Hanno vinto loro!

Ce l’hanno fatta! Dopo averci provato in mille modi l’obiettivo è finalmente raggiunto. De Magistris accantonato e l’Italia tutta contenta, persa tra calcio, reality, nuovi innovativi partiti e baggianate varie.
Appresa la notizia mi sono vergognato di essere italiano. Provo solo nausea e vergogna per l’impunità e la sfacciataggine di tali indegni personaggi e dei milioni di italiani con la testa sotto la sabbia o, peggio ancora, conniventi e collusi. E il presidente Napolitano? Lasciamo stare! Chissà… che Storace non avesse tutti i torti????
Siamo al paradosso: un ministro, in quanto indagato/ amico di indagati/ membro di un governo il cui primo ministro è indagato, ignorando totalmente il conflitto di interessi, chiede il trasferimento urgente e preventivo del PM che indaga. Il CSM vista l’infondatezza di tale richiesta almeno in materia di urgenza si prende alcuni mesi per decidere. Ma si può aspettare così tanto? Certo che no. Via l’inchiesta dal PM per conflitto di interessi(!!!!???!!!) 😕 visto che indaga sul ministro che ha chiesto di trasferirlo! A S S U R D O !
E illegale aggiungo… immaginate se ogni privato cittadino per scegliersi il PM o il giudice querelasse questo ad indagine avviata… conflitto di interessi et voilà… avanti il prossimo PM.
Vi allego la lettera del fratello di Borsellino in merito a questa ennesima indegna vicenda:

Milano, 20 ottobre 2007.

La notizia dell’avocazione da parte della Procura Generale dell’inchiesta “Why Not” al Procuratore De Magistris è di quelle che lasciano senza fiato.

Solo un’altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d’animo.

Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell’attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all’origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strada.

Morto Paolo Borsellino l’ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalità mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.

Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l’altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si è sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.

Oggi non serve più neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un’indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli “intoccabili”, perchè tutto continui a procedere come stabilito.

Perché questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l’indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.

Oggi basta che un ministro (…) come (…) Mastella ricatti un (…) capo del governo, (…), minacciando una crisi di governo, perché tutta una classe politica faccia quadrato intorno al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissà quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l’avocazione di un’indagine e quindi l’inoffensività di un giudice senza neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.

Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.

In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del dr De Magistris titolare dell’inchiesta in cui è indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.

Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal C.S.M., saremo di fronte alla fine dell’indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.

Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.

Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perché ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalità era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo più che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di essere vissuta quella di vivere in un paese dove l’illegalità è diventata la legge dello Stato.

Salvatore Borsellino


Commenti da Facebook

30 Commenti

  1. gianni

    Incredibile decisione,

    adesso questo governo ha veramente toccato il fondo. Neanche Berlusconi ha saputo far di meglio per se. Ma il Mastella è uno in gamba, è uno che non si arrende davanti alle accuse. No non si dimette anzi è in grado di sfruttare la debolezza di questo governo per fare pressioni sulla magistratura che dovrebbe essere indipendente. Ma chi è il garante di questa indipendenza della magistratura se non il presidente Napolitano? Invece niente, da parte sua solo silenzi e belle parole pronunciate davanti a platee di bimbi con bandierine sventolanti.

    W l’Italia

  2. LomFrAnz

    ci vorrebero davvero i supereroi!!! 

    mi sento indignato, offeso, derubato, disilluso, abbandonato dallo stato e dalle istituzioni…

    Cosa può fare un cittadino oggi?

    soprattutto con alle porte un disegno di legge che imporrebbe una registrazione particolare a tutti i blog, causando, se così fosse, la chiusura del 99% di quelli esistenti!! Non è regime questo?

    —————————

    Complimenti a felice per l’immagine della banda ladroni!!

    ramingo errante

  3. ciffo

    Ecco il commento del senatore a vita Andreotti:
    “Ho stima di lui, perché sta facendo bene e tra l’altro ha recuperato il rapporto fra magistratura e governo, che era piuttosto teso”
     
    Per chi non lo sapesse:
    Andreotti è stato sottoposto a giudizio a Palermo per associazione mafiosa. Mentre la sentenza di primo grado, emessa il 23 ottobre 1999, lo aveva assolto per insufficienza di prove, la sentenza di appello, emessa il 2 maggio 2003, distinguendo il giudizio per i fatti fino al 1980 e quelli successivi, ha stabilito che Andreotti aveva «commesso» il «reato di partecipazione all’associazione per delinquere» (Cosa Nostra), «concretamente ravvisabile fino alla primavera 1980», reato però «estinto per prescrizione».
    fonte: wikipedia

  4. SpigaVacand

    Ennesima schifezza …semplicemente schifato…e sempre più convinto di vivere in una nazione di MERDA!!!…prendendo spunto dai giovani Calabresi dell’associazione “Adesso ammazzateci tutti” io promovuerei l’associazione “Adesso andate a fan…. tutti” …centrodestra, centrosinista e centrocentro

    1. cico

      Visto che siete tutti cosi informati ma mi sapete dire su cosa stava indagando di cosi importante questo magistrato . Visto le vostre reazzioni alla notizia sara’ qualcosa di veramente importante tipo scorie o emergenza rifiuti, o morti sul lavoro ,stragi del sabato sera ,mala sanita o sulle infrastrutture che non ci sono.

      1. ciffo

        Cico l’inchiesta why not è molto complessa e comprende diversi ambiti e persone: dirigenti di enti pubblici, politici locali e nazionali (anche Prodi e Mastella), imprenditori, funzionari dei servizi segreti, militari. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di associazione a delinquere, corruzione, violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete, truffa, finanziamento illecito ai partiti. Tradotto in soldoni… miliardi di euro di finanziamenti pubblici sottratti… mafia.
        La gravità della situazione è comunque più nei metodi da regime usati da questo governo. Ti allego la lettera inviata da Marco Travaglio a Beppe Grillo:
         
        “Caro Beppe,
        due settimane fa, ad Annozero, avevo evocato Licio Gelli e il Piano di rinascita della P2 e me ne hanno dette di tutti i colori. In realtà, ero stato troppo ottimista. Ormai siamo oltre Gelli, oltre la P2. Siamo al golpe politico-giudiziario.
        Per una volta, inseguire gli aspetti tecnico-giuridici della decisione del Procuratore generale di Catanzaro di strappare di mano l’inchiesta “Why Not” su Prodi, Mastella & C. al titolare, cioè al pm Luigi De Magistris, è inutile e fuorviante. Meglio andare subito alla sostanza, che è questa: il magistrato che aveva raccolto elementi sufficienti per indagare Mastella per abuso, truffa e finanziamento illecito, cioè riteneva di aver trovato i soldi, non potrà portare a termine la sua indagine, ormai in dirittura d’arrivo. Il fascicolo passerà a un altro magistrato, che impiegherà mesi per studiarsi tutti gli atti. E, se non vorrà fare la fine di De Magistris – attaccato da destra e da sinistra, difeso da nessuno, ispezionato per mesi e mesi, trascinato dinanzi al Csm, proposto per il trasferimento immediato e infine espropriato del suo lavoro – ascolterà l’amorevole consiglio che gli danno il governo e l’opposizione una volta tanto compatte: archiviare tutto, lasciar perdere, voltarsi dall’altra parte.
        Checchè se ne dica, questa non è una questione privata fra De Magistris e Mastella. Questa è la soluzione finale dopo vent’anni di guerra della politica alla Giustizia. E’ il coronamento del sogno dei vari Gelli, Craxi e Berlusconi di fermare sul nascere le indagini sul potere. Gelli, Craxi e Berlusconi, nella loro ingenuità, pensavano che per farlo occorresse modificare la Costituzione, scrivendoci che la carriera dei pm è separata da quella dei giudici e che le procure devono obbedire al governo.
        Mastella e chi gli sta dietro hanno capito che non occorre cambiare le norme: basta creare le condizioni di fatto perché tutto ciò accada. Appena un pm apre un fascicolo sugli amici di un ministro, se ne chiede il trasferimento (del pm, non del ministro). Anche se la richiesta non sta in piedi, non importa: quando il magistrato arriverà al sodo, salendo di livello dagli amici del ministro al ministro stesso, il ministro sosterrà che il pm lo fa perché ce l’ha con lui. E, col gioco delle tre carte, riuscirà a convincere qualche alto magistrato a scambiare le cause con gli effetti e a scippare l’indagine al pm per “incompatibilità”. Come se fosse il pm ad avercela col ministro, e non il ministro ad avercela col pm. Si chiama “guerra preventiva”, e non l’ha neppure inventata Mastella. L’aveva già teorizzata Mao: “Colpirne uno per educarne cento”. Funziona.”
        Marco Travaglio

  5. Cinzia

    Questa non è semplicemente illegalità. Non si tratta solo di abuso di potere e conflitto di interessi.
    Ci troviamo di fronte ad una gestione mafiosa della cosa pubblica peraltro neanche dissimulata come ai tempi di Falcone e Borsellino.
    Un magistrato che svolge il proprio lavoro viene accusato di manie di protagonismo solo perchè iscrive nel registro degli indagati qualche nome intoccabile e laddove una richiesta di trasferimento “cautelare” (a cautela di chi, è più che evidente) non trova l’approvazione immediata da parte del CSM… voilà… arriva l’avocazione dell’indagine!
    Il paradosso è che il ministro in questione sia proprio quello della Giustizia.
    Il paradosso è che nessun politico, ad eccezione di Di Pietro, manifesti perlomeno perplessità di fronte a questa viscida e anticostituzionale ingerenza della politica nella magistratura. Nessun politico che abbia speso una parola di solidarietà a De Magistris, nessuno che abbia preso le distanze da Mastella, neanche i morigerati e morigetatori destroidi che si fanno paladini della legalità.
    Il paradosso è che se poi i cittadini comuni, non sentendosi assolutamente rappresentati da una squadra di manigoldi al governo, esprimono dissenso e sdegno per questo SOPRUSO, vengono accusati di tutti gli -ismi possibili ed immaginabili, coniati ad hoc dall’astruso linguaggio politichese. Qualunquismo, in primis!
    Non veniteci più a raccontare che non sono tutti uguali!

    1. patty

      Non riesco… proprio non ci riesco a commentare.Sono rimasta sbigottita, senza parole,senza voglia di parlare..il marcio è troppo insediato, troppo… Cos’è rimasto di quella nazione europea chiamata italia… le sue istituzioni sono ormai corrose da un cancro, la cosa che mi affligge è che con il cancro non ci sono molte speranze.. il popolo italiano deve insorgere o soccomberà per sempre..

  6. drago

    Non possiamo arrenderci, c’è un’unica strada da percorrere, quella della MOBILITAZIONE.

    L’abbiamo fatto qualche giorno fa, dobbiamo insistere anche adesso, perchè ci stanno confermando che avevamo ragione.

    Sul Corriere c’è un’ intervista a Cesare Salvi, che dice

    ”Bisogna restituire l’inchiesta al pm De Magistris. E’ l’unico modo per eliminare ogni ombra di dubbio sulla sua ipotesi accusatoria.

    Domanda: Non è il governo a poter prendere una decisione del genere.

    Salvi: Certo, ma ci sono vie giuridiche perché questo accada. E bisogna percorrerle. Credo sia arrivato il momento che il premier Prodi si occupi di quanto sta accadendo e che il CSM prenda con urgenza le decisioni che gli competono.”

     Il sig. Prodi deve intervenire, dobbiamo spingere su questo.

    I ragazzi di “Ammazzateci tutti” si sono  dati appuntamento alle 16 davanti al Palazzo di Giustizia di Catanzaro con i sacchi a pelo.

    Pensiamo anche noi ad iniziative. Ad esempio raccolta firme , anche nel nostro paese.

    Ricordiamoci che dobbiamo molto ai ragazzi calabresi..

    Non è il momento di rassegnarci.

    Cerchiamo di essere compatti.

    mario dimichino

  7. erredi

    Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere
    di gente infame, che non sa cos’è il pudore,
    si credono potenti e gli va bene quello che fanno;
    e tutto gli appartiene.
    Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!
    Questo paese è devastato dal dolore…
    ma non vi danno un po’ di dispiacere
    quei corpi in terra senza più calore?
    Non cambierà, non cambierà
    no cambierà, forse cambierà.
    Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
    Nel fango affonda lo stivale dei maiali.
    Me ne vergogno un poco, e mi fa male
    vedere un uomo come un animale.
    Non cambierà, non cambierà
    sì che cambierà, vedrai che cambierà.
    Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali
    che possa contemplare il cielo e i fiori,
    che non si parli più di dittature
    se avremo ancora un po’ da vivere…
    La primavera intanto tarda ad arrivare.

    1. patty

      sarà  lecito chiedersi… ma dove vivo? Non ho parole..questo continuo sbattere in faccia realtà assurde , inaccettabili, che sfiorano la follia, un’indecenza oltre confine.. come si può… come si può!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :sick:

      1. cico

        Demagistris con la sua indaggine a scoperto l’acqua calda .Su qualunque politico avesse indagato avrebbe trovato le stesse irregolarita.Secondo me colpire  mastella vuol dire colpire il governo ,per farlo cadere e andare di nuovo ha votare, per fare andare al potere i veri mafiosi che adesso sono all’opposizione.  Meditate gente meditate

        1. vince_ditaranto

          Ciao Cico,

          come avevo fatto a non pensarci prima!!!

          Davvero mi sento di ringraziarti, la tua intuizione è davvero geniale. Meno male che ci sono quelli come te che hanno il coraggio di dire cose controcorrente.

          Sei davvero il più lungimirante di tutti, sei l’unico che ha colto nel segno.

          Noi “bamboccioni” ad andare dietro a falsi giornalisti e voci di corridoio osannando un magistrato che si vede benissimo essere un lurido mafioso berlusconiano: …ma si, si vede proprio dalla faccia.

          Ma noi non permetteremo che un PM di provincia in cerca di fama, diffami questo virtuosissimo governo nei nomi di Prodi e Mastella, con l’unico scopo di riportare i mafiosi al governo. Soprattutto ora che le cose stanno andando così bene in Italia; l’economia è ripartita, gli sprechi contenuti, la giustizia ripristinata.

          Quel Berlusconi li era troppo egoista, faceva le leggi solo per salvare il suo di “culo”. Invece la sinistra, che è da sempre attenta al sociale e al benessere di tutti, ha pensato bene di salvare il “culo” un po a tutti.

          E proprio ora viene questo antipatico De Magistris a rovinare tutto.

          No, non ci sto! Sono con te.

          Ho meditato e credo che hai ragione tu.

          Come avevo fatto a non pensarci prima.

          Buona giornata!A presto cico, sei il mio mito.

           

          Good night and good luck!

          1. Desi
            ROMA (11,02)- Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, sta per essere ricevuto dal presidente del Consiglio Romano Prodi. Il guardasigilli potrebbe rassegnare le dimissioni in seguito alle polemiche nate per l’inchiesta “Why Not”, condotta dal pm De Magistris. Lo rende noto Adnkronos. (Agr)
  8. ciffo

    Per la serie… meglio tardi che mai:
    Presterò vigile attenzione perché sia assicurato il pieno, doveroso sviluppo delle indagini in corso
    Il Presidente della Repubblica con qualche mese di ritardo decide finalmente di farsi vivo… riuscirà a fermare il golpe bianco che sembra ormai cosa fatta?
    Speriamo che non sia troppo tardi. Sembra che Mastella si stia per dimettere… è il minimo, speriamo.
     
    Non perdetevi questi interessantissimi articoli:
    Ecco perché va cancellato il tempo della furbizia
    Il golpe bianco
    Dell’ultimo di Travaglio mi hanno colpito molto due passaggi. Il primo:
    “Anche lo smantellamento del pool antimafia di Falcone e Borsellino, vent’anni fa, fu affidato a quelli che Alfredo Morvillo, magistrato e cognato di Falcone, definì “i professionisti della carte a posto”. Anche allora pezzi di potere politico, giudiziario e malavitoso chiusero violentemente la stagione delle indagini che stavano alzando il tiro ai piani superiori, ma senza mai mettere il piede in fallo: tutto formalmente ineccepibile. Paolo Borsellino denunciò tutto in una drammatica intervista all’Unità e a Repubblica, e fu trascinato a discolparsene dinanzi al Csm. Il deviato era lui che aveva parlato, non i professionisti delle carte a posto che stavano uccidendo la lotta alla mafia. Oggi i deviati sono De Magistris e Clementina Forleo, per aver denunciato in tv l’isolamento dei giudici che s’imbattono nei reati dei potenti.”
    Qualche azzeccagarbugli si riconosce?
    E infine:
    “Un altro presidente della Repubblica e del Csm diceva: “Oggi la nuova Resistenza consiste nel difendere le posizioni che abbiamo conquistato, nel difendere la Repubblica e la democrazia. Oggi ci vogliono due qualità: l’onestà e il coraggio. Quindi l’appello che faccio ai giovani è questo: cercate di essere onesti prima di tutto. La politica dev’essere fatta con le mani pulite! Se c’è qualche scandalo, se c’è qualcuno che dà scandalo, se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato”. Si chiamava Sandro Pertini.”
     
    Teniamo presenti le parole di Pertini. Mi appello a tutti quelli che rimangono ancora in silenzio. Capisco che l’imbarazzo per il coinvolgimento di Prodi e di personaggi che fino a ieri buttavano fango su Berlusconi e oggi fanno peggio…. ma bisogna denunciare! Via il prosciutto dagli occhi!

  9. Jacobsen

    Alla fine hanno fatto quello che volevano. La casta ha vinto ancora.

    Chi ha sempre creduto che i tempi della giustizia fossero lenti si è dovuto ricredere.

    Venerdì mattina il procuratore della Repubblica invia una relazione al procuratore generale Dolcino Favi sul caso De Magistris. Nello stesso giorno nel pomeriggio viene convocata in Procura la segretaria di De Magistris alla quale viene ordinato di aprire, con le chiavi che ha in custodia, la cassaforte blindata in cui il pm conserva gli atti di “Why not”.

    Nell’arco di una giornata con un atto di forza degno dello squadrismo fascista hanno risolto tutti.

    La posizione più ridicola a mio avviso è quella di chi dice che è giusto togliere l’inchiesta a De Magistris ma che comunque l’inchiesta debba continuare. Ma come si può pensare che l’eventuale successore di De Magistris possa avere la necessaria serenità e imparzialità di giudizio dopo quello che è successo!!!

    Per quanto riguarda  una possibile nostra mobilitazione sono d’accordo. Però suggerisco che ogni iniziativa avrebbe senso solo se organizzata insieme a Don Cozzi, agli amici di Bernalda o meglio insieme all’associazione calabrese Ammazzateci Tutti. E’ l’unica maniera per farsi sentire di più.

    Perché ormai abbiamo capito che siamo in tanti ad avere le stesse idee ma sono pochi ad esprimerle (o a poterle esprimere) ed ancora meno a manifestare ( o a poter manifestare). Quindi insieme ad altri possiamo contare di più.

    Complimenti ad erredi per aver inserito la canzone di Battiato nel suo post, non poteva essere più azzeccata

    Vito

    1. vale461mito

      allora io non mi stupisco più, siamo in italia e tutto questo è normale.

      Non facciamoci più problemi, andrà sempre cosi fino a che non scoppierà una guerra civile ….. 😀

      va be il problema ovviamente non è scegliere DESTRA o SINISTRA, il problema sono i POLITICI…. l’unica cosa in cui sono buoni è derubare la gente onesta come noi, che si scanna e li va pure a votare! ah dimenticavo, con il nuovo partito “democratico” la democrazia sarà all’ordine del giorno nello stivale…

    2. ciffo

      Sono d’accordo con te Jacobsen. Dobbiamo fare qualcosa… aspettiamo di vedere cosa decide il CSM e poi eventualmente agiamo.
      Vorrei aggiungere per cronaca un paio di notizie sullo sfacciato LADROCINIO di stampo FASCISTA in opera a Catanzaro in questi giorni.
      L’immacolato Dolcino Favi, colui che ha materialmente sottratto l’inchiesta a De Magistris, è solo facente funzione di Procuratore Generale, in pratica UN SUPPLENTE!!!. E, cosa ancora più scandalosa, giovedì scorso, il giorno prima che Favi decidesse di avocare l’inchiesta a De Magistris, il CSM aveva ufficializzato il nuovo Procuratore Generale. In pratica Favi ha deciso in fretta e in furia, nei 2 giorni che gli rimanevano prima di dover sloggiare! S C A N D A L O S O!!! E da Vespa e sui giornali queste cose non le dicono o le mettono nei trafiletti. Ma poi l’importante è che tutto sia almeno formalmente corretto…. basta sempre e solo la forma!
      Prima diretta conseguenza sull’inchiesta dopo l’avocazione?
      L’interrogatorio ad un testimone che doveva essere sentito sulle telefonate tra Prodi e Saladino è stato rimandato forse a mai più:
      http://blog.panorama.it/italia/2007/10/22/de-magistris-cede-linchiesta-che-scotta-e-il-testimone-non-parla-piu/
       
      Infine un’ultima riflessione. Capisco Prodi che rimane in silenzio e appoggia Mastella… ha tutti i vantaggi a farlo… ma avete sentito a riguardo il commento di qualche politico a parte Di Pietro (che tra l’altro dopo tante belle parole che aspetta a dimettersi?)? NESSUNO
      Cristoforo… com’era? Non sono tutti uguali?

      1. Cristoforo Magistro

        Su questo sito le discussioni non finiscono mai e dopo che qualcuno ha detto la sua su qualcosa non deve credere di poter pensare ad altro perché c’è sempre qualcun altro che lo richiama a ri-pronunciarsi. La cosa è senz’altro simpatica… Felice in un post intitolato nientemeno che FASCISMO conclude rivolgendosi a me “… com’era? Non sono tutti uguali?”. Troppo onore, ma non possiamo continuare all’infinito il giochetto del sono/non sono tutti uguali. Quanto al fascismo, con o senza maiuscole, io ci andrei piano. Non voglio però con questo sottrarmi dal dire, per quel che può valere, la mia opinione sulla questione Mastella-De Magistris. Mastella non è mai stato in cima alla mia lista dei politici ideali, ma mi sembra che ultimamente, a cominciare dalla questione dell’aereo di stato per andare a Maranello, lo abbiano preso in mezzo. Si è saputo dopo che era in numerosa compagnia nell’usare così spregiudicatamente aerei di stato. Mostrare che lo faceva lui, proprio perché ha dietro la storia che ha, faceva però più effetto e quindi giù mastellate di indignazione alle quali il soggetto ha reagito da par suo. La questione De Magistris è inquietante fin da quando il suo lavoro è stato messo sotto controllo appena arrivato in Calabria e sotto controllo è stato tenuto per tre anni. Ho trovato ignobile il commento sul magistrato dell’ex presidente della Calabria che, da mafioso intoccabile quale si sente, dice più o meno parlando con la sua segretaria: che vuole ’sto buffone, ‘sto cornuto, ecc. De Magistris ha indubbiamente mostrato grande voglia di fare e grandissimo coraggio. Non gli è stato difficile raccogliere elementi (indizi o prove, si vedrà) su un diffuso malaffare. Forse lo ha fatto però a muzzo. Nelle accuse che gli si fanno si parla di reiterate violazioni delle procedure. Certo la nostra è la patria del formalismo giuridico, ma nel diritto la forma -quanto e più che in altre discipline- è importante. De Magistris, sotto attacchi indegni, ha pensato di difendersi stabilendo un contatto privilegiato con una parte della stampa per rompere l’assedio e l’isolamento e attirare dalla sua l’opinione pubblica. I motivi per esercitare un forte richiamo non mancavano: fidanzati di Policoro, caso Claps, ecc. Il risultato è stato eclatante. Sul piano umano lo si può capire, su quello professionale meno. Mano a mano che gli attacchi contro di lui aumentavano, ha risposto rilanciando e aumentando il numero degli indagati. Sappiamo tutti che gli intrecci e le relazioni fra persone, interessi e situazioni nella società attuale sono sempre più fitti e complessi: non ha quindi dovuto inventarsi niente. La mole di lavoro cui si è cosi sottoposto ha però semplicemente dell’inumano. In inchieste di questo tipo si acquisisce documentazione per migliaia di pagine che bisogna attentamente studiare collegando tutto ciò che vi si trova. Non so se De Magistris è riuscito a svolgere il suo lavoro con la necessaria professionalità. Una professionalità che sicuramente non viene richiesta a chi fa poco o niente diventa indispensabile per chi diventa scomodo. Una delle accuse che si fanno al magistrato è di aver acquisito senza averne la facoltà i tabulati delle telefonate di centinaia di personaggi politici e funzionari addetti a settori delicati. Se l’accusa è fondata non è un fatto da poco. Il fatto che gli sia stata tolta l’inchiesta su Mastella in questo modo è indubbiamente ingiusto. Se quelli che vogliono combattere l’antipolitica volevano fare danni irreparabili nell’opinione pubblica ci sono riusciti. Sembra tuttavia che tecnicamente vi fossero i presupposti per farlo. Di fatto l’intera questione è diventato un inguacchio senza fine: di certo ha ragione chi dice se questo magistrato era inadeguato al posto che occupa, non bisognava aspettare fino ad ora per rimuoverlo. Un intervento molto equilibrato mi è sembrato quello su La Stampa del 22/10 di un giurista torinese che qui allego

         

        Csm, non c’è tempo da perdere

        di CARLO FEDERICO GROSSO

        Il Procuratore generale di Catanzaro ha avocato l’altro ieri l’inchiesta «Why not» nella quale sono indagati il presidente del Consiglio Prodi e, da tre giorni, il Guardasigilli Mastella. L’ha così sottratta al pm De Magistris che stava svolgendo le indagini. Nei confronti di De Magistris, Mastella aveva chiesto un paio di mesi fa che la sezione disciplinare del Csm disponesse il trasferimento d’ufficio a causa di asserite irregolarità commesse nell’espletamento delle indagini. L’ultima iniziativa, l’avocazione, ha sicuramente creato un’ulteriore complicazione destinata ad alimentare nuove roventi polemiche. Anche se non si conoscono gli atti, né quelli depositati al Csm, né quelli che hanno indotto il Procuratore generale di Catanzaro ad avocare l’inchiesta, non è difficile farsi una idea della situazione. Comunque la si valuti nei dettagli, è una situazione nel suo complesso bruttissima, dalla quale tutti i protagonisti rischiano di uscire malconci: ministro della Giustizia, governo, pubblico ministero, Avvocato generale, alla lunga lo stesso Csm. Innanzitutto, analizziamo l’iniziativa originaria di Mastella volta a rimuovere De Magistris. Essa rientrava nelle prerogative che la nuova legge sull’ordinamento giudiziario ha assegnato al ministro. Non era, tuttavia, iniziativa di routine, poiché nei confronti di De Magistris era già aperta una normale azione disciplinare, e un’ulteriore iniziativa diretta a rimuovere in via cautelare il magistrato rappresentava un’escalation giustificabile soltanto sulla base della gravità della situazione e dell’urgenza d’intervenire. C’erano davvero gravità e urgenza? Come sappiamo, la sezione disciplinare del Csm si è già riunita, ma ritenendo di non poter pronunciarsi all’istante, anche perché il ministro, nell’imminenza dell’udienza, aveva depositato moltissime nuove carte, ha rinviato di oltre tre mesi la decisione. Se c’è stato un rinvio così lungo, si può arguire che i consiglieri che hanno visto gli atti non abbiano giudicato la situazione né tanto grave né tanto urgente, smentendo implicitamente il Guardasigilli. E De Magistris? Ci si sarebbe aspettati che il magistrato, pur legittimato dalla decisione interlocutoria del Csm a proseguire nelle indagini, usasse di una normale prudenza: continuasse nell’inchiesta, ma si astenesse da iniziative clamorose fino a che il Csm avesse deciso sul merito della richiesta di trasferimento d’ufficio. Reso forse baldanzoso dalla vittoria interinale conseguita e dal sostegno nel frattempo ottenuto dalla piazza e da taluni schermi televisivi, egli ha fatto invece tutt’altro: sulla base degli elementi che ha acquisito investigando, non ha esitato a iscrivere nel registro degli indagati il ministro. Si badi, quando emergono profili che giustificano un’iscrizione, il pm ha l’obbligo di farlo. Tutti sappiamo che c’è tuttavia modo e modo di operare, che c’è sempre una certa discrezionalità nel valutare. Possibile che, emersa un’ipotesi di reato a carico del Guardasigilli che aveva richiesto il suo allontanamento, fosse per lui assolutamente indispensabile procedere a un’iscrizione immediata piuttosto che attendere il breve lasso di tempo che lo separava, ormai, dalla decisione del Csm? Veniamo ora all’ultimo episodio, l’avocazione del Procuratore generale. Può darsi che il provvedimento sia formalmente legittimo, poiché l’art. 372 c.p.p. prevede che l’avocazione può essere disposta dal Procuratore generale in caso d’incompatibilità del magistrato designato e poiché, come ha scritto ieri sul Corriere della Sera Vittorio Grevi, se il magistrato non è stato sostituito dal Procuratore della Repubblica, è prevista appunto l’avocazione da parte della Procura generale. Si tratta, comunque, d’iniziativa discrezionale. Ebbene, davvero il Procuratore generale prima di togliere il processo «Why not» a De Magistris non ha pensato che, facendolo, avrebbe indotto grandissimi sospetti? E allora, era davvero necessario o opportuno avocare? Non sarebbe stato, ancora una volta, prudente attendere le decisioni del Csm? Perché, allora, non ha atteso? Oggi, dopo l’avocazione assunta, molti sono legittimati a pensare che la politica, o, peggio, che la politica e il comitato di affari che operava in Calabria abbiano messo ben più di un semplice zampino nell’assunzione di tale improvvida decisione. Il che è tanto più deleterio se si considera che implicati nel processo sono, addirittura, il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia in carica e che nessun sospetto dovrebbe sfiorarli. Ieri mi hanno d’altronde sconcertato le accuse di complotto ai loro danni che sono state lanciate sia da Mastella sia da De Magistris. Capisco che il ministro possa essere stravolto dalla circostanza di aver appreso a mezzo stampa la notizia della sua iscrizione e che possa temere gli sviluppi della situazione che lo coinvolge. Capisco che il pubblico ministero possa essere a sua volta molto teso a causa degli eventi che lo stanno sovrastando. Dato che si tratta di soggetti che, con le loro condotte forse non sempre provvide, hanno contribuito non poco a creare il difficilissimo impasse istituzionale di fronte al quale ci troviamo, il silenzio sarebbe stato, come si dice, d’oro. La palla passa ora al Csm. A questo punto è essenziale che tale istituzione decida ad altissima velocità. Che magari, se fosse possibile, anticipasse addirittura l’udienza sul trasferimento d’ufficio chiesto nei confronti di De Magistris, fissata per i primi di dicembre. Come dicevo all’inizio, se il Csm non riuscisse a disinnescare la miccia assumendo in totale trasparenza decisioni condivise, rischierebbe esso stesso di uscire malconcio dalla vicenda.

         

        Credo che l’esercizio della democrazia non cominci e finisca con l’espressione del voto e che la gente abbia tutto il diritto di manifestare su questioni che offendono la sua sensibilità. Non bisogna però nascondersi i pericoli di una giustizia assistita dal tifo delle piazze poiché le piazze cambiano umore e colore e non sempre hanno ragione. Oggi ci sono movimenti a sostegno di chi opera in un certo modo nella giustizia che appaiono fondati e nobili. Cosa succederebbe quando le folle dovessero mobilitarsi per motivi meno nobili? Più che di piazze rivoluzionarie l’Italia ha una storia di piazze sanfediste. Non si sa quanto durerà in carica questo governo. La vicenda Mastella-De Magistris è stata un’occasione perduta per fare, in un senso o nell’altro, delle scelte chiare e indubbiamente lo ha messo in imbarazzo ed indebolito. Anche in questa vicenda sono emerse posizioni diverse fra i suoi esponenti, sui giornali, nelle aree dell’elettorato di riferimento di ogni gruppo.

        1. ciffo

          Caro Cristoforo, innanzitutto prometto di non riaprire più la questione del “tutti uguali”.
          Rispondendo invece al tuo intervento… i tuoi commenti sono sempre molto misurati e diplomatici. Mi rendo conto che in diversi frangenti sarebbe stato molto meglio se i nostri ruoli sul portale fossero stati invertiti, con te a moderare, gestendo il forum con il dovuto distacco che assicura lo spazio alle opinioni di tutti, e me a fare fuoco e fiamme, come semplice utente. Non sono però pentito dal mio pessimo “amministrare” recente… sono convinto che c’è un limite a tutto. Esistono situazioni che richiedono uno schierarsi netto e deciso a rischio di sembrare offensivi verso chi la pensa diversamente. E le recenti vicende italiane credo ci hanno portato km oltre quel limite! La politica è si risolvere i problemi di tutti i giorni e migliorare la qualità della vita della comunità ma, prima di tutto, è “ideali”. Una nazione ricchissima senza nessun cittadino povero, con qualità della vita ottima rimarrebbe comunque un pessimo posto in cui vivere se tale situazione fosse stata raggiunta grazie a guerre, orrori, eccessi…insomma ideali calpestati. Ecco perché credo che sia dovere di ogni cittadino in questi giorni ribellarsi a questo golpe bianco e alzare la voce per denunciare le indegne persone che ci governano.
          Tempo fa scrivevi:
          Gran parte dell’elettorato di sinistra ha conservato, malgrado tutto, una tensione ideale sconosciuta a quello degli altri partiti. Degne persone anche loro, sia chiaro, ma appiattite su una filosofia secondo la quale “mondo è stato, mondo è e mondo sarà”, oppure su quella del “sono tutti uguali” che poi le porta a votare a destra. E non importa che anche sui loro uomini, si veda Matera, penda la minaccia di un’indagine giudiziaria.
          Dov’è la tensione ideale dell’elettorato di sinistra in questi giorni? Me lo spieghi?
          Non capisco le tue parole in riferimento ad eventuali colpe di De Magistris… pensi davvero sia quello il problema? Supponiamo… De Magistris è un delinquente con la toga…. pensi davvero che le cose sarebbero diverse? Insomma… il punto è un altro! Non può la sinistra rimanere in silenzio e non dovresti tu limitarti a dire che il provvedimento è “indubbiamente ingiusto“. Se non si grida allo scandalo in queste situazioni mi spieghi quando un cittadino dovrebbe indignarsi? Dobbiamo aspettare il tritolo?
          E mi meraviglia il fatto che tu, elettore di sinistra, non ti indigni a doppio avendo di fatto votato una persona che ha tradito gli ideali grazie ai quali – ipotizzo – aveva conquistato la tua fiducia.
          Io credo davvero come te che i partiti di sinistra avevano “una tensione ideale sconosciuta a quello degli altri partiti” e proprio per questo mi chiedo… dov’è finita?
          Il giornalista Peter Gomez si fa più o meno le stesse domande in un suo articolo e ipotizza che l’imbarazzante silenzio della sinistra non sia una questione di tifo ma derivi solo dalla paura di rivedere Berlusconi al potere. Riporto il suo articolo:
           
          Che cosa sarebbe successo se a chiedere il trasferimento d’urgenza di un pubblico ministero che stava indagando su esponenti del governo fosse stato non Clemente Mastella, ma il suo predecessore, il leghista Roberto Castelli? Non è difficile immaginarlo: urla e proteste in parlamento, girotondi in piazza, manifestazioni un po’ dovunque. Ma, visto che a capo dell’esecutivo c’è Romano Prodi e non Silvio Berlusconi, nulla (o molto poco) di tutto questo è avvenuto.

          Nell’assenza di reazioni forti non vedo però una scelta di tipo ideologico. Non credo cioè che chi tace lo faccia perché è schierato a sinistra. Molto più semplicemente un pezzo importante dell’opinione pubblica, o se preferite di quel ceto medio riflessivo di cui ha tanto parlato Paul Ginsborg, è annichilito dal possibile (anzi probabile) ritorno del Cavaliere.

          Walter Veltroni ripete sempre più spesso che bisogna chiudere la stagione dell’odio. In realtà a caratterizzare la politica italiana non è l’odio, ma la paura. Berlusconi più che odiato, è temuto.

          Per questo sarebbero necessarie una serie di regole (dalla legge sul conflitto d’interessi, a quella sull’emittenza televisiva, solo per citarne due) in grado di impedire soprusi da parte di chiunque si trovi al governo. Solo così i cittadini si sentirebbero più garantiti. Invece l’unica riforma fin qui approvata dal centrosinistra, quella sull’ordinamento giudiziario, ha moltiplicato le possibilità d’ingerenza da parte dell’esecutivo sul potere un tempo indipendente della magistratura. E la paura, di giorno in giorno, aumenta.
           
          Io non sono d’accordo… io credo che ormai che a destra come a sinistra ci sia un intreccio con i poteri forti e che i partiti siano ormai un cancro incurabile. Ma anche supponendo che Gomez abbia ragione…. ma sarebbe davvero così preoccupante un ritorno di Berlusconi? Alla fine dei conti cosa cambierebbe? Rimarrebbe tutto uguale! E non attacchiamoci adesso a quei 2-3 provvedimenti positivi del governo Prodi.
          Concludo rubando le parole ad un blogger il cui intervento sulla questione mi è piaciuto molto:
          Prodi o Berlusconi? Castelli o Mastella? Destra o sinistra?
          Tutti voi che avete votato orgogliosi per il centrosinistra ultimo baluardo della legalità, voi che avete fatto ore di fila per mettere una croce su veltroni con l’intenzione vera di mettere una croce su prodi, voi che avete gridato allo scandalo quando Berlusconi rimuoveva i giornalisti che parlavano male di lui, e avete parlato di colpo di stato, e avete difeso l’operato dei giudici che indagavano sulle misteriose fortune del nano;
          e voi, azzurrini convinti, casalinghe teledipendenti, imprenditori rampanti, evasori legalizzati, fascisti della prima e dell’ultima ora, cattolici oltranzisti, voi che per anni avete difeso il leader dagli attacchi dei comici, dei giornalisti, dei giudici, dei sindacati, voi che avete ritenuto criminoso l’uso del servizio pubblico fatto da luttazzi, da biagi, da santoro, voi che avete gridato contro le toghe rosse e il sistema persecutorio.
          Voi a destra, e voi a sinistra.
          Venite avanti, abbracciatevi e scambiatevi di posto, e provate a notare la differenza.

  10. drago

     Cominciamo dalle buone notizie, che ci danno speranza.

    Santoro si occuperà del caso giovedì sera.

    Giovedì pomeriggio ci sarà un collegamento della “Vita in diretta” di Cocuzza da matera con Olimpia orioli per spiegare il caso dei “Fidanzatini di policoro” e per parlare di  “De magistris”.

    Olimpia non mollare!!

    I ragazzi calabresi stanno pensando a sit-in davanti a tutte le procure d’Italia, nel nostro caso dovremmo andare a far un po’ di caos davanti alla procura di Matera.

    Dobbiamo poi registrare, nelle brutte notizie, il modo con cui hanno tolto l’inchiesta a De Magistris, senza avvisarlo, portandogli via le carte e senza poter trovare una soluzione più morbida consultandolo.

    Poi c’è l’intervento di  Giorgio  Napoletano che ha raccontato ai suoi nipotini italiani la favola che l’inchiesta sarà da lui controllata anche con un altro magistrato.

    Poi c’è il silenzio assordante dei politici Nazionali (tranne Di Pietro e Salvi)

    E quelli locali?. Solo poche eccezioni come i Radicali.

    Ma la nostra amministrazione comunale che pensa?  E’ impegnata? E tutti quelli che affollavano la bancarella in Piazza Roma nei giorni delle elezioni e predicavano su questo blog?

    C’e’ poi il silenzio di chi tuonava all’indomani di Annozero contro il nostro concetto di democrazia dandoci lezioni. Il loro concetto di democrazia prevede forse che è meglio  stare zitti quando fa comodo, o sbaglio?.

    Speriamo domani nel Csm.

    Andiamo avanti…

    Mario

    1. Desi

      Questo il titolo della nuova puntata di questa sera di Anno Zero sul caso De Magistris, infatti parteciperà proprio il diretto interessato il pm Luigi De Magistris, il giudice milanese Clementina Forleo, il sostituto procuratore a Palermo Antonio Ingroia, i senatori Salvi e Castelli e il giurista Grevi. Ormai questo caso ha coivolto tutti noi comuni cittadini mortali che pensavamo che la legge fosse uguale per tutti…ma la realta è quella a cui stiamo assistendo in questi giorni: VERGOGNA. Sono indignata di essere amministrata da personaggi che di nome fanno Mastella e Prodi  e non aspetto altro che le loro dimissioni, perchè l’abuso di potere nelle ultime vicende è scandaloso. Esprimo la mia solidarietà ai due pm protagonisti di minacce di morte, ma penso anche alla delusione di tutti quei ragazzi studenti di Giurisprudenza, che credono nelle leggi e di voler un domani diventare dei Magistrati perchè non possono fondare il proprio lavoro su basi che si stanno sgretolando giorno dopo giorno:LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI.

  11. ciffo

    Trasferito il capitano di De Magistris
     
    Questo agosto io, drago e corvo siamo stati a Policoro per incontrare don Marcello Cozzi di LIBERA e Olimpia, la madre di uno dei fidanzatini di Policoro. In quella occasione un giovane ci ha avvicinato incuriosito dalla nostra presenza (gli unici giovani tra tanti meno giovani) e si è presentato. Era proprio Zacheo. Inutile dire che mi ha fatto un’ottima impressione.
    Abbiamo potuto fare 2 chiacchiere proprio sulla questione giovani, ci ha incoraggiato a lottare per la nostra terra e a non aspettare chissà chi o cosa…. che bastava solo stare attenti e leggere le migliaia di documenti accessibili a tutti per avere tante informazioni utili…. e ci ha detto che avrebbero voluto trasferirlo a rischio di non fargli finire l’inchiesta ma che era sicuro non sarebbe successo. Purtroppo aveva fatto male i conti. E’ finita per lui come per il suo predecessore la cui storia quella sera ci ha raccontato… roba da mettersi le mani ai capelli.
    Vabè… che altro dire…. tanto… siamo noi gli stupidi burattini che si lasciano affascinare da questi delinquenti associati. Non ho più voglia di scrivere sempre le stesse cose. Hanno vinto loro e chi vince ha ragione.

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