Melfi e Rapolla.

Tema itinerario: Centri storici della Basilicata. 

Tempi: una mattinata e un primo pomeriggio.

Pernottamento: struttre ricettive di Montescaglioso, Matera, Melfi e Rapolla.

Pranzo: a sacco o presso locali tipici di Melfi o Rapolla.

Cena: presso locali tipici di Montescaglioso, di Matera, Melfi o Rapolla.

Guida ed assistenza: operatori CEA Montescaglioso ceamonte@katamail.com ( fax 0835.201016).

Castello di Melfi Melfi: cattedrale Rapolla: palmenti rupestri. Rapolla: grotte alle falde del Vulture.

Foto: castello e cattedrale di Melfi; palmenti rupestri a Rapolla.

MELFI. L’antica capitale normanna della Basilicata, un concentrato di monumenti ed arte. Il grandioso castello eretto dai Bizantini, ampliato dai Normanni ed ulteriormente munito da Svevi ed Angioini. Nella grande sala del castello, Federico II, il grande svevo, promulgò le ” Constitutiones ” melfitane, il primo testo giuridico, per così, dire moderno. La città conserva ancora intatte le mura angioine, ampliate in epoca aragonese con scorci panoramici sulla città e sul Vulture. Alcune manifestazioni, la Cavalcata in occasione della Festa di Santo Spirito, il raduno nazionale dedicato alla falconeria, la sagra della ” varola ” (la castagna prodotta sul Vulture), rendono interessante la visita alla città in ogni periodo dell’anno.

Percorso e visite a Melfi.

– Il circuito delle mura medievale ed in particolare ” Porta Venosina “.  

– La cattedrale barocca. Un imponente edificio eretto dai Normanni ma semidistrutto dal terremoto del 1694. La facciata, spendidamente ricostruita, in pietra bianca e l’interno ricchissimo di opere d’arte tra cui un icona bizantina della Madonna.

– Il grandioso campanile normanno, fatto erigere da Re Ruggero II a metà del secolo XII e, circostanza eccezzionale, firmato dall’architetto-scultore, autore dell’opera.

– L’imponente castello normanno-svevo che domina l’intera città. All’interno le parti medievali ancora ben conservate, i sistemi per la raccolta dell’acqua, la residenza dei Doria, Principi di Melfi, trasformato nel più bel Museo Archeologico della Basilicata.

– Il Museo Archeologico. Allestito nel castello e dedicato ai territori del Vulture e dell’Alto Bradano. Un allestimento moderno e suggestivo. Spettacolare l’enorme sarcofago romano rintracciato a Rapollo nel secolo XIX.

-La chiesa rupestre di S. Margherita. Una cripta di fine duecento completamente ricoperta da affreschi attribuiti a maestri di scuola catalana e provenzale. Le storie di S. Margherita, le raffigurazioni di S. Michele Arcangelo in vesti imperiali, S. Basilio, S. Benedetto e S. Guglielmo da Vercelli e un’immagine che, secondo studi recenti, rappresenterebbe Federico II in una scena di caccia.

RAPOLLA. Centro abitato di origini italiche e romane, diventato ancora più importante con i Bizantini, caratterizzato dalla presenza di centinaia di antiche grotte utilizzate per conservare il vino Aglianico. Antica sede episcopale poi unita a Melfi. Nel paese e nel territorio presenza di numerose chiese rupestri medievali di tradizione benedettina. Sorge alle falde del Vulture ed è nota per la presenza di numerose sorgive d’acqua con notevoli caratteristiche oligominerali e termali. Il 3 Febbraio Rapolla festeggia S. Biagio protettore del paese, con processioni, falò notturni ed un rito religioso drante il quale si unge la gola per chiedere la protezione del grande taumatrgo armeno.  

Percorsi e visite a Rapolla.   

– La chiesa rupestre di S. Lucia alla Giaconella. Un piccolo ipogeo con una grande affresco di fine ducento dedicato alla vita della Santa.

– La chiesa rupestre del Crocifisso e l’ipogeo annesso alla chiesa di S. Biagio con resti di afffreschi risalenti ai secoli XII-XIII.

– L’imponente circuito di cantine-grotte nelle quali è spesso possibile degustare l’Aglianico prodotto dalle famiglie accompagnato dai salumi lolcali e da un ottimo pecorino prodotto sul posto.

– La cattedrale normanno-sveva con elementi scultorei risalenti alla prima metà del secolo XIII attribuiti allo scltore lcano Sarolo da Muro. La cattedrale bizantina dedicata a S. Lucia con le caratteristiche cupole in asse.  

– La valle dei mulini ad acqua. Lungo il fossato ricco d’aqcua che lambisce il centro storico, i resti di ben tre mulini che sfruttavano la forza di ricaduta di ccmli d’acqua anticamne esistenti a monte degli impianti. 

Varianti: Vista ed escrsioni ai Laghi di Monticchio.  Con un soggiorno prolungato, abbinamento consigliato con la visita di Matera e/o Venosa.


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