sto… di petrolio…fanno qualsiasi cosa……

Ora la lobby petrolifera
vuole trivellare il mar Jonio
METAPONTO – Trivellazioni petrolifere nel Mar Jonio lucano. È subito scattata la mobilitazione delle popolazioni locali. A Metaponto Lido c’è stato un summit operativo nella sede dell’Associazione degli operatori turistici “Leucippo”, presieduta da Gianfranco Sortiero. Vi hanno aderito, inoltre, l’Associazione No-scorie Trisaia, il Comitato dei Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto e l’Ucaib (l’Unione dei commercianti, artigiani e imprenditori bernaldesi).

Si è parlato delle trivellazioni petrolifere già autorizzate sulla terraferma, nel territorio di Bernalda-Metaponto, e dei Comuni limitrofi, e dell’autorizzazione ministeriale, in via di approvazione, circa le trivellazioni in mare riguardanti quasi tutto il tratto della costa jonica lucana, tra i fiumi Sinni e Basento.

I convenuti hanno affrontato in maniera unanime e critica la questione, chiedendo al Comune di Bernalda la convocazione urgente e monotematica di un apposito Consiglio comunale, per informare la popolazione. Il neo assessore esterno all’Ambiente, Arcangelo D’Alessandro, che presiedeva l’incontro, ha recepito la richiesta, assicurando di portarla personalmente all’attenzione del sindaco Francesco Renna (Pd).

«Si tratta – hanno affermato Pietro Tamburrano e Antonio Forcillo, del comitato civico dei Cittadini Attivi – di un problema di pubblico interesse, che un’Amministrazione municipale, per legge, è tenuta a portare al vaglio della cittadinanza. Il territorio jonico, infatti, è a grave rischio di sfruttamento e di degrado: sia dal punto di vista ambientale, che sul piano sociale ed economico. Tenuto conto, poi, che il Metapontino è a forte vocazione agricola e turistica, in virtù dell’enorme patrimonio archeologico esistente, simili scelte di carattere estrattivo, per terra e per mare, comporterebbero una grave opera di annientamento di questi luoghi e delle loro popolazioni».

Molto dura anche la posizione del comitato “No scorie Trisaia”, i cui componenti hanno rilevato: «Dopo i campi agricoli biologici, i bacini idrici e i boschi, ora la lobby petrolifera vuole trivellare il mar Jonio lucano. Così, al posto degli ombrelloni e delle barche a vela, vedremo solo le piattaforme petrolifere. Gli ecosistemi marini, già inquinati dall’Ilva e dalla raffineria di Taranto non reggeranno l’impatto delle trivelle. Potremo perciò dire addio alla pesca, al turismo e a tutta l’eco – nomia dei comuni jonici. Il petrolio serve solo ai politici per mantenere poltrone e prendere voti», conclude No Scorie, che invita tutti i Consigli comunali della zona a tenere aperti, in maniera permanente, i consessi cittadini, in segno di protesta, per chiedere al Ministero dell’Ambiente di bocciare il progetto di trivellazione petrolifera nel Mar Jonio.
Angelo Morizzi

17/10/2008

 

io che amo il mare e che lavoro sul mare e che adoro la pesca

mi piange il cuore e mi fa girare……


Commenti da Facebook

1 Commmento

  1. piovasco

    Leggermente controcorrente.

    Non sono mai stato contro qualcosa senza prima aver approfondito l’argomento, così anche in questo caso butto li due considerazioni.

    Almeno fino agli anni ’80 pensando a delle località turistico balneari italiane, si sarebbe subito detto costa adriatica da Ravenna a Pescara. Ebbene lungo quelle coste avviene uno dei maggiori sfruttamenti di idrocarburi a mare in Italia. Per inciso non è il modello di sfruttamento turistico dell’Adriatico quello che più mi esalta.

    Cosa serve veramente all’economia turistica della costa ionica?

    L’Italia ha effettivamente bisogno del petrolio lucano? tempo fa ascoltavo una trasmissione radiofonica in cui si discuteva sull’incidenza dell’importazione di idrocarburi sulla PIL italiano. Ebbene è dimostrato dai numeri che la bolletta petrolifera ammonta a circa un 3% del PIL. La capacità dell’economia italiana di trasformare, creare, inventare per produrre il suo fatturato risente minimamente, al contrario di quello che generalmente si pensa, della spesa petrolifera. Abbiamo quindi davvero bisogno di quella quota parte di olio o gas eventualmente estratto dallo Jonio?

    Quali sarebbero i benefici rispetto ai costi dell’intera operazione?

    Prima di esprimermi vorrei poter dare una risposta a questi interrogativi.

    Ciao.

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