I tuoni di Monte Cupo 5

Dal Capitolo 5: Del Luponario

   Luigino è un bambino vivace come molti altri bambini della sua età.

   Per molti di loro l’età dei giochi e della spensieratezza sta per finire. Tra poco cominceranno ad andare a lavorare nei campi con i loro genitori o a giornata. Lui il prossimo anno andrà a scuola ma questa prospettiva non lo entusiasma eccessivamente. Per ora non ci pensa. Trascorre le giornate con il suo nuovo compagno di giochi, Ciulìn, e con i suoi “vecchi” amici. Anna e Ngesco ne hanno parlato diverse volte, entrambi vorrebbero che Luigino studiasse e che diventasse un veterinario ma lui ancora non lo sa. Ngesco raddoppia gli sforzi in funzione dei loro progetti riguardo al figlio. L’azienda agricola è cresciuta e oggi può contare su sessanta tomoli di terreno seminativo, cinque  tomoli di vigneto e circa quattrocento piante di ulivo. Hanno due muli e la scorsa estate hanno acquistato un aratro prodotto in America: Aratro Sack n. 6, per tirarlo servono entrambi i muli. Il nuovo aratro scende in profondità nel terreno e lo rivolta riportando in superficie il terreno vergine con grande vantaggio per le colture. Uno strumento apparentemente semplice ma rivoluzionario per un’agricoltura di sussistenza.

   Rocco e Donato hanno dato un importante contributo, con il loro lavoro, allo sviluppo dell’azienda. Hanno iniziato subito a seguire il padre nei campi e, grazie al suo insegnamento, oggi possono dirsi in grado di gestire autonomamente l’azienda.

   Dei due fratelli Rocco è quello con più intraprendenza, anche grazie al suo carattere estremamente pragmatico. Donato invece è molto più tranquillo e soprattutto prudente. I due sembrano fatti per integrarsi a vicenda. Ngesco, che conosce bene i due figli, spera in cuor suo che non debbano dividere un giorno le loro aziende perché l’uno è da sprone all’altro nell’agire mentre l’altro tiene a freno il primo nell’evitargli di commettere sciocchezze. Tutto sommato, comunque, dopo accese discussioni riescono a raggiungere quasi sempre un accordo nelle faccende di lavoro. In genere Ngesco si tiene fuori dall’intervenire nelle discussioni. Guarda e ascolta i due fratelli e si compiace di come i due sostengono le loro rispettive posizioni. Interviene solo per fornire consigli e mettere a loro disposizione la sua esperienza. Anche le abitudini dei due fratelli sono diverse. Mentre Donato dopo la cena va a casa della fidanzata Pina, Rocco esce tutte le sere per incontrare i suoi amici nella piazza del paese e decidere come trascorrere la serata. Spesso si va a fare una bevuta di vino nella cantina di qualcuno di loro o nella locanda del paese. Qualche volta in paese arriva il circo oppure dei personaggi strani come maghi e illusionisti. Spesso si accendono discussioni tra di loro su questioni come la magia, spiriti, vampiri e argomenti simili. Per Rocco semplicemente non esistono. Il problema non si pone. I suoi amici, al contrario, credono a tutte le storie che si raccontano in paese sull’argomento, in particolare sugli “spiriti” e sul “luponario”, un essere metà uomo e metà lupo; uomo normale di giorno e lupo di notte. Secondo la tradizione la trasformazione è dovuta a una malattia che l’interessato non sa di avere ed è stimolata dal plenilunio. Ma su questo punto non tutti sono d’accordo, c’e chi giura di averlo visto anche in notti non di luna piena.

   Quello che accadde una sera d’inverno, poco prima di Natale, mentre Rocco stava rincasando con due suoi amici, alimentò la discussione per molto tempo. (Segue)


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