LETTERA SEMISERIA PER IL SEN. BUBBICO

Caro vice ministro dell’Interno,

Le scrivo perchè è da tempo che ho voglia di esprimere le mie idee e renderle pubbliche a tutti e soprattutto a lei.

Nel febbraio 2013 dopo essermi laureato decisi, insieme a due miei amici montesi, di emigrare e di andare nel nord Europa a cercare lavoro, stabilità, serenità. Eravamo nell’automobile in direzione dell’areoporto di Bari nell’assoluto silenzio, un silenzio assordante. I nostri occhi fissavano i paesaggi, prima quelli lucani e poi quelli pugliesi, che si perdevano alle nostre spalle, si perdevano nel nostro passato, avevamo paura di non rivederli per troppo tempo. Nei pressi di Bari, lungo la strada, il silenzio fu interrotto da una riflessione di mio padre. Con gli occhi lucidi e la voce tremante ci espresse il suo pensiero e senza interruzioni disse : “Caro figlio mio, il tuo bisnonno ai primi del ‘900 partì per l’Africa perchè non aveva pane per i suoi figli, e dopo due anni di lavoro e sette di prigionia tornò a casa. Con pochi soldi comprò un pezzo di terra e riuscì a far crescere i suoi figli. Una generazione dopo tuo nonno, dovette fuggire in Svizzera per fame e dopo anni di duro lavoro in terra straniera tornò a Montescaglioso per far nascere e crescere i suoi figli in questa terra, la nostra terra. Dopo una ventina d’anni tuo nonno vide partire i suoi figli, così io e tua madre emigrammo al nord Italia. Dopo mille sacrifici, dopo aver lavorato anche venti ore al giorno, abbiamo rinunciato alla ricchezza, ai denari per tornare, proprio come i nostri avi, in questa splendida terra. Il nostro obiettivo era quello di fare il possibile per far si che i nostri figli crescessero e restassero per sempre a Montescaglioso. Oggi caro figlio mio, io mi sento avvilito, sconfitto, mortificato, perchè io ho perso la mia battaglia, la battaglia contro l’emigrazione dei giovani. Ho fallito, la mia generazione ha FALLITO!”.

Ricademmo tutti in un profondo silenzio e lasciammo a malincuore la nostra terra, le nostre famiglie e i nostri amici.

In questi mesi ho riflettuto a lungo sul pensiero di mio padre, mi sono posto tanti interrogativi, ho studiato tanto per trovare una spiegazione. Ho studiato la storia dell’Italia pre-unitaria, il Risorgimento, la nascita delle mafie, la Massoneria, le guerre mondiali, le occupazioni delle terre nel Mezzogiorno, la globalizzazzione, la finanza ombra, ho esaminato il pensiero di Mazzini, Gioberti, Balbo, Pisacane, Romeo, Gramsci, Croce, Volpe, ho letto Gallino, Bauman ecc… Dopo mesi di studi ho capito, che lungo il percorso storico ci sono fenomeni, eventi naturali, dinamiche sociali particolari, ma soprattutto uomini. Alcuni uomini, non tanti, hanno la possibilità di fare molto, possono incanalare il trascorrere degli eventi in differenti direzioni.

Ora caro senatore quello che voglio dirle è che, sicuramente ci sono delle dinamiche globali che non permettono di agire perfettamente nel locale, per esempio la globalizzazione, la crisi economica e quant altro, ma lei cosa e quanto ha fatto, nella sua trentennale carriera politica per la nostra terra?  Mi sono fatto un’idea su di lei, forse mi sbaglio anzi mi piacerebbe sbagliarmi, ma ho notato un agire poco “onorevole”. Credo che lei, da uomo di grande intelletto, sia riuscito ad inserirsi perfettamente in quella dicotomia tra egemone e subalterno. Lei sin dagli inizi della sua carriera ha capito che sarebbe rimasto in alto solo se avesse giocato sulla vita degli altri. Nel giro di pochi anni è diventato una specie di DIO in terra lucana, un uomo capace di decidere chi sottrarre o meno alla miseria. Di sicuro lei ha le carte in regola, come sempre. Lei o chi per lei mi potrà criticare, e potrete dire che siamo in democrazia e ricordarmi che siete stati eletti dai cittadini. Ma le volevo ricordare (ma questo lei lo sa meglio di me) che in un ambiente in cui il lavoro è appannaggio di “taluni miracolati”, chiunque farebbe di tutto per conservare la propria vita. In Italia da qualche tempo non ci eleggiamo neanche più i governi, la democrazia è in forte pericolo, ma noi della democrazia non ne conosciamo neanche la forma, il colore, il profumo. Ogni povero cittadino si ritrova in un modo o nell’altro sempre sotto un eterno ricatto. L’enciclopedia Treccani indica tre possibili definizioni del termine politica, a mio parere la terza voce le si addice o forse le si avvicina, codesta dice: “Linea di condotta accorta e astuta al tempo stesso, caratterizzata dalla capacità di destreggiarsi abilmente nelle situazioni e nei rapporti con gli altri, talvolta unita a una certa dose di opportunismo: ecc…”.

Certo io sono un giovane, non so nulla di tutto quello che è successo nel passato recente, però guardo i risultati. Vedo i paesi lucani desolati, abbandonati, le terre incolte, gli argini non curati, le case costruite un pò a casaccio. Noto nelle statistiche istat, una disoccupazione dilagante, un invecchiamento della popolazione e soprattutto sempre meno bambini. Guardando il film della regista Lina Wertmuller “I Basilischi” (film che ci fa conoscere la situazione in Basilicata degli anni ’50/’60), prodotto nell’anno 1963, ho notato che i discorsi di Antonio, il protagonista, e dei suoi amici, sono gli stessi che io e i miei amici facciamo tutt’ora. Sono passati oltre cinquanta anni, ma i temi sono gli stessi. Allora, caro Filippo (mi permetta), le voglio dire una cosa, io sono giovane, un ventenne, e voglio guardare al futuro, mettiamo da parte il passato. Metta da parte gli interessi personali, gli obblighi del mondo capitalista infame, non si chini alle multinazionali, rinunci persino a tutto quello che ha costruito nella sua vita a discapito di quattro poveracci, torni nel mondo reale. Torni a Montescaglioso, torni umano, tra la tua gente, nelle tue terre e fai di tutto per difendere ciò che ci rimane. Tra qualche anno sarai morto come qualsiasi altro essere umano e non ti resterà nessuna proprietà, nessun riconoscimento, nessun diploma o attestato.  Di sicuro quando arriverà quel giorno, spero più tardi possibile, lei, come ogni altro essere umano, farà un resoconto della sua vita e solo ora, adesso, in questo stesso istante, in cui lei è vivo e potente, potrà decidere se il suo ultimo respiro sarà condito da una lacrima di frustrazione o da un sorriso fiero.

Caro viceministro dell’Interno svolta pagina, NON è MAI TROPPO TARDI!



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7 Commenti

  1. Francesco Lomonaco FL

    noi in Basilicata siamo ricchi: abbiamo il petrolio che ci da tutta l’energia che vogliamo. Non abbiamo nessun bisogno di efficienza energetica e rinnovabili. Le teorie di Rifkin andranno bene per qualche altra regione meno fortunata di noi…” .

    Questa frase… fu la frase di esordio di Filippo Bubbico che incontrai nel dicembre 2007. 

    Bubbico all’epoca era appena diventato  Sottosegretario allo Sviluppo Economico del Governo Prodi, dopo essere stato per 5 anni Presidente della Regione Basilicata, e l’incontro fu promosso dal suo conterraneo Gianni Pittella, europarlamentare  con il quale mi vedevo spesso a Bruxelles perchè  ci stava aiutando a divulgare e far firmare la Dichiarazione Scritta del Parlamento Europeo per la Terza Rivoluzione Industriale. Gianni mi aveva pregato di incontrarlo perchè era convinto che a Bubbico nella sua nuova veste di Sottosegretario allo Sviluppo Economico sarebbe stato utile farsi una chiacchierata con me sul nuovo modello energetico distribuito che con Rifkin stavamo promuovendo a livello europeo fin dal 2002, soprattutto per la sua caratteristica di alta intensità di lavoro.
    Siccome Bubbico esordì con questa frase, mi resi subito conto stavo perdendo il mio tempo e sprecando il suo, buttai giù in un sorso il mio caffè, mi alzai, gli diedi la mano dicendo: “Bene, grazie per avermi ricevuto. Addio!”, e me ne andai. (Angelo Consoli)

    In questo link troverete altri particolori aggiaccianti sul quadro politico degli ultimi trenta anni.

    http://angeloconsoli.blogspot.it/2014/12/la-basilicata-e-il-virus-del-pensiero.html

    Buona lettura. 

  2. ciffo

    Incredibile l’indice di viralità di questo post. In meno di 24h l’articolo è stato letto 1700 volte e condiviso centinaia di volte sui socialnetwork. Segno che il disagio delle nuove generazioni e la battaglia, probabilmente persa, contro l’emigrazione sono temi molto sentiti nella nostra comunità.

    All’autore chiederei in che maniera ritiene semiserio il suo post.

    Come considerazioni mie personali aggiungerei che uno dei limiti maggiori della nostra comunità è proprio il disinteresse per la cosa pubblica… l’affidarsi a qualcuno o a un gruppo ristretto per poi dimenticarsi di tutto fino a nuove elezioni. Giusto chiedere ai politici di provvedere alle nostre esigenze ma Partecipare è essenziale.

    1. vince_ditaranto

      Ciffo, devo constatare che sei sempre più indisciplinato.

      Ti abbiamo già detto che non devi utilizzare termini impropri che possano vagamente aizzare il popolo, ma tu sei cocciuto. Prima “guerra” ora “battaglia”, non vorrai mica che i sonnambuli si sveglino davvero?

      E poi ancora con questa storia della partecipazione, ma ti sei bevuto il cervello? Non hai sentito Franco che ci raccontava come il PARTITO stava risolvendo tutto, prima del gesto dell’invertebrato, con un acceso scontro tra base e dirigenza? Sei sempre il solito populista e bieco esponente di quell’antipolitica che rovina l’Italia.

      Ti consiglio di fare come me. Io credo nella politica. Io credo nel PD.   

      1. For Peace

        Abbiamo perso una generazione e vi dico io anche perchè: i vari capetti attuali ex di azione ……….. che avevano venduto l’idea di una nuova montescaglioso, nei partiti,  nella provincia, nel comune, nelle istituzioni locali, con il loro comportamento hanno fatto saltare la fiducia in una generazione, anche loro sono colpevoli di assenza oltre ai borghesi mascherati di povertà.

        Montescaglioso e la Basilicata vivono un momento molto basso, fateci caso quante volte ci nominano per cose belle in TV, solo se manifesteremo pacificamente il nostro dissenso potrà cambiare qualcosa, al momento chiacchiere e palliativi, progrmmazione zero, SIAMO PURTROPPO SOLO DEGLI OSSERVATORI.

        Stam nguaiat

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