumi di parole già scritti…un’apostrofo insignificante sospeso nel nulla.Esiste il momento in cui almeno per dignità si dovrebbe fare un po di autocritica…e non semplice mortificazione televisiva…il padrone del mondo è arrivato ha posato il suo infernale sgurado su di noi e brama le nostre anime…l’occhio che guarda sempre di Sauron… senza sosta che non dorme mai…è un occhio senza palpebra…che nn può chiudersi. La realtà supera l’orrore immaginario…il male( concetto assoluto e non relativo del dolore inflitto) è tra noi…cammina sulle nostre strade…la prossima volta chi colpirà?

non avrei mai voluto trovare il tempo per scrivere questo post…resto così nel mio dolore attonito a guardare il principe di questo mondo prendersi gioco delle nostre anime.


Commenti da Facebook

25 Commenti

  1. Cinzia

    Lazarum, hai perfettamente ragione. Come non provare sdegno davanti ad un’orda di bestie animate dall’odio mascherato da fede calcistica? E come non indignarsi davanti all’ennesimo fiume di retorica che si è sprecata – ipocritamente – a proposito dei fatti di Catania?
    Quello che è accaduto a Catania, ed una settimana prima in Calabria, è la manifestazione dei sintomi di una società malata irreversibilmente, perversa, in cui si arriva a morire anche solo per una banale partita di calcio.
    A questo si aggiungono tutte le polemiche, le esternazioni, le mobilitazioni degli ultimi giorni che danno la misura di quanta abiezione ci sia dietro i volti fintamente inorriditi di politici, dirigenti e personaggi pubblici davanti alla vicenda di Raciti.
    Matarrese, bisogna riconoscerlo, pur nella sua brutalità, ha ragione: il “morto” fa parte del sistema ed il sistema non lo si vuole cambiare. Inutile additarlo come cinico e crudele. Ha semplicemente detto la verità.
    Domenica pomeriggio si tornerà a giocare, come sempre. Ci sarà qualche striscione sventolante alla memoria di Raciti, ma sarà solo una squallida lavata di faccia. Alla prossima assurda morte di un uomo (non poliziotto nè ultra, parliamo di uomini) per una partita di calcio si griderà di nuovo indignati allo scandalo, all’orrore, alla barbarie. Ma gli interessi delle società calcistiche, degli sponsor, delle tv coi diritti televisivi, la pubblicità ed i cento programmi a tema, ancora una volta oscureranno l’ennesima barbarie. E le scene di guerriglia ci saranno ancora, gli scontri con la polizia continueranno, i piccoli e grandi teppisti seguiteranno nelle loro azioni di vandalismo e violenza, gli stadi saranno sempre campi di battaglia. La figlia di Raciti nel suo messaggio durante l’omelia funebre, si augurava che la morte del padre servisse a rendersi conto della necessità di cambiamento nella società. La ragazza, purtroppo, scoprirà presto che il padre è morto inutilmente.

    1. titus

      Non volevo intervenire…
      ma leggendo i vostri post. laz e cinzia… mi trovo pienamente concorde con voi, ed in particolar modo quando tu Cinzia citi il presidente Matarrese, che nel bene o nel male è stato l’unico a dire la Verità…scomoda per i più… fatta di quell’abito di circostanza griffato dal sig stilista “ipocrisia”.
      Questo ha portato ad un disamore per il senso più puro dell’essere appassionato, tifoso di una scquadra…
      comunque per un settore che è dominato in toto dal dio denaro, dal suo discepolo dirette TV (sponsor)…The show must go on….
      e non ho + null’altro da dire…

  2. falco

    Anch’io concordo con voi, indignato anch’io….. però

    cosa bisogna fare?  non l’avete detto.

    La violenza scatenata, non l’ha scatenata il calcio. Il calcio, secondo me, è stato solo un presupposto.

    La violenza ormai c’è dappertutto. Si ammazza perchè non si rispetta uno stop al

    crocevia di casa nostra, si ammazza il vicino perchè ha dei cani che abbaiano, si ammazza perchè cornuto.

    Dobbiamo pur chiedercelo questo, Perchè!!??.

    Dobbiamo riappropriarci del dovere e senso civico che ormai manca o perduto.

    Chi stava a Catania era gente come noi che poteva scatenare qualsiasi cosa in ogni momento in qualsiasi altra occasione, sportiva e non.

    Dobbiamo tutti quanti darci una regolata. Altrimenti finiamo veramente, anche noi, con le nostre belle parole, a commemorare l’ultima vittima del sistema (non calcio), tutto il sistema e modo di vita del secondo millennio.

    L’altra sera al palazzetto dello sport di  Bernalda l’ultimo vandalismo. Se un seggiolino divelto fosse arrivato in testa a qualcuno??.

    Colpa di chi??

    Ragazzi io ci stò pensando. Voi??

     

     

    1. Ape Maya

      Falco, hai generalizzato il problema, ma anche tu non hai detto cosa bisogna fare, né quale sia la causa reale. Bisogna riacquistare il senso civico, d’accordo, ma come nel concreto? E poi da cosa deriverebbe questa perdita di senso civico? Io direi una sola parola per rispondere a entrambe le domande: EDUCAZIONE. Sembra una parola raffinata, quasi delicata, nel pronunciarla non sembrerebbe l’origine dei mali della odierna società, sembra difficile affiancare le parole EDUCAZIONE e OMICIDIO/MORTE. Eppure, a me sembra che parta tutto dall’educazione e si possa risolvere tutto con essa. Considerando che gli agenti educativi non sono solo i genitori, ma anche la scuola, i mass media, l’associazionismo, penso che, a conti fatti, non basti qualche decreto del governo per risolvere la situazione. é un impegno della collettività in generale. Ma se è la stessa collettività che bisogna rieducare, come si fa? Questo è il dilemma… eppure, pensandoci, forse… Non so, voi cosa pensate a riguardo?

      1. lazarum

        la caduta dei maestri la perdita di autorità il disconoscimento delle istituzioni sono processi che nn si sono consuamti nell’arco di un giorno sono il lento ed inesorabile processo di un “certo pensiero” di natura liberale ma di contenuti libertini…relativizzare tutto, decontestualizzare i fenomeni criminosi ed alienarli imponendo agli espisodi dimaniche antopologiche è semplicemente ridicolo nient’altro che il frutto di una impotenza a riconoscere nell’ordine e nella disciplina l’unico metodo educativo, preciso nn parlo dei piccoli balilla,figli della lupa e inscatolamenti intellettivi simili nè della rigida educazione all’inglese, nn stiamo parlando di “ordine e pulizia” ma della riconfigurazione dei mezzi educativi che per decenni hanno funzionato e che a causa di un pesniero troppo superficiale ed approssiativo sono stati sostituiti da altre e tante metologie educative totalmente inefficaci. Le figure preposte dal sistema o dalla natura all’educazione dei giovani sono state private dei mezzi necessari alla formazione culturale e morale dei giovani che si trovano allo sbando e non hanno punti di rifento educativi che nn siano i programmi televisivi a loro volta degerati a bieco intrattenimento pornografico(soft-core) è a dir poco terrificante vedere la disinvoltura con cui già dalle scuole medie ci sia una disillusione sulle tematiche di natura sociale e sessuale, lo voglaimo chiamere “la morte di babbo natale?” nn dobbiamo fare spicciola psicologia dell’età evolutiva, ma i ragazzini vanni guidati con rispetto e rigore,riassumo, se toglaimo i mezzi tradizionali di valutazione del profitto scolastico dove vanno a finire le motivazioni dei ragazzi?se i docenti sono demotivati sottopagati privi di mezzi creativi per educare(matite-colori-cartoncini) e devono provvedere di tasca propria…dove sono le motivazioni del corpo docente e gli stimoli necessari per dare la giusta spinta educativa? siamo solo all’origine le falle del sitema sono tante ma nn incurabili, se i docenti sono depressi,educheranno i ragazzi alla sconforto allo scoraggiamento al relativismo, all’università approdano orde di ragazzi demotivati che partono già sconfitti convinti che senza una raccamandazione( o peggio) nn troveranno mai lavoro o non supereranno mai un esame.Nn mi dilungo ma dico il problema è rimettere in registro le storture educative che stiamo ereditando da un ventennio di psicoanalisi del sistema scolastico decisamente sbagliato.

        Ottima considerazione ape mi trovi molto più che d’accordo.

  3. Willianpoe

    Mi sembra tutto un mare di banalità. Il problema è risolvibile esclusivamente attraverso un organo statale. Addossare la colpa alla mancata educazione è come dire che non ci sono piu le mezze stagioni, che non ci sono piu i giovani di una volta.

    Avete mai pensato che  potrebbero esserci molteplici variabili legate alla violenza negli stadi?? Cosi tante variabili che risulterebbe difficile, o banale ,riuscire ad associare la colpa a questo o a quello. L’esempio calzante è il modello inglese. In inghilterra, le forze di governo dopo due massacri peralleli non si affannarono a ricostruire l’educazione dei cittadini, bensi imposero, attraverso misure drastiche , un modello di comportamento da adottare. Di conseguenza, chi vuole recarsi allo stadio deve attenersi a determinati comportamenti, e vivere la partita come un qualsiasi evento teatrale. Per coloro che adottano una linea poco conforme alle regole, c’è la certezza assoluta che saranno puniti penalmente.

    1. lazarum

      nn capisco will che banalità? nn ho notato retorica o pressapochismo da bar dello sport in questi post,che tipo di banalità trovi nelle righe che hai letto?sarei curioso di capirlo, potresti essere più preciso?

      thankz

      credo che in relazione alla morte di un uomo nn ci siano mai parole superflue….o banali, semmai la banalità risiede in chi le pronuncia o scrive in modo superficiale, cmq nn mi addentro in considerazioni o valutazioni dietrologiche, mi aspetto che tu mi dica cosa c’è di banale…e perchè ti è sembrato tutto un mare di banalità…che dici?

       

    2. ciffo

      A me sembra che sia tu a banalizzare la cosa.
      Organo statale? Ma lo stato non siamo noi?
      Furbetti del quartiere, politici che sniffano, parmalat, falsi in bilancio, moggiopoli, raccomandazioni, concorsi truccati, passaporti falsi, consumo di coca in aumento, vallettopoli, i personaggi coinvolti che poi vanno in tv e ottengono più contratti, tv trash, indulti, sanatorie, condoni, bandiere bruciate, stupri, bullismo, ecc., ecc.
      C’è una deriva incontrollabile!
      Pensare che una semplice legge possa cambiare le cose per me è semplicistico. Quella legge poi dovrà essere applicata e rispettata. Come, quando e dove sarà applicata dipende sempre da noi… e lì casca l’asino. Ormai i valori di riferimento non sono più quelli giusti da anni.
      E qui in Italia mi sembra che questo peggioramento della società in generale sia ancora più accentuato che in altri paesi.
      Non sei d’accordo?

  4. Willianpoe

    Il mio era un attacco alle istituzioni. Istituzioni che in questo caso hanno creduto che il problema fosse marginale. La banalità la riscontro quando si scrive che la colpa è dell’educazione, della scuola, delle famiglie. Un individuo potrebbe aver ricevuto una buona educazione, potrebbe avere frequentato i migliori istituti scolastici, potrebbe godere di grande stima nel proprio campo lavorativo, ma comunque essere un violento, che armato di spranga aggredisce le forze di polizia. Quando tutto ciò accade lo stato  dovrebbe, attraverso  la certezza delle  pene, indottrinare i dissidenti affinchè adottino comportamenti rispettosi dei regolamenti. Gli Hooligans non scomparvero per effetto di qualche Silvan inglese, ma furono indotti, costretti a rispettare le regole.

    1. piovasco

      mmha?!? lo stato indottrinare???

      Quando sento parlare di stato che deve indottrinare ho sempre paura.

      E’ un po come quando si sente parlare di giudici che devono moralizzare.

      Lo stato come si diceva in altri interventi siamo noi, ognuno dovrebbe fare solo il suo dovere a partire dal nucleo costituente più piccolo fino al più grande. Dalla famiglia alle amministrazioni. 

      Credo anch’io che la causa di base sia proprio la mancanza di educazione. Il rispetto viene insegnato con gli esempi, in famiglia, a scuola nel vedere che solo se si fa il proprio dovere si va avanti.

      Il modello che invece viene proposto sempre più per vincente è quello della prevaricazione, dell’esser più furbi….

    2. Cinzia

      Non sono per i metodi drastici e la coercizione, ritengo che la persuasione dia risultati più efficaci e duraturi, però davanti alla vicenda di Catania, mi rendo conto che un’azione dura, una presa di posizione netta e decisa sono estremamente necessarie. Pertanto, condivido pienamente le parole di Willianpoe, quando parla di pene severe e certe per indurre al rispetto dei regolamenti. D’altra parte, noi italiani siamo eternamente ammalati di esterofilia anglo-americana, che potremmo pure “copiare” il modello britannico rivelatosi efficace per cercare di arginare un vergognoso, bestiale fenomeno. Ci andrei piano, però, con la parola “indottrinamento”… Cozza molto con il concetto di libertà di pensiero che è – nel bene e nel male – il presupposto di una società civile.
      In risposta a quanti parlano di (mal)educazione, beh, è vero, mancano le basi per il rispetto e la convivenza civile, ma questa è una constatazione, più che una proposta di soluzione. La scuola, i genitori possono promuovere tali valori fino alla nausea, ma ci saranno sempre giovani teste calde che troveranno forza nel branco e manifesteranno una violenza incontrollata. Allora, laddove fallisce l’educazione, deve intervenire lo Stato con la PENA! Il 17enne teppista se non capisce che sta sbagliando, capirà almeno che se alza le mani, gli viene tolto il bene più prezioso, la libertà.
      Sullo stato di deriva di cui parla Ciffo, ritengo che la situazione sia la stessa. Se Moggi va tranquillamente in pellegrinaggio in tutte le trasmissioni televisive, se le veline per fare carriera offrono prestazioni extra e ci ironizzano su negli sketch pubblicitari, se i politici (e le top model: avete notato che dopo la mediatica sniffata, Kate Moss è ancora più presente sulle copertine dei giornali ed in tv come testimonial di grandi griffes?)sniffano tranquillamente mentre al pubblico ludibrio si espone l’anonimo tossico di strada, se l’unico rimedio che si conosce per il problema “sovraffollamento carceri” è la scarcerazione per indulto, beh… il problema non è l’educazione sui banchi di scuola o nella mura domestiche. O – perlomeno – è una questione marginale. Il problema è che abbiamo un sistema governativo lassista, corrotto, marcio. La pena non è un deterrente, il carcere non fa paura a nessuno, si danno diverse accezioni alla violenza, arrivando addirittura a “santificare” alcuni personaggi quantomeno discutibili. Ed il fango, piano piano, sale. Fino al collo.

    3. lazarum

      l’educazione…un concetto aleatorio,impalbaile…a tratti evanescente…

      nn avevo inteso dalle tue parole che il mare di banalità fosse riferito a quello che le istituzioni fanno per porre un freno al dilagare dell’imbecillita e della maleducazione, anzi ineducazione poichè molti ragazzi nn la ricevono nemmeno…

      Chi è inserito in un percorso formativo-educativo a meno che nn abbia un temperamento aggressivo e violento( le cui cause vanno indagate e ricercate nella famiglia…violenti non si nasce al max lo si diventa) dovrebbe in linea teorica avere un comportamento adeguato che gli permetta di vivere in una società relazionandosi alla collettività ed interagendo con gli spazi in modo civile,

      da qui lo spunto fatto da falco sul senso civico, condivido, ma nn basta. Il sitema

      è una parola generica che ha un significato approssimativo, come dire si può utilizzare la logica del “ci penseranno gli organismi preposti a tal scopo”…questa è una banalità…enorme, e la si è sentita molto spesso, suona un po come “stiamo approntando le necesarie misure atte a porre un…..”il resto sono le solite e comuni banalità…l’educazione,la disciplina il rispetto…nn certo l’autogestione possono essere agenti necessari al riconsolidamento dello sfaldarsi progressivo nei giovani delle idee relative alla collettività, al bene pubblico, al senso civico,l’autogestione richiede una maturità emotiva che i nostri ragazzi nn hanno semplicemente xkè nn ci sono più figure di rilievo che gliele comunicano…nn certo impartiscono, di qui lungi indottrinare nessuno…la chiave del problema è nell’osservazione…preciso…se i ragazzi vedono(osservano) gli adulti che ottengono vantaggi con comportamenti aggressivi o mediante favori e raccamandazioni, oppure sfruttando la loro sessualità…che modelli prenderanno ad esempio? la televisione nn inculca modelli comportamentali…li copia…li riprende in toto dalla relatà…i concorsi truccati appalti truccati…il visagista delle dive è truccatissimo(elio e le storie tese)…questo significa che i modelli di comportamento devono cambiare dall’alto,se il modello è il politico.. max aspetto del nn faccio un cavolo e guadagno un sacco di soldi…piùtosto che la velina la do a chi conta così magari faccio poco ma ci guadagno un sacco di soldi…piùtosto che l’imprenditore pago la mazzetta ed evito grane con il fisco…i ragazzi di scuola media…che vorranno fare da grandi? gli operai che spaccandosi il fondoschiena guadagnano 800/600 euro al mese? ora arrivo al punto…la caduta dei modelli comportamentali( nelle persone abbienti) e l’impossibilità di  avere uno standard di vita alto( nelle persone nn abbienti/indigenti) hanno portato ad un aumento dell’aggressività generale, si ammazza per molto poco si ammazza per noia si ammazza per gioco…si ammazza è questo il punto…se i ragazzi vogliono fare i tronisti e le ragazze le modelle(o le ballerine o le attrici..che relazione hano le tre cose?)…da cosa dipenderà..? addrizziamo il tiro…la mancanza di cultura ha provocato un vuoto esistenziale che è stato colmato dalla violenza e dalla pornografia…limito l’elenco…(poichè ad esempio l’esercizio della violenza nel campo affettivo diventa ricerca di un rapporto intimo aggressivo che si trova espresso e ben rappresentato nella pornografia)…ora di qui a dire che nn ci sino piùle mezze stagioni ne passa…bello lo spunto di ciffo…thankz molto interessante…

      si puo applicare la parola violenza al linguaggio, e ne ricaviamo violenza verbale…agggressione verbale..ad esempio avete mai visto duecani che si abbaiano contro? avete mai visto due persone che litigano…? similitudini bestiali…bel regresso…altro che.

      alla proxima cmq will mi ha fatto paicere leggere il tuo post anche se l’educazione per me riamane il primo problema.

  5. Willianpoe

    Oggettivamente, la parola indottrinare potrebbe risultare come un freno alle libertà del cittadino, come una imposizione di qualche regime totalitario. Se, in alternativa, si associa il termine ad un suo sinonimo come persuadere, oppure istruire, notiamo che nel caso dei tragici eventi  recentemente accaduti è più che lecito. Negli stadi, laddove sguazza il tifo organizzato, l’assenza di regole è palese, cosi tangibile che assume una forma umanoide e si trasforma in individuo pensante. Questi soggetti praticano il culto del non-sport in un luogo che sembra fuori dal mondo, fuori dal tempo . Siete mai stati in curva?? io si, e vi confesso che per molto tempo ho portato rancore nei confronti del calcio e della mia squadra preferita,colpevole di finanziare, attraverso taciti accordi, quelli che si fanno chiamare tifosi.

  6. Willianpoe

    Dopo tutte le splendide parole, cha analizzano saggiamente i modelli negativi della nostra società, non sei ancora riuscito a darmi una alternativa concreta e valida utile a diminuire il fenomeno violenza negli stadi. Ho accennato come esempio le problematiche inglesi, molto simili alle nostre, e di come una nazione avesse voluto cambiare a partire dalle istituzioni, e sono stato additato come semplicistico ed enormemente banale. Io, che ho analizzato i fatti ponendo un rimedio concreto, già attuato con successo(è ovvio che non sia perfetto, un tifoso del Manchester United, non si sognerebbe mai di visionare la partita con accanto uno del City, nonostante questo, le regole, all’interno dello stadio sono rispettate) sembro uno stolto che crede nella chimera di una svolta possibile. Forse sono un illuso, forse dovrei dare la colpa all’educazione e non proporre, creare, rimedi a problemi irrisolvibili.

    1. Ape Maya

      Le descrizioni fatte da Ciffo e ancor più approfonditamente da Lazarum sulle condizioni attuali della società italiana non avrebbero potuto essere più realistiche. In particolar modo mi ha colpito una frase di Laz: “violenti non si nasce al max lo si diventa”. Sono pienamente d’acordo con lui. In questo mi rivolgo a Willianpoe e Cinzia: a mio modesto parere non credo proprio che un bambino che cresce con una buona educazione (che non indica solo il dire “per favore” o “grazie”, ma imparare a rispettare gli altri, a comprendere che non si può sempre avere tutto e subito, ad accettare le sconfitte, a prendersi delle responsabilità, a capire che ad un determinato diritto segue un altrettanto dovere, a rispettare le regole, etc..), che ha una buona formazione culturale e che è soddisfatto dei propri risultati lavorativi, il sabato sera se ne vada allo stadio munito di spranghe di ferro per agire violentemente e in maniera premeditata contro le forze dell’ordine. Una cosa è essere testa calda e animare la curva dicendo magari qualche parolaccia contro gli avversari, una cosa ben diversa è aspettare la lotta FUORI dallo stadio e al termine della lotta rivendicare i risultati ottenuti con spirito politico, esultando pure per la perdita della vita umana. Questo io lo chiamo essere compiaciuti della propria violenza. Una persona cresciuta con l’educazione su descritta in parentesi, sarebbe mai compiaciuta della propria violenza? Ha ragione Falco, quando dice che la violenza non è stata scatenata dal calcio. Questo va ben oltre la fede calcistica, a mio giudizio. A proposito dell’analogia fatta con l’Inghilterra: Willianpoe, se “le forze di governo, dopo due massacri paralleli non si affannarono a ricostruire l’educazione dei cittadini” è perchè l’educazione inglese è già molto molto severa, imparagonabile a quella italiana. Non è un paragone sostenibile. Arriviamo alle soluzioni ora: pensate davvero che leggi severe possano risolvere la situazione? Già Pisanu nella scorsa legislatura aveva varato provvedimenti più severi, però mai applicati. Pensate che questa volta i provvedimenti verranno applicati? In Italia è diventato un optional rispettare i provvedimenti, le leggi, ogni tipo di regola. E non è forse colpa di una educazione diffusa per cui LE REGOLE NON SI RISPETTANO, SE A ME NON VA BENE? Qui il problema non è solo dei ragazzi: è un problema della società in genere, di qualsiasi fascia d’età. L’educazione è come una fiamma: bisogna alimentarla sempre, altrimenti si spegne. Non termina col raggiungimento dei 18 anni. Si può cambiare il proprio atteggiamento anche a 50 anni, se non abbastanza fermo nelle proprie decisioni e se veicolato dal modello (dis)educativo diffusissimo ormai della PREVARICAZIONE, come diceva Cammellissimo. Si è arrivati a punte estreme di PERMISSIVISMO: tutto è concesso, per cui faccio come mi pare. Al max, sbaglierò pure, ma c’è la libertà e posso fare quello che voglio: se lo fanno i politici, le vallette varie, i dirigenti.. lo posso fare pure io. Escono impuniti loro, uscirò impunito anch’io.. Possiamo continuare così?

      1. Ape Maya

        Eppure, secondo me per ogni problema esiste una soluzione. Provo a porre la mia con un paragone. Supponiamo la situazione per cui, è estate, un bambino si mette a giocare nel balcone. é lì che si diverte a buttare giù, nella veranda della vicina, cose di ogni tipo: carte di caramelle, fazzoletti, terra presa dalle piante messe nel balcone, etc. La mamma è dentro, troppo occupata nelle sue faccende, e non si cura molto di ciò che combina il figlio: a lei interessa solo che stia bene, che si diverta e soprattutto che non sia d’impiccio a lei e alle sue faccende. Ad un tratto, suona il campanello: è la vicina che è salita a lamentarsi della terra che ha trovato sulle lenzuola stese ad asciugare e delle carte di caramelle trovate nelle sue piante. La mamma, imbarazzata, si scusa e dice che provvederà al più presto. Infatti sgrida al momento il bambino, al max gli dà un paio di schiaffi, si sente il bambino che piange. La vicina sente tutto e si compiace dell’atteggiamento della madre, che ha subito messo in riga il bambino. Il giorno dopo, stessa storia: al bambino non è stato detto che non poteva farlo più, e riprende a buttar giù l’impensabile. La madre, ancora una volta, vede tutto e non reagisce lì per lì. Ma può salire sempre la vicina, ogni volta? La madre intanto ha perso la sua credibilità agli occhi della vicina, che avrebbe preferito a quel rimprovero che al bambino fosse stato spiegato che non si fa ciò che ha fatto, che è sbagliato, che non si rispetta l’altro così. E finchè il bambino non l’avesse capito, avrebbe dovuto farlo rientrare in casa e proibirgli di uscire. Stessa cosa per i fatti di Catania. Didascalia: madre (governo italiano, Lega Calcio e quant’altro), figlio (ragazzi violenti), vicina (le persone, che siano tifosi o carabinieri). Si vede ciò che fanno questi ragazzi violenti, non era la prima volta che capitavano episodi di violenza. Ma quando si è cominciato a parlarne? Quando è scappato il morto, quando la famiglia della vittima non è andata a suonare il campanello, ma ha urlato la propria rabbia e il proprio dolore per una morte tanto assurda. é abbastanza imporre leggi severe, che magari valgano per questo caso e da domani vadano nel dimenticatoio? Il bambino tornerà a fare ciò che aveva fatto il giorno prima. Non ha capito che NON SI FA. Non ha sentito il peso di questo imperativo. I ragazzi violenti torneranno a fare quel che hanno sempre fatto nei pochi stadi aperti al pubblico. E lo stato e organi sportivi vari torneranno ancora a guardare, e a riprendere provvedimenti alla prossima lamentela di qualche altra famiglia, colpita dalla perdita di un caro. Non sarebbe meglio se il calcio si fermasse, per qualche mese per non dire qualche anno, e riorganizzare tutto? Si sentirebbe il peso del NON SI FA e si capirebbe. Si soffrirebbe nello stare in casa, anziché nel balcone, ma vorrei vedere se la prossima volta che il bambino esce, non ci pensa almeno tre volte prima di dare ancora fastidio alla vicina. Ma la madre è troppo occupata per dar rilievo a queste cose, o forse conviene anche a lei non avere fastidio. Se il calcio si fermasse, scatterebbe la rivoluzione. Qui ancora una volta si vede la cattiva considerazione che si ha del calcio: è una cosa che DEVE andare avanti. Ma uno sport che non ha un pubblico, che non ha fini ludici, che non educa alla sana competizione senza rancori e che incita alla violenza, che sport è? Il calcio mi sembra tutto, fuorché uno sport, ora come ora. P.S.: ho fatto finta che i ragazzi violenti siano “tifosi”. Ma a Catania dubito che fra quei delinquenti ce ne siano stati.

        1. piovasco

          Aggiungo a quanto scrive Ape Maya che si è perso il senso della parola violenza.

          Cosa si intende quando ai termini legge, provvedimento ecc. bisogna aggiungere l’aggettivo severo?

          Non vuol dire nulla, il provvedimento o è o non è punto e basta. Se mentre mi reco al lavoro e do un calcio alla portiera di un’auto, magari non mi arrestano (per fortuna) ma a qualche provvedimento, anche solo amministrativo vado incontro. Non riesco ancora a capire il perchè quando ci sono partite di calcio o manifestazioni politiche si debba ammettere per lecito che si devasti e si arrechi danno e pericolo alla collettività.

          E’ questo l’esempio che viene dato (per seguire la linea dell’Ape), che in determinate occasioni si è in una zona franca. L’effetto è psicologico e terribile. Lo ammetto, allo stadio anch’io (nel passato) mi sono lasciato andare a qualche offesa che non mi sarei mai sognato di pronunciare in altra sede e l’ho fatto perchè ero stato “allenato” a farlo. Dai giornali dalla televesione ecc. senza che nessuno mi abbia mai detto niente. Per mia fortuna poi sono entrato in altri circuiti informativi ed ho capito. Nella vicenda dell’ispettore ucciso a Catania ci si sta affannando a cercare l’omicida, ed è giusto. Ci stanno facendo vedere una serie di immagini chiarissime in cui ci sono tutta un’altra serie di violenze e reati terribili ma sembra oramai che queste debbano passare come il male minore.

          Lo stesso avviene per tante manifastazioni politiche cosiddette di dissenso. Ragazzi in tenuta poco pacifica che fronteggiano le forze dell’ordine e tutto sembra normale. Io pasolinianamante sto con la polizia semplicemente perchè in quel momento sta facendo il suo lavoro. Quello che va insegnato con l’educazione, in famiglia, a scuola ed in ogni contesto associativo è che non è con la violenza che si vince. Sarà banale ma a me è sempre piaciuta molto una frase letta in un libro di Asimov: <la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci>.

          1. falco

            Bellissimo il post di Ape, aggiungerei soltanto, che ormai non ci si rende conto che le cose cambiano con un ritmo vertiginoso e certe cose non vanno al passo coi tempi. Si vogliono, volutamente, a tutti costi, mantenere vecchi modi di fare, vecchie regole  ormai obsolete non più al passo coi tempi e ciò che accade ne è la conseguenza.

            Mi spiego meglio:

            Secondo me, da qualche anno ritengo che il calcio non sia più uno sport ma uno spettacolo.

            Smuove un interesse di carattere planetario, smuove masse oltre l’immaginabile, smuove, ed è la cosa più importante, enorme quantità di denaro.

            Le società di calcio oggi, volutamente, si chiamano ancora Club, parola che dà l’idea di associazione, di, come dire, svago, insomma tempo libero. Invece, in realtà sono vere e proprie industrie, sono società per azioni, sono a scopo di lucro.

            Presentano ogni anno bilanci con cifre piu vicine a delle finaziarie che a semplici entrate ed uscite da dopolavoro.

            Insomma cercano di farci credere, per potervi ulteriormente speculare, che quello che vediamo ogni domenica sia il frutto di una settimana di allenamenti di atleti e di tanti sacrifici  di facoltosi cittadini che armati da tanta passione per questo “sport” ci rimettono l’osso del collo.

            Niente di più falso.

            Oggi, secondo me, questa gente si deve assumere tutte le proprie responsabilità, al 100%.

            Se hanno creato questo movimento è giusto che siano loro a farsi carico di tutto.

            Gli stadi devono essere di loro proprietà;

            La sorveglianza ed il servizio d’ordine deve essere a loro carico;

            Insomma lo spettacolo è loro che lo gestiscano loro, nel bene e nel male.

             

             

  7. Willianpoe

    Cara Ape Maya, si vede che non sei mai stata in curva…

    Teatro di personaggi apparentemente normali, educati(sappiamo tutti che per educazione si intende non solo “grazie” o “per favore” non c’è bisogno che tu ci illumini) , che  nel delirio del tifo organizzato, “gioiosi” di appartenere ad una associazione, ad un gruppo,  farebbero di tutto per difendere i valori della curva, anche trasformarsi in teste calde. Come dici tu, in Inghilterra l’educazione di base è molto molto piu severa, cosi severa che gli Hooligans sono conosciuti, come distruttori, in tutto l’orbe terraqueo. Allora mi chiedo; Se l’educazione inglese, che è sempre stata molto molto severa, non sia riuscita a debellare il fenomeno Hooligans, come pretendiamo che il problema si possa risolvere attraverso l’educazione?? Lo ripeto per l’ultima volta, il problema oltre manica, è stato risolto grazie alle istituzioni ed alle società di calcio che, anzichè addossare la colpa a tizio e caio, hanno fatto qualcosa di concreto. E’ l’ora di finirla con tutte queste litanie sulle veline, sui politici corrotti.Cosa sarebbero allora, i giovani che al tempo delle stragi del 92′ si ritrovarono a dovere constatare i rapporti cordialissimi tra Palermo e Roma?? Cosa sarebbero i giovani che, si ritrovarono a dover affrontare Tangentopoli, una schiera di politici e imprenditori corrotti con i partiti piu importanti rasi al suolo?? Dovrebbero tutti essere dei deviati mentali che non credono piu in niente. Perchè negli altri sport come il rugby, le tifoserie visionano la partita senza nessun problema?? Vuoi vedere che fanno entrare solo le persone educate….

    1. piovasco

      Non capisco. Ho visto gli stadi del rugby, come i palazzetti della pallavolo o del basket. Non mi risulta che ci sia una selezione all’ingresso.

      Sarà semplicemente che questi sport non hanno lo stesso richiamo tribale del calcio?

       

    1. lazarum

      L’impero delle tenebre

      Bastano pochi attimi trascorsi a guardare la televisione per rendersi conto che siamo in balia di un processo di corruzione intellettiva che nn ha eguali nella storia della società civile moderna, inorridisco nell’apprendere la sufficienza e la superficialità con cui ogni giorno vengono commentati e di seguito archiviati fatti di una gravità inaudita e tutto ciò mentre quelle che definiamo istituzioni restano incatenate da leggi  che sembrano fatte a posta per favorire l’impunità.

      E’ un modno costruito ad immagine e somiglianza dei gironi danteschi benché molte delle cose che gli uomini fanno all’inferno forse le sognano solo, continuo a scrivere e nn ad indignarmi ma ha stupirmi e mi ritengo fortunato che il male ancora sorprendermi, di nn essermi abituato e nn volermi abituare a trattare fatti gravi come le reiterate violenze in ambienti come scuola e stadio,(ETC…..)

      con normalità, proprio nn riesco a pensare “ e si ma cosa ci possiamo fare…”stiamo dimostrando ai nostri ragazzi che hanno ragione ad essere menefreghisti e violenti che tanto alla fine tutto gli viene perdonato se ammettono la colpa…e fin qui bene ma l’ammissione di colpa è solo il primo paso, dove è la riparazione del danno? Quello che i nostri ragazzi hanno imparato è che basta dire “ scusate mi dispiace….”e tanto basta hanno la certezza che nn saranno puniti, nn saranno bocciati a scuola ma riceveranno la grave ed insindacabile bocciatura della vita. Le esternazioni di certi politici( destra e sinistra, le cazzate per fortuna nn sono monopolio in italia) sono semplicemente ridicole, fanno solo capire che si brancola nel buio che il sistema invocato dal cinico(?) Matarrese (presidente della lega)  vince sempre, nn vince la legalità nn vince la giustizia, vince la logica del più forte, che in questo caso è il più ricco.Nn mi fate ridere additandomi come retorico e demagogo, magari lo fossi, come i grandi della filosofia… mi lusinghereste, sono solo uno che vede giorno dopo il giorno la difficoltà anche di farsi una passeggiata senza stare con il occhi spalancati, vedo la crescente anzi no la dilagante maleducazione nella gente in macchina sui motorini in coda al supermercato , noto con raccapriccio come le persone timide e riservate vengono schiacciate, derise umiliate e siano costrette diventare aggressive, vige la legge dell’omologazione violenta.

      Questo è un dato incontrovertibile, nn è una opinione, resta un amaro dato di fatto, senza una logica e senza un codice o morale o disciplina, chiamiamola come meglio ci pare, nn si farà molta strada nn abbiamo i mezzi per combattere un fenomeno di violenza come quello di cui stiamo saggiando solo piccole dosi. Mi limito a piccole considerazioni, tutto nn va a rotoli ma siamo realmente sull’orlo dell’abisso, un abisso carico di orrori che nn riusciamo ad immaginare, il freno inibitore della malvagità che abita nell’uomo è imposto dalle regole che nel corso dell’evoluzione hanno contrassegnato la storia del cammino verso il progresso. L’uomo è la sola creatura capace di  abomini di cui in natura nn esistono paragoni, vedete ad esempio come stupidamente stiamo ammazzando il mondo sul quale viviamo….ammassi di amminoacidi….schegge impazzite

      La realtà è che nn ci sono misure, se nn stravolgimenti, che si possano attuare per rendere la deriva morale che stiamo vivendo un processo irreversibile…

      Buona notte

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