quel San Valentino che non dimenticherò mai

Son passati quasi vent’anni dalla stosia che mi accingo a raccontare e sinceramente non so se riuscirò a terminarla dandoci il giusto peso che merita, ne sa alla fine avrò il coraggio di premere invio e decidere di pubblicarla.

Il rischio è che una storia del genere si fa veramente fatica a credere, io stesso non ci avrei creduto se fosse capitata ad un altro, e magari ci avrei sogghignato su come so che potrà succedere ai tanti che leggeranno e che sicuramente il sorrisino lo faranno vista la incredulità della storia stessa, però non mi importa, io ci provo lo stesso a raccontarla dal momento che in tutti questi anni l’ho tenuta per me e oggi sento il bisogno di condividerla.

Era il martedi dopo Pasqua del 1992 e stavo riaccompagnando a Monte la mia famiglia che aveva deciso di trascorrere la Pasqua insieme a me qui a Parma, arrivato nelle vicenanze di Bologna comincio ad avere dei problemi alla macchina e decido di fermarmi alla prima stazione di servizio per dare una controllata intanto che i miei approfittano per andare in bagno e a prendere qualcosa da mangiare.

Mentre stò trafficando intorno all’auto mi si avvicina una ragazza che mi dice che deve parlarmi, al che io cerco di allontanarla facendo notare che avevo ben altro da fare, ma lei insiste e alla fine le concedo qualche minuto e lei comincia con il raccontarmi una storia piena di particolari che mi riguardavano e che solo io conoscevo chiudendo dicendomi che la signora a cui mi ero rivolto la sera di San Valentino mi mandava a dire che potevo stare tranquillo che tutto si sarebbe sistemato.

Non immaginate il mio stupore nel sentire dalla bocca di quella ragazza il racconto nei minimi particolari, indicandomi perfino il posto, di un episodio che mi era accaduto la sera del 14 febbraio precedente.

Avevo voluto trascorrere il San Valentino con mia moglie e i miei figli quell’anno, ero sceso a Monte e la sera stessa mi ero rimesso in macchina per tornarmene a Parma. Da un anno ormai passavo due notti a settimana in autostrada nei miei viaggi tra Parma e Monte con la testa che continuava a pensare alle tante bruttissime cose che mi stavano accadendo, momenti in cui i pensieri più brutti ti continuano a martellare in testa come se la soluzione di tutto stesse li a portata dei ponti che stai attraversando e pensi sempre che il prossimo possa essere quello giusto. Anche quella sera mi ero rimesso in macchina con i soliti pensieri questa volta più insistenti che mai. Ricordo di essere andato via di casa poco prima della mezzanotte, e poi il vuoto completo, quello che ho fatto nelle ore successive non ricordo più niente, il buio più totale.

Mi sono risvegliato da questo mio sogno improvviso che ero seduto ad un banco in una stanza non tanto grande e di fronte a me una signora vestita di azzurro con due occhi lucenti che mi fissavano e che io incredulo continuavo a fissare e a non spiegarmi come mai mi trovassi in quel posto.

Saranno state le quattro di mattina quando riavutomi dallo stupore decisi di rimettermi in viaggio, e scendendo la collina in cui mi trovavo mi resi conto dalla segnaletica stradale di aver passato la notte davanti alla statua della Madonne di Picciano, posto in cui non ero mai stato in precedenza.

Il viaggio verso Parma per la prima volta aveva un altro sapore, continuai lo stesso a pensare, ma i pensieri erano completamente diversi, non provavo più tutto quel rancore che avevo covato dentro negli ultimi tempi, continuavo a ripetermi che la cosa importante nella vita non fosse quello che riusciamo a realizzare per noi ma quello che potremo offrire a ciò che ci circonda.

Non sono mai stato un credente e continuo a non esserlo, ma la forza che ho acquistato quella notte mi ha permesso di vivere una vita diversa.

Sono tornato dopo alcuni anni a Picciano e ho raccontato questa storia al Priore il quale anche lui è rimasto stupito dal fatto che mi fossi trovati li nelle ore notturne visto che ogni sera il Santuario viene chiuso dopo la messa.

Ora qualcuno potrà anche farsi il sorriso, ma indipendentemente dal fatto che si tratti di una storia vera o il frutto di pura immaginazione una cosa non cambia e cioè il fatto che sia successo il giorno di San Valentino, giorno degli innamorati e non c’è amore più grande di quello di mettere da parte i rancori e aprire il proprio cuore agli altri.

tonino

 


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5 Commenti

  1. gianni

    Ciao Tonino,

    complimenti per aver avuto il coraggio di scrivere questa tua esperienza. Per quanto mi riguarda non mi ha scaturito nessun sorriso, anzi quello che ci hai raccontato è veramente commovente. A volte bastano pochi secondi per cambiare la vita sia in senso positivo (come nel tuo caso!!!) che in senso negativo. A tal proposito vorrei consigliare agli utenti di montenet  un libro bellissimo di Paolo Brosio:" A un passo dal baratro. Perché Medjugorje ha cambiato la mia vita", Editore Piemme, 2009

  2. matala

    La profonda sofferenza provoca a volte reazioni che neanche noi stessi avremmo mai pensato di avere; soprattutto quando il male non arriva dalla vita ma dai nostri simili, la rabbia e la disperazione, la solitudine che proviamo possono a volte lasciare il posto o essere scambiati per rancore. Ma il rancore Tonino, si annida nei cuori aridi di chi è incapace del più piccolo slancio vitale e nelle menti spente di chi si nasconde dietro a frasi fatte, dietro ai luoghi comuni, nella mediocrità di chi segue le masse amorfe.

    In quella notte invece il tuo cuore si è innalzato liberandosi dei sentimenti negativi che lo stritolavano ed è tornato a volare, a pulsare di vita vera. Che sia stata opera della Madonna o semplicemente il risultato di un profondissimo travaglio interiore che ti ha portato come in trance in quel luogo simbolo dell’Amore per eccellenza, chi può dirlo. In ogni caso credo, questo può succedere solo quando un cuore è puro e pieno di umanità.

    Nessun sorriso Tonino, solo emozione; la stessa che provavi probabilmente tu scrivendo e che hai trasmesso attraverso le tue parole.

  3. frantonio

    Caro Tonino,

    mi sono davvero emozionato nel leggere il tuo racconto e la prima cosa che ho pensato è stata che questa è stata una vera dimostrazione di Amore e di Coraggio.

    Amore verso la vita,che anche se in alcune occasione ci pare avversa e ci presenta difficoltà che sembrano insuperabili, poi ci offre sempre,nel sileznio( non con gesti eclatanti) ,in privato e in maniera inaspettata una soluzione; ma non una soluzione a tanti zeri( come tutti sognano,soprattutto in questo momento di crisi), una soluzione interiore, di pace, di serenità per poter poi affrontare i problemi con spirito nuovo,valutando le situazioni in modo più distaccato e in rapporto anche agli altri.

    La letteratura antica raccontava episodi come il tuo  per attirare l’attenzione della gente( pensa al racconto e al quadro di San Paolo caduto da cavallo sulla via di Damasco)e far capire come un’incontro può modificare la nostra esistenza e quella di coloro che ci circondano.

    Oggi,invece, queste sembrano storie fantasiose, di profumo antico a cui neanche i bambini più credono.

    Eppure quelle stesse persone che oggi credono più all’ultimo attore o politico famoso,sono le stesse che cercano "un segno", una "chiamata",convinti che da un momento all’altro gli debba squillare il cellulare mentre stanno in un centro commerciale ed una voce angelica gli sussuri"lascia il carrello e seguimi…"

    Nulla di più banale e assurdo si può pensare! Il Signore ci chiama nel momento che lui sa essere per noi quello più consono e ,in maniera anticonformista, ci trasmette un messaggio da comunicare agli altri non con la parola ma con la vita.

    E da come ti ho conosciuto,caro TM, ho capito che tu questo messaggio ,forse inconsciamente, lo hai fatto tuo e nell’impegno sociale e politico lo trasmetti agli altri.

    E lo trasmetti con Coraggio. Il Coraggio si dimostra con le emozioni non con le azioni.

    E’ l’emozione che guida ogni gesto eroico e il saper comunicare queste emozioni richiede ancor più corraggio del saper agire con coraggio!

    I veri uomini che ho conosciuto qui in Mozambico non sono militari, non sono professionisti, non sono personaggi fanosi,ma uomini capaci di piangere davanti ad una madre senza gambe che strisciando come un verme zappa per coltivare il suo orto per dare da mangiare ai suoi figli.

    L’Amore ha bisogno del Coraggio delle Emozioni.

    Grazie Tonino di aver trovato questo coraggio e di averci donato questo segno di Amore nel giorno degli innamorati!

  4. trilucy

    Il tuo racconto Tm mi ha fatto molto pensare e  alla fine ho capito un’altra cosa di te: che l’ Amore che quella "donna " ti ha donato nella notte di San Valentino ti ha reso l’uomo che ho conosciuto qualche anno fa: un uomo libero,libero da pregiudizi, da schemi mentali convenzionali, da catene politiche o consumistiche del nostro tempo.

    E’ come se dopo aver letto questo brano abbia visto oltre la tua immagine e compreso il perchè di tanti tuoi gesti( raccontatemi anche da altre persone) di amicizia, di solidarietà e di lealtà.

    Sarebbe bello se ,pure con modalità diverse, un’esperienza così esoterica, spirituale,strana accadesse ad ognuno di noi e ci rendesse liberi!
    Beato te….

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