I miei amici cantautori. Fernanda Pivano, Mondadori, 2005.

I miei amici cantautoriLa "Nanda" è una mia vecchia conoscenza dei tempi dell’università, quando apprestandomi a leggere The Great Gatsby, mi sono imbattuta in una sua prefazione su F. Scott Fitzegarld e mi ha folgorata. La mia grande passione per la letteratura americana è in parte – la maggiore – dovuta a lei. Ritrovarla sugli scaffali delle librerie a parlare dei suoi amici cantautori è stata una grande gioia. Non ho resistito a quegli occhietti strizzati in un beato sorriso. Ed in effetti, non mi ha delusa. Ancora una volta.
I miei amici cantautori è una raccolta di articoli, pubblicati o inediti, che la Pivano ha scritto nel corso della sua lunga carriera. Non si tratta di semplici recensioni su cantanti che hanno fatto la storia della musica. La Nanda li ha incontrati quasi tutti, ci ha parlato e ci ha fatto questo grande regalo di consegnarcene un ritratto.
Da Ravi Shankar, De Andrè, Bob Dylan, David Bowie fino a Bruce Springsteen, Patti Smith ed i nostri Ligabue, Vasco Rossi, Jovanotti, Guccini, passando per Jim Morrison e Lou Reed, per finire a Kurt Cobain e Vinicio Capossela; le parole della Pivano trasudano entusiasmo, permeate da un idealismo che noi giovani nati negli anni ’70 non abbiamo mai saputo cos’è; sono cariche di ricordi ed emozioni talmente intensi da sentirli nostri. E poi ci sono loro, i cantautori, i "poeti di oggi", come li chiama lei, riconoscendo alla musica l’elitario rango di poesia, a cui "con fatica, (…) ma con passione" la scrittrice ha dedicato "il suo rispetto, la sua riconoscenza, il suo amore". Ne vengono fuori ritratti "eroici", anche quando l’esistenza di alcuni di essi tanto eroica non si è rivelata. Ne vengono fuori storie di uomini e donne privilegiati, perchè animati dal sacro furore dell’arte. Ne vengono fuori artisti in grado di ammaliare il cuore dei giovani, compreso quello di Fernanda che tanto giovane, anagraficamente, non lo è più. Ne viene fuori la figura di una Grande Donna, oltre che di una grande scrittrice.
"Voglio dire, dov’è finita la fantasia per chi non crede nei sistemi per diventare ricchi, nei trucchi per diventare potenti, nei tranelli per vincere le elezioni, negli imbrogli per far sua la gente; la fantasia di noi ex poveri ragazzi, che guardavamo il mare mentre cominciava il libeccio e i gabbiani fuggivano nel primo vento e i delfini giocavano lontano, e ci chiedevamo come fare per restare lì in mezzo, ci chiedevamo cosa avremmo fatto su una barca che ci portasse senza sapere dove, che ci avrebbe aiutati a scrivere una pagina, che ci avrebbe aiutati a salvare l’anima del mondo."
Grande Nanda! Noi poveri ragazzi di oggi, la tua fantasia non l’abbiamo conosciuta mai.


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