martedì 05 Novembre 2024

NO ALLA LAPIDAZIONE

Sakineh Ashtiani Mohammadi, iraniana, potrebbe essere messa a morte per lapidazione in qualsiasi momento.

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9 Commenti

  1. gianni

    Spero tanto di non essere frainteso con questo mio commento. Spero che la mia riflessione non sia un modo per fare la solita polemica. A mio modo di vedere queste petizioni purtroppo servono a ben poco. Forse servono più a noi occidentali per evidenziare la nostra civiltà. Più volte abbiamo criticato i vari tentativi di "esportazione della Democrazia" perchè abbiamo capito che non si può cambiare la cultura di un popolo semplicemente con la guerra……figuriamoci se adesso le cose possono cambiare con una semplice petizione on-line o peggio (come credono in tanti!!!) tramite un link di facebook.

    In Afghanistan sono state lapidate delle donne dai talebani soltanto perchè sono state viste all’interno di un centro di bellezza clandestino; i matrimoni islamici sono cotratti stipulati tra lo sposo e il padre della sposa e la sposa non decide un bel niente, deve solo obbedire al volere degli uomini. Sicuramente non possiamo costringerli a seguire i nostri principi democratici e allo stesso modo non possiamo costringerli ad usare la nostra civiltà.

    Il mondo è bello perchè è diverso, razze e culture diverse e per fortuna la globalizzazione non è riuscita ad eliminare le differenze. Purtroppo però nella diversità esistono situazioni che noi non riusciamo ad accettare proprio perchè deriviamo da culture esattamente opposte. Spero che questo mio commento possa servire solo a far riflettere sul serio su certe questioni lasciando da parte per un momento il solito moralismo.

    1. maddalena ditaranto

       

      Gianni l’obiettivo di questa petizione non è costringere l’Iran a sottostare alle nostre leggi o alla nostra cultura.

      La dichiarazione universale dei diritti umani la cui redazione fu voluta dalle Nazioni Unite, perchè avesse applicazione in tutti gli stati membri (anche l’Iran), vieta la tortura, le punizioni crudeli, inumane, degradanti (art 5).

      La petizione ,dunque ,non serve ad imporre la nostra morale ma il rispetto degli accordi internazionali.

      Aspettando un serio e, sicuramente, più utile intervento dell’ ONU le varie petizioni aiutano a informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e, già questo, è un obiettivo importante.

      1. gianni

        Maddalena grazie per aver risposto al mio commento. Ho notato però che nessuno ha commentato il mio post forse perchè la maggior parte degli utenti condividono il mio pensiero ma non hanno il coraggio di andare contro la solita morale oppure non lo hanno fatto per semplice menefreghismo. Torno a ripetere che questo modo di fare serve soltanto a noi occidentali per farci vedere belli, bravi e buoni. Il virtuale poi è il mezzo più utile per dare agli altri questa impressione di solidarietà e di buonismo (basta vedere di quanta falsità è piena facebook!!!).

        Cara Maddalena, il tuo discorso è esatto soltanto sulla carta. In Africa ogni giorno ci sono guerre e il ruolo dell’ONU è praticamente nullo. Non è mai stata e non è in grado di  risolvere nessun problema concreto e non è mai riuiscita ad evitare stragi di popoli….figuriamoci se adesso riuscirà ad evitare una condanna a morte con l’aiuto di una petizione on-line. Ti ricordo inoltre che le disposizioni e le decisioni dell’ONU non sono affatto vincolanti per nessun Stato di questo mondo, tutti hanno la libertà di non seguirle. L’ONU è bella ed affascinante solo sulla carta ma nel concreto ha fatto ben poco. 

        1. ciffo

          E’ vero che a volte impegnarsi nel virtuale serve a lavarsi le coscienze e, alla fine dei conti, serve quasi a nulla. Ma non dimentichiamoci che parlare, far conoscere, sensibilizzare non sono cose inutili.
          Se scrivi su questo blog gianni credo che la pensi anche tu come me. A meno che non ti piace fare cose inutili. 🙂

        2. maddalena ditaranto

          condivido quanto scritto da Ciffo, vorrei aggiungere qualcosa.

          Gianni,

          la dichiarazione sui diritti umani  è assolutamente vincolante per tutti gli Stati, anche se gli strumenti predisposti per garantirne il rispetto sono mal disciplinati e comunque non idonei a raggiungere lo scopo… io, come al solito, ho ragione sulla carta tu nei fatti.

          Tutto questo non ti fa imbestialire?

          Firmare un appello on line può essere anche solo un modo per dire "io la mia parte l’ho fatta ora sono fatti vostri", ma in passato si è rivelato efficace.. grazie ad una petizione ed all’interesse dei media, nell’ ottobre 2001 Safiya Hussaini Tungar Tudu ha avuto la possibilità di essere partrocinata in appello da un’avvocato, di essere assolta dall’accusa di adulterio e di essere salvata dalla lapidazione. 

          Noi, che viviamo sicuri nelle nostre tiepide case, abbiamo il dovere di informarci e di cercare un modo per trasformare la indignazione in azione … l’alternativa è la condanna ad una consapevolezza (quando c’è) sterile… che non ha, a mio avviso, nessun senso.

      2. Vincenza Abbatiello

        Ecco appunto non si tratta di impicciarsi delle culture altrui e quindi cercare di cambiarle, ma bensì di fare in modo che accordi internazionali firmati e ratificati vengano rispettati.

        Poi caro Gianni quando si tratta di diritti umani credo che nessuno debba starsene tranquillo e lavarsene le mani.

        Per esempio le mutilazioni genitali o infibulazione dir si voglia. Si tratta per gli africani di cultura, di tradizione. Io però non mi sento di lasciar fare. Ci deve pur essere un limite ed il limite è costituito proprio dalla soglia oltre la quale i diritti umani sono violati (io direi sia che ci sono accordi, sia che non vi sono).

        Ora per quanto riguarda il metodo per sostenere la lotta contro l’una o l’altra cosa si può anche discutere, ma non è detto che un movimento virtuale non possa sortire, anche se in minima parte, i suoi buoni effetti.

        Siamo abituati a pensare sempre "perché sì?", io credo sia giunto il momento di porsi la domanda: "perché no?" 

      3. Vincenza Abbatiello

        Ecco appunto non si tratta di impicciarsi delle culture altrui e quindi cercare di cambiarle, ma bensì di fare in modo che accordi internazionali firmati e ratificati vengano rispettati.

        Poi caro Gianni quando si tratta di diritti umani credo che nessuno debba starsene tranquillo e lavarsene le mani.

        Per esempio le mutilazioni genitali o infibulazione dir si voglia. Si tratta per gli africani di cultura, di tradizione. Io però non mi sento di lasciar fare. Ci deve pur essere un limite ed il limite è costituito proprio dalla soglia oltre la quale i diritti umani sono violati (io direi sia che ci sono accordi, sia che non vi sono).

        Ora per quanto riguarda il metodo per sostenere la lotta contro l’una o l’altra cosa si può anche discutere, ma non è detto che un movimento virtuale non possa sortire, anche se in minima parte, i suoi buoni effetti.

        Siamo abituati a pensare sempre "perché sì?", io credo sia giunto il momento di porsi la domanda: "perché no?" 

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