IL CINECLUB … da Cristina!

Locandina I quattrocento colpi

Terzo appuntamento con il CINECLUB da Cristina… questa volta non di mercoledì, ma, eccezionalmente, di MARTEDì, ore 21:30.

Film della settimana: “I QUATTROCENTO COLPI” DI Francois Truffaut,

Il titolo del film “I quattrocento colpi“viene da un modo di dire francese “faire les quatre cents coups”, che in italiano si traduce come “fare un macello”.

E’ un’espressione idiomatica francese che indica un comportamento scriteriato di chi ne fa di “cotte e di crude”, racconta un anno scolastico di Antoine Doinel, tredicenne alle prese con il tormentato passaggio dall’adolescenza alla maturità. Antoine vive in una casa modesta: la madre fa l’impiegata e trascura il figlio, essendo troppo impegnata con l’amante. Il patrigno cerca di creare un rapporto di complicità con Antoine ma nei momenti difficili si tira indietro. Il ragazzo passa allora le sue giornate a bighellonare con l’amico René. Il suo comportamento gli procura dei guai: una volta è costretto a giustificare un giorno d’assenza adducendo come motivo la morte della madre. Naturalmente Antoine viene scoperto e punito, così decide di scappare di casa. Senza soldi l’adolescente rientra a casa dopo una notte passata all’addiaccio, ma progetta di fuggire di nuovo. Ha però bisogno di soldi e ruba la macchina da scrivere del padre. Scoperto mentre sta cercando di rimetterla al suo posto, non essendo riuscito a venderla, Antoine viene mandato in riformatorio. Rimane per poco anche lì, giacché, alla prima occasione, fugge a piedi verso il mare che non ha mai veduto.

La potenza espressiva de I quattrocento colpi risiede nell’inedita prospettiva che Truffaut adotta nel mostrare l’adolescenza: cruda, ma senza pietismi di sorta o facili esazioni della lacrima. Ne viene fuori un ritratto di garçon maudit indimenticabile che proseguirà le sue vicende in numerose altre opere del regista fino alla maturità: da “L’amore ha vent’anni”, passando per “Baci rubati”, “Non drammatizziamo… è solo questione di corna”, per concludersi con “L’amore fugge”. Protagonista è sempre Leaud che vediamo crescere, sposarsi, divorziare, divenire scrittore.
A ciò si aggiunga l’impatto formale che il film ha avuto sul cinema francese e in seguito americano e italiano. La novità di filmare strade vere, spesso suburbane, e locali sporchi e fatiscenti, in breve di filmare personaggi che agiscono nella vita reale, ha dato il via al fenomeno della nouvelle vague che vede in Truffaut, Chabrol, Godard i suoi cantori


Come una madre che osserva e veglia, nelle prime immagini del primo capolavoro di Truffaut, quello che lo ha fatto passare dai banchi di scuola dei “Cahiers du Cinema” alla cattedra della macchina da presa, la Tour Eiffel è sempre presente, e domina Parigi. I 400 colpi è anche il primo film del personaggio Antoine Doinel, alter ego del regista, sempre interpretato da Jean Pierre Leaud, che accompagnerà nella vita cinematografica il cineasta francese.
Manifesto della Nouvelle Vague francese, il primo film di Truffaut è un inno alla libertà dell’infanzia, in parte autobiografico, che disegna e descrive le vicende di un bambino, nel quartiere in cui il regista è nato. La forma filmica è immediata, viva, realista, strizza l’occhio a Rossellini, e rappresenta i volti e le vite dei piccoli uomini nelle strade parigine, nelle sue sfaccettature più intime, nei discorsi fra amici che condividono gli stessi luoghi. La poesia dei primi anni dell’esistenza risulta apparentemente rotta dalla coercizione del riformatorio, insieme di rigide regole che dovrebbero indicare la retta via; è però nell’ultima magica sequenza, mostrata secondo dopo secondo nel più classico stile della “Nouvelle Vague”, in quella corsa di Doinel verso il mare, che i capelli possono finalmente seguire il vento, e lo sguardo finalmente perdersi senza paura verso gli anni dell’età adulta.


Commenti da Facebook

7 Commenti

  1. vince_ditaranto

    Ciao a tutti i partecipanti al club del cinema di Cristina! Devo farvi i miei complimenti, avete dato l’avvio ad una bella iniziativa, e non lo dico solo per apprezzare la voglia di fare, ma per sottolieare che l’iniziativa ha davvero un certo “spessore” culturale.

    La scelta delle “pellicole” è molto curata e si vede che non è fatta a caso.

    Fino ad ora vi ho seguito a “distanza”, nel senso che ho noleggiato (…beh, diciamo “scaricato” :tongue: ) i film da voi proposti e li ho graditi molto (o perchè già li conoscevo o perchè li avrei voluti vedere da un po).

    Sinceramente l’ultimo non l’ho mai sentito nominare, e da appassionato di cinema voglio rimediare a questa mia mancanza.

    Magari in futuro potrei suggerirvene qualcuno!!! Ma credo che le idee non vi manchino.

    Buona visione e saluti a tutti!!!  

     

  2. benna

    Ho visto anni fa questo film su consiglio e con una mia amica cinefila; il primo film di Truffaut che mi ha iniziato al regista e a tutto il cinema francese di quel periodo. Il film è di una bellezza struggente, complimenti per la scelta e per l’iniziativa tutta, fatta con pochi mezzi ma tanto entusiasmo. Spero di poterci esserci anch’io qualche volta…

  3. titus

    Se posso dare un suggerimento per una pellicola, vi proporrei l’opera Prima di
    Lina Wertmuller “i basilischi”.
    Credo a mio porere che si potrebbe creare un forte punto di riflessione, ed oltre tutto trovare delle assonanze con qualcosa di molto attuale….

      1. Francesca Zito

        Ripensavo alle riflessioni che questo piccolo film ha scatenato dopo la sua visione. Per raccontare agli altri spettatori la semplice emozione che la storia di Antoine mi ha a sua volta raccontato, mi sono venute in mente queste parole, raccolte nella prefazione de “Il piccolo Principe” di Saint- Exupéry :


        ” E’ un bambino che non teme la solitudine, non ha paura della malinconia, si è fatto un’idea tutta sua sul mondo. Scompare così come è venuto e ci lascia un’ombra profonda di rimpianto, perchè sappiamo che dovremmo dialogare con lui, e sappiamo anche quanta dignità, quanta simpatia, quanto garbato umorismo vengono da questa piccola meravigliosa presenza. Non possiamo salutarlo: ci ricorda i tanti bambini che compaiono come brevi apparizioni, agli occhi di chi sa ancora vederli nei giochi del tramonto ai giardini, nelle corse sui prati.”

        f.

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