Se fossi donna io non scenderei in piazza

Se io fossi donna oggi non scenderei in piazza. Non perchè non mi facciano pena quelle donne che sono costrette a vendere la loro dignità da necessità o costrizione. Non perchè non mi facciano ancora più pena quegli uomini che quella dignità la calpestano. Io non scenderei in piazza perchè quelle donne per le quali oggi si chiede rispetto si mettono i fila per entrare alle feste in ville o in hotel di lusso. Perchè quelle donne hanno barattato volontariamente la loro dignità con qualche mazzetta da 500 Euro (Sigh!) o per apparire in qualche programma televisivo ancora più squallido della loro scelta. Io non scenderei in piazza perchè lo spettacolo vergognoso che ci viene offerto quotidianamente dagli organi di stampa, che farebbero meglio ad occuparsi degli operai e impiegati che hanno perso il lavoro o degli imprenditori che hanno perso la loro azienda, è frutto di una cultura dell’avere e dell’apparire piuttosto che dell’essere, dove ognuno fa la propria scelta e si assume le proprie responsabilità. Io non scenderei in piazza perchè tutti gli attori di questa penosa rappresentazione agiscono liberamente, senza costrizioni o necessità. Le varie Noemi, Ruby, Daddario e compagnia bella mi disgustano al pari dei vari Silvio, Lele ed Emilio. Io non scenderei in piazza per loro.       


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6 Commenti

  1. ciffo

    Effettivamente i motivi per cui bisognasse scendere in piazza, almeno per me, non erano chiarissimi. In parte sono d’accordo con te.

    Rimane il fatto che, in tempi di astensione altissima e menefreghismo spiccato, vedere migliaia di persone sfilare e manifestare è una cosa che deve rallegrarci. Io ho voluto intendere questa manifestazione come una richiesta da parte di normali cittadini a vedere la propria classe dirigente scelta per meriti che vadano oltre il proprio aspetto fisico o l’uso disinvolto del proprio corpo pur rimanendo valido il principio che ognuno è libero di preferire l’apparire all’essere o la scorciatoia al sacrificio.

  2. Ape Maya

    Io penso che abbiate completamente stravolto la prospettiva delle cose con questi commenti. Domenica in piazza non sono di certo scese le donne che reputano Ruby & co. vittime del sistema giudiziario e ritengono che queste ragazze abbiano bisogno della solidarietà femminile per le loro volontarie prestazioni. No di certo.

    In piazza sono scese tutte quelle donne che denunciano un sistema per cui la donna bella e disponibile fa carriera e le altre che studiano e lavorano sodo, con estremi sacrifici, non riescono ad avere spazio nel mondo del lavoro. Sono scese in piazza tutte le ricercatrici colpite dalla riforma Gelmini, tutte le donne che non vengono garantite sul lavoro, quelle che non vedono garantirsi uguali possibilità di carriera rispetto agli uomini, quelle che vengono messe in secondo piano dinnanzi alla Ruby di turno, quelle che non arrivano a fine mese e hanno sulle spalle una famiglia, quelle che una famiglia vorrebbero crearsela ma sono strette nella morsa del precariato. Hanno protestato tutte le donne che non appoggiano lo stato di cose attuale e non vedono un futuro dignitoso davanti a loro. Anche questo è essere e non apparire.

    Preoccuparsi “degli operai e degli impiegati che hanno perso il lavoro o degli imprenditori che hanno perso la propria azienda”, senza considerare che fra queste persone ci sono anche donne, donne che sono scese in piazza anche per questo, è davvero riduttivo, per non dire impregnato di cultura maschilista. Voler vedere il tutto nell’ottica della solidarietà alle vittime di Berlusconi è davvero fuorviante e distruttivo nei confronti di una manifestazione fatta con propositi molto più alti di questo.

    La cosa che più mi mortifica è vedere che nessuna donna ha osato commentare questo post, ma pensandoci mi rendo conto che effettivamente questa web community è frequentata per lo più da uomini e non è del tutto fuori luogo avere una situazione del genere.

    Mi domando quando le donne cominceranno a farsi davvero valere in questa società. Quelle che sono scese in piazza domenica e che si sono rese consapevoli del mondo in cui viviamo sono ancora molto poche.

    1. pierod.58

      Mi rendo conto che il senso del mio post non è stato compreso appieno e me ne dispiace. Solo chi parte da preconcetti, ispirati più o meno da posizioni pseudo politiche, può pensare che parlando di operai, impiegati e imprenditori non si intenda anche operaie, impiegate e imprenditrici. Cara Ape Maya. Quando in una famiglia viene a mancare una fonte di reddito, specie se è l’unica, non credo ci sia nessuno che vada a controllare se a perderla sia stata una donna o un uomo. Il reddito non ha sesso. Né si può dire che sia più grave avere in casa un disoccupato maschio o femmina. Francamente non vedo dove lei abbia riscontrato una “cultura impregnata di maschilismo” nell’affermare che oggi ci sono delle priorità che nelle famiglie pesano più delle abitudini notturne del nostro premier, senza per questo volerle giustificare come, mi sembra inconfutabile, io abbia già stigmatizzato sufficientemente nel mio post. Tornando invece  alle donne che protestano io condivido i motivi che sono stati spiegati a “posteriori”. Prima si parlava di “Io dico basta”. A cosa? Agli uomini più o meno potenti che organizzano festini o alle donne che a quei festini si propongono attivando il loro registratore di cassa? Alla “cultura maschilista” che seleziona il personale in base alle loro misure di curve  piuttosto che a chi quelle misure le ostenta con l’unico scopo di sopravanzare chi ha meno centimentri ma più neuroni competenti? Forse sarebbe il momento, rispondo anche a Jacobsen,  che le donne cominciassero a  fare un esame di coscienza. La protesta va anche rivolta, e forse più duramente, verso coloro che affidano all’estetista o al chirurgo plastico, piuttosto che  alla scuola e all’università,  la loro preparazione alla vita e al lavoro. Dobbiamo continuare a considerarle vittime del sistema o parte integrante dello stesso?   

  3. Jacobsen

    Cari pierod. 58 e Ciffo,

    invece secondo me le donne avevano un motivo in più per scendere in piazza, proprio per sottolineare che non sono tutte ” a disposizione” del mio offerente come Ruby, Minetti e Company. A reclamare una vita, un lavoro, una carriera che dipenda da quanto valgono e non da quello che hanno da offrire al loro superiore, al loro dirigente o al loro Presidente di turno. 

    Sono d’accordo con quanto scritto da Ape Maya

     

  4. gianni

    Io credo che esistono tante verità e che mi sembra riduttivo e superficiale colpevolizzare solo l’uomo per la mancanza di rispetto verso la donna. Purtroppo è vero, esiste questa visione “maschilista della società” ma questa non è solo una prerogativa degli uomini ma anche di moltissime donne. Se è vero che la donna viene spesso giudicata dalla sua carica erotica è anche vero che una parte di queste (e non credo fosse proprio una minoranza esigua!!!) fa di tutto per poter esprimere le qualità del proprio corpo. Naturalmente non parlo solo di prestazioni sessuali ma mi riferisco alle numerose donne che semplicemente amano mettere in mostra le qualità del proprio corpo non per proprio piacere ma per poter sperare di rientrare nelle “simpatie sessuali” del loro papi di turno allo scopo di raggiungere le proprie ambizioni professionali. Voi donne avete una sensibilità maggiore e riuscite a capire benissimo quando una vostra collega agisce in questo modo e questo succede sia in ambito lavorativo che universitario.

    La manifestazione di domenica scorsa mi sembra giusta ma sicuramente fuori tempo. Il nome stesso: “se non ora quando” mi sa di politica, mi sa di manifestazione che ha solo dato l’impressione di non essere stata organizzata dalla sinistra, sembra che questo sia solo un problema attuale degli ultimi mesi. Al se non ora quando io risponderei ma perchè non prima? Se una donna lotta contro la visione sessuale che ha l’uomo perchè allora si invitano a quella manifestazione le rappresentati delle prostitute? Perchè prima di giudicare il comportamento di alcuni uomini (e non di tutti gli uomini!!!) non giudicate il comportamento di alcune donne e manifestate apertamente contro di queste?

    Perchè non provate a fare la stessa manifestazione fra due anni o nel momento in cui il caso Ruby non sarà più di scena? Donne, non prendetevi in giro da sole, questa manifestazione e la sua riuscita sono avvenute solamente “grazie” alle inchieste su Berlusconi. Chiedetevi una cosa, e se non fossero esistite le avventure sessuali di Silvio questa manifestazione si sarebbe svolta? Io ho il sospetto che molte donne che sono scese in piazza avrebbero addirittura negato l’esistenza del problema.

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