SARA’ VERO?, però questi inglesi…….

 E’ un’intervista della Gazzetta del Mezzogiorno-Basilicata:

 
«In Basilicata
persa la guerra
alle mafie»
 
di FILIPPO MELE
POTENZA – David Lane, corrispondente dall’Italia de The economist, ha pubblicato il suo ennesimo libro, «Into the Heart of the Mafia. A Journay Through the Italian South», edizioni Profile books, London 2009. Libro tradotto e pubblicato da Laterza, di Bari, col titolo «Terre profanate. Viaggio al cuore della mafia». E nel volume un capitolo intero, «Scanzano Jonico. Il contagio», riguarda la Basilicata. 

Sui contenuti del suo lavoro abbiamo intervistato il giornalista che, oltretutto, conosce bene la Basilicata per aver sposato una lucana, di Tramutola, 35 anni fa. 
Lane, ha fatto questo viaggio nell’Italia meridionale. Sembra la sua versione del “Gomorra” di Roberto Saviano. 
«No. Quello è un libro su Napoli e Casal Di Principe. Il mio è stato un vero viaggio dalla Sicilia alla Puglia. 
E ha trasportato Gomorra a tutto il Sud. Lo stesso titolo, “Terre profanate”, lo fa pensare. 
Sì, si tratta di terre profanate ma anche bellissime. E’ questa cosa brutale della mafia che le profana. 
Ha visto i germi del riscatto? Oggi si dice che la mafia è debellata, che la ‘ndrangheta è in difficoltà, e molti giovani scendono nelle piazze con le magliette “Ammazzateci tutti”. Li ha visti lei questi germi del riscatto? 
No. Ho visto persone impegnate a restare nel Sud e fare qualcosa per il meridione. Ma non in grandi numeri. 
E’ stato anche in Basilicata. E’ uguale a Campania, Calabria, Sicilia? Qui si parla di isola felice. Come ha visto Lane questa regione? 
Ci sono le contraddizioni qui come altrove. Questa regione non è un’isola felice. E’ stata meno toccata dalla mafia delle regioni confinati. La Campania, la Calabria e la Puglia hanno sentito molto di più l’effetto della criminalità organizzata. La Basilicata è piccola, montuosa, con la topografia difficile. Sono fattori che hanno provocato la mancanza della mafia. 
La classe dirigente dice che la criminalità qui non ha attecchito per la sua azione di governo. Cosa ne pensa? O sulla povertà la malavita non può lucrare nulla? 
Certo, la mancanza di ricchezze influisce sulla mafia che va dove c’è il denaro. Se manca il denaro essa ha una presenza minore. La Basilicata è stata più povera in passato che oggi. Oggi forse è più attraente di ieri per la delinquenza. 
Nel suo viaggio ha incontrato l’odierno europarlamentare Luigi De Magistris quando, da pm di Catanzaro, indagava su “Toghe lucane”. Cosa pensa dei risultati della sua inchiesta? 
Ho incontrato una persona piena di entusiasmo per il suo lavoro. È stato sotto il tiro politico. Ha fatto il suo dovere. Indagare dove ci sono elementi che fanno pensare a reati è un dovere di un giudice. Che una indagine, poi, vada a finire nel nulla è da aspettarselo in tanti casi. Il fatto che uno è indagato non significa che esso sia colpevole. I magistrati, però, hanno il dovere di indagare. 
Nel capitolo “Scanzano Jonico. Il contagio” non ha citato il politico in rapporti con l’avvocato David Mills. Anche Lane ha paura delle querele? 
Diciamo che l’unico giornalista straniero che, sinora, è stato portato in tribunale dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sono io. È successo una volta, non vorrei accadesse una seconda. 

PER SCRIVERE «TERRE PROFANATE» HA COMINCIATO IL SUO TOUR DA POLICORO
ll viaggio di David Lane in Basilicata, per scrivere «Terre profanate», comincia da Policoro dove si imbatte in Marinagrari, il villaggio turistico «che era incappato in problemi legali per essere stato messo sotto inchiesta da parte del magistrato Luigi De Magistris». Qui, egli ricorda la sua partecipazione ad un dibattito sulla «legalità» con Vincenzo Montagna, avvocato ed ex consigliere regionale del Pci, e don Marcello Cozzi, ed annota: «Secondo don Marcello la ‘ndrangheta della Calabria tratta la Basilicata come un suo territorio». 

Lasciata Policoro arriva a San Severino Lucano e ad ad Aliano, dove Levi scrisse il suo Cristo si è fermato ad Eboli. Non poteva mancare una puntata a Tramutola «il paesino dove mia moglie è nata e ha trascorso la sua infanzia e che conosco sin dal 1972. E mentre ero a Tramutola ho scritto un articolo per «The economist» riguardo alle questioni sulla legalità in Basilicata sollevate da Montagna e don Cozzi. Questo articolo ha provocato una piccola polemica a livello locale. Un paio di giorni dopo ho scoperto che qualcuno mi aveva squarciato una delle gomme della macchina ». 

Ed ancora, dai pozzi di petrolio di Viggiano sino a Scanzano Jonico «dove avevano progettato di realizzare una discarica nucleare». Lane vede i villaggi turistici Cit su un viale intitolato a Carlo Enrico Bernasconi «un uomo condannato per falso in bilancio – sentenza confermata in appello – che aveva continuato ad essere protagonista dopo la sua morte, nel 2001. Bernasconi sedeva nel consiglio di amministrazione della Cit dichiarata insolvente dal tribunale di Milano nel 2006». 

Dopo aver drenato soldi pubblici. Infine, l’ex centrale del latte, cimitero industriale, il luogo dove, forse, si progettò di ammazzare l’autotrasportatore Vincenzo De Mare, un delitto di mafia legato, pare, al traffico dei rifiuti tossici. E del Metapontino l’autore di «Terre profanate» ricorda anche «l’attacco dei clan organizzati nella seconda metà degli anni 80 e degli anni 90». La conclusione, amara, del suo viaggio? «La battaglia contro la criminalità in Basilicata è stata perduta».

 


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