Personaggi d’altri tempi

Personaggi d’altri tempi !!

 

Era li, sull’uscio del suo piccolo negozio a metà del corso principale, con il suo immancabile cappello in testa in ogni stagione dell’anno, il bastone col manico bianco nel suo abito grigio oscuro e il gilet naturalmente sotto la giacca che non toglieva mai, anche quando in piena estate a mezzogiorno il sole picchiava in verticale e inondava il bianco basolato con i suoi quaranta gradi e oltre che potevi cuocerci le uova solo a poggiarle sul marciapiede.

Nel suo negozio di non più di venti metri quadri vi trovavi di tutto e quello che non riusciva a starci era stipato su un traballante soppalco che Dio solo sa come non veniva giù sotto al peso degli scatoloni ammucchiati alla meno peggio.

Scarpe, cappelli, ombrelli, vecchi pastrani e anche qualche finimento per i cavalli, foulard per donne, valige di cartone e cartelle sempre di cartone per noi scolari. Difficile immaginare quello che non trovavi nella bottega del nostro carissimo amico e compaesano, tant’è che una volta dei ragazzacci per scherzo vi avevano lasciato la scritta “UPIM” sul muro d’ingresso.

Era la persona più disponibile del mondo, quando entravi nella sua bottega si metteva completamente a disposizione, cominciava a tirarti giù da quel soppalco decine di scatole di scarpe e cappelli, oltre naturalmente agli ombrelli anche nelle stagioni non piovose, ancor prima che tu gli avessi detto cosa cercavi.

Naturalmente non faceva distinzioni di sesso, per lui andavano bene qualunque tipo di scarpa sia per gli uomini che per le donne indipendentemente dalla misura che se risultava troppo piccola si adoperava in modo tale da riuscire a farci entrare il piede anche a costo di piegarti completamente le dita, se invece fossero state larghe allora bastavano dei fogli di giornale per riempire gli spazi vuoti.

Ecco, il nostro omino era fatto cosi, doveva per forza cercare  in qualche modo di poterti servire e venderti qualcosa, altrimenti cominciavano i guai al primo accenno da parte dei mal capitati avventori di voler lasciare il negozio senza aver comprato nulla.

Dopo tanto darsi da fare lui non gradiva che qualcuno non potesse apprezzare la sua disponibilità e allora cominciava ad inveire ed apostrofarti con decine di appellativi e bestemmie correndoti dietro fino in piazza se necessario e non desisteva se prima non ti avesse riportato indietro e non ti avesse venduto almeno un paio di stringhe per le scarpe.

Ormai tutti conoscevano le sue abitudini e allora a turno i soliti burloni andavano di proposito nella bottega per creare i presupposti di uno spettacolo quotidiano cui a decine si accalcavano sul marciapiede opposto per assistere all’immancabile e naturalmente divertente rappresentazione del nostro protagonista.


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