Monte e le trivelle in consiglio comunale

Ieri sera, a Montescaglioso, si è tenuto un consiglio comunale straordinario e aperto per discutere delle novità in tema di permessi di ricerca ed estrazione di idrocarburi nel nostro territorio. Ho seguito l’intero consiglio e provo a raccontare qualcosa senza alcuna pretesa di completezza ma scrivendo di getto la mia cronaca assolutamente parziale e poco oggettiva.

consiglio comunale aperto sulle trivelle

Comincio col dire che erano presenti tutti i consiglieri. Su invito, hanno partecipato e sono intervenuti anche l’assessore alla provincia di MT Garbellano, il consigliere regionale Venezia ed il senatore Bubbico. Circa 40, max 50 i cittadini presenti nella sala consiliare. Affluenza bassina considerata l’importanza dell’argomento. Probabilmente non si poteva pretendere di più visti i tempi che corrono e la diffusa disaffezione della gente comune nei confronti della politica. Sicuramente non ha facilitato la partecipazione la scelta dell’orario (io ho dovuto smettere di lavorare per poter partecipare) e la data (un tema che interessa molto i giovani andava trattato qualche giorno prima che la maggioranza dei ragazzi montesi ripartisse per università e lavoro in seguito alle feste patronali). Non ci è stato spiegato il perchè della scelta della data ma, mi sembra di aver capito, il presidente del consiglio ha fornito spiegazioni in forma scritta al capogruppo di minoranza.

Veniamo al dunque. Personalmente mi sono recato al consiglio sperando di avre risposte ad alcune domande: il parere negativo espresso all’unanimità dall’intero consiglio nella precedente seduta è stato inviato in regione? E’ stata stilata una relazione che spiegasse i motivi del NO? Sono stati messi in evidenza i punti di forza del nostro territorio a vocazione agricola e turistica? E’ stata posta particolare attenzione al discorso ambiente? In regione hanno letto il documento? E se si perchè lo hanno ignorato? Hanno comunicato qualcosa allle istituzioni comunali? Qualcuno ha chiesto spiegazioni ai dirigenti degli appositi uffici regionali? infine, cosa si può fare adesso concretamente per scongiurare il rischio trivelle?

In 4 ore di consiglio comunale solo alcuni di questi quesiti hanno trovato risposta. Ho capito che è stata fatta comunicazione ufficiale in regione ma che questa è stata bellamente ignorata. Nessuno ha detto se c’è stato qualche tentativo di ricevere spiegazioni dagli uffici competenti. L’assessore Roberto Venezia ha però rassicurato la platea affermando che in questa prima fase di ricerca (quella per cui è stato dato l’ok dalla regione senza valutazione di impatto ambientale) non sonno previste trivelle o scavi. Questi, eventualmente, ci saranno in una seconda fase che andrà approvata con successivi permessi. Possiamo quindi stare tranquilli per il momento. Inoltre la regione ha approvato una moratoria sulle estrazioni di idrocarburi future e in corso. Non è chiarissimo se il permesso di ricerca nel nostro territorio ricade tra quelli bloccati da questa moratoria. Nè si sa se questa moratoria risulterà inutile di fronte a leggi nazionali. L’assemblea ha quindi votato all’unanimità un documento proposto dalla minoranza che prevede:
– di nuovo un netto NO alle trivelle;
– istituzione di un osservatorio che informi il consiglio di ogni novità sul tema;
– richiesta alla regione di annullare la delibera che permette alla delta energy di fare ricerche sul nostro territorio;
il documento era più articolato ma ora non ricordo. Lo allegherò a questo post appena riesco ad ottenerlo.

La mia sensazione è che le competenze comunali sono davvero ristrette e ben poco possiamo fare per intervenire su processi che vengono imposti dall’alto. Forse il metodo “Scanzano” è l’unico che potrebbe dare successi in futuro nel caso la situazione precipitasse. A tranquillizzarmi un pò sono state anche le parole del senatore Bubbico che ha detto che è vero che il governo sta pensando a leggi che, in materia energetica, non prevedono di interpellare i territori coinvolti, è però in commissione (e sta per essere approvato) un documento che modificherà tali leggi a favore delle comunità locali. Il parere dei cittadini quindi dovrebbe essere importante. L’assessore Garbellano ha anche ricordato che molto presto l’intero territorio del comune di montescaglioso potrebbe rientrare nel parco delle chiese rupestri, rendendo di fatto impossibili interventi intrusivi sul territorio come le perforazioni.

Ho trovato interessante il consiglio comunale anche se spesso, da pragmatista quale sono, mi è sembrato che la forma, per molti, fosse più importante della sostanza. Tutti gli interventi, compresi quelli del pubblico, hanno ribadito l’inopportunità di trivelle nel nostro territorio, soprattutto dopo che, per anni, si sono spesi miliardi di fondi pubblici per andare in direzioni opposte (valorizzazione dell’agricoltura e del turismo). Qualcuno del pubblico ha chiamato in causa il senatore Bubbico in quanto protagonista in regione negli anni in cui si decideva per le prime trivelle in Basilicata. Il senatore ha difeso le leggi in materia di royalties e difesa del territorio approvate dalla Basilicata in anni in cui le regioni solitamente ricevevano solo spiccioli e nessun freno, in fatto di norme e leggi, esisteva per le multinazionali dell’energia. La Basilicata, addirittura in un libro di un leghista, sempre secondo Bubbico, viene portata ad esempio di regione che fa i fatti contro lo strapotere del profitto a scapito delle popolazioni. Non sempre le ricchezze delle royalties sono state bene investite ma questo è un altro tema e lo stesso senatore si è reso disponibile per qualunque dibattito su queste questioni o su altre. Il senatore ha anche spiegato che la modernità prevede spesso dei compromessi. Nessuno di noi sogna di lasciare la macchina in garage anche se sappiamo che questa inquina, analogamente i NO aprioristici a forme di progresso che prevedono rischi per le popolazioni sono sbagliati. Vanno invece valutati pro e contro e, sempre rispettando il principio di precauzione, con un occhio attento alla salute dei cittadini, alle norme e alle leggi che permettono di monitorare e controllare,vanno accettati quei progressi tecnologici che possono portare – complessivamente – un contributo positivo alla nazione. Il senatore ha fatto l’esempio degli inceneritori, mentre in Campania ci sono gruppi di persone che avversano la costruzione di termovalizzatori, l’immondizia del sud va a nord per arricchire la gente del nord. Viceversa l’immmondizia del nord viene a sud in maniera illegale e gli stessi gruppi che osteggiano i termovalorizzatori rimangono colpevolmente in silenzio: il danno e la beffa insomma.

Ho ascoltato molto attentamente l’intervento del senatore e devo dire che in linea teorica non fa una piega. Ammetto anche che, probabilmente, le sue sono le esatte parole che dovrebbe dire un politico lungimirante che siede in parlamento e ha a cuore il progresso della Nazione. Nonostante tutto, sul tema trivelle, non riesco a fare mie le sue parole. Quando mi è stata data la parola ho espresso al senatore i miei dubbi. Viviamo in una regione in cui i dirigenti dell’Arpab taroccavano i dati sull’inquinamento ambientale per non avere problemi con la stampa. In questo modo l’inceneritore Fenice vicino Melfi ha potuto continuare a inquinare per anni facendo danni sul territorio. Come possiamo fidarci di questa classe dirigente? Il consigliere regionale Venezia ha anche ricordato che il responsabile di quei danni all’ARPAB, dopo gli arresti domiciliari, non è stato cacciato da chi ha le redini in regione, ma solamente spostato ad altra poltrona più prestigiosa, quasi un premio!!!! Il senatore ha duramente criticato queste persone usando toni fortissimi contro chi rovina la Basilicata e ha anche esortato il pubblico a riflettere: dobbiamo eliminare le tasse perchè c’è qualcuno che evade? Non si deve insomma bloccare tutto perchè c’è qualche delinquente che non fa il proprio dovere. Purtroppo non mi trova d’accordo… non credo che la classe dirigente locale abbia la maturità e la forza perchè eventuali azioni di monitoraggio e controllo vengano fatte rigorosamente. Fino a quando le cose non camnbieranno in Basilicata un NO netto e deciso, senza se e senza ma è preferibile a qualsiasi apertura, anche la più piccola!


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14 Commenti

  1. torrista

    Bell’articolo Doc e grazie per il resoconto, utile a chi, come me, non ha potuto partecipare.
    Mi trovo pienamente d’accordo con te Sorridente

    Mi pare di capire, tra l’altro, che questo consiglio comunale sia stato abbastanza proficuo Fico 

  2. Raf

    Premesso che sono tra quelli che non ha potuto partecipare (e che quindi ho come riferimento ilsolo riassunto parziale di Ciffo), dire che il consiglio non ha cambiato la mia opinione in merito.

    Secondo me il discorso di Bubbico è corretto in linea di principio. Ma io porrei l’esempio sulle tasse in maniera diversa: Come possiamo fidarci di chi controlla l’evasione se è egli stesso un evasore?

    In altri termini come possiamo fidarci dell’ARPAB dopo quanto sembra sia successo? Insomma se c’è qualcuno che non fa il proprio dovere, liberiamoci prima di questi (e la classe dirigente deve aiutarci e dare dei segnali in questo senso) poi facciamo il resto.

    Da un punto di vista pragmantico invece, in qualche modo mi rassicura il discorso sul parco delle chiese rupestri di Garbellano, che, senza fronzoli, risolverebbe localmente la faccenda, spazzando la palla lontano dall’area di rigore.

    1. Wiseman

      devo mutuare le considerazioni finali del dott.Scialpi, il quale ha sottolineato quanta ipocrisia si celi dietro a questo no.

      Nessuno, infatti è disposto a rinunciare a passeggiare in auto, a quasi entrare nei negozi o al bar senza la benedetta macchina o moto che sia.

      Sono stato testimone, alcuni anni fa, come ha ricordato la dott.ssa Maria Bubbico, Sindaco all’epoca, di tutto il trambusto e le polemiche suscitate dall’istallazione della prima antenna per i telefonini sul serbatoio, tra l’altro ci furono diverse persone residenti nella zona che denunciavano malori, altri addirittura terrorizzati dall’idea delle onde elettromagnetiche….ebbene, successe che la sera che aprirono le linee telefoniche, la città diventò un continuo trillìo di suonerie, persone euforiche ed entusiaste perchè il cellulare “prendeva”. Oggi ci sono antenne dovunque e sembra non spaventino più nessuno.

      A mio parere, l’intervento più netto e deciso è stato quello del Senatore, che si è detto favorevole alle trivellazioni A PATTO CHE SI APPLICCHINO E SI RISPETTINO TUTTE LE NORMATIVE DI LEGGE  PER PREVENIRE INQUINAMENTO E DANNI AMBIENTALI.

      Non so se servirebbero mobilitazioni tipo Scanzano o il progetto delle Chiese Rupestri a fermare quello che ormai sembra irreversibile, oppure se avere fiducia in quello che sostiene il Ministro dell’Ambiente  sulle Tremiti prima vediamo poi decidiamo.

      L’impressione che ho avuto io, è che sia tutto deciso e stabilito e, visto che qualcuno parlava di referendum, io lo proporrei con le parole di un operaio della spesso citata Ilva di Taranto, far decidere ai Cittadini se morire di fame o di tumori!

      1. vince_ditaranto

        Apprendo dai vari interventi che al fomoso Consiglio Comunale ha poco partecipato il popolo

        ma sembra che i politici fossero al gran completo! Peccato non esserci stato, è così raro potersi confrontare con “l’intellighenzia” della politica montese e a sentire i commenti vedo che si conferma il loro grande spessore. 

        Caro Wise, gli accostamenti “trivelle-girare in macchina” oppure “antenne-tutti parlano al cellulare” sono davvero capestri e spiccioli. Non meritano commenti perchè mancano totalmente di filo logico. Compliementi comunque alle brillanti menti che continuano a fare sillogismi di tale caratura.

        Sono completamente d’accordo con le parole di Ciffo. Non dobbiamo più fidarci.

        Ho letto con interesse il report di ciffo sulle parole del Senatore Bubbico, credo sia fedele anche perchè era guardacaso un discorso che mi aspettavo. Siamo sulla linea “teorica” sposata dal commento di For peace qualche giorno fa. Si subordina il via alle trivelle a una serie di cautele ambientali e amministrative che sanno tutti non essere possibili. Credo che le parole del Senatore Bubbico, Garbellano, Maria Bubbico e del Dott. Scialpi siano TOTALmente mirate a prendere tempo, a raffreddare gli amini, a rassicurare.

        Chiudo ricordando che progresso e salvaguardia del territorio (e quindi della salute dei cittadini) non sono assolutamente in contrasto, sembrano invece esserlo in quelle realtà dove la coscienza civile è sotterrata da chilometri di ignoranza. 

  3. tm

    Da quel che mi pare di capire dal pst di Ciffo e dai commenti successivi, a mio avviso credo che siamo fuori strada. La questione della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini resta una questione primaria della quale non si può in alcun caso non tenerne conto, ma non può essere l’unica che debba incidere sulla nostra disponibilità o meno a far diventare il nostro territorio una gruviera.

    Risolto il problema della tutela dell’ambiente e della salute, che facciamo? lasciamo che speculatori nazionali o d’oltre Alpi vengano nelle nostre terre ad impiantare i loro bei pozzi per svuotare il nostro sottosuolo alla faccia di quanto abbiamo sostenuto negli ultimi decenni circa lo sviluppo e la crescita della Basilicata?

    Tra venti o trenta anni quando il petrolio sarà finito e i pozzi prosciugati cosa facciamo ci reinventiamo un altro tipo di sviluppo?

    Bubbico certamente da buon politico deve cercare di far quadrare gli interessi del governo centrale con quelle che possono essere le esigenze del momento delle genti lucane, ma questo non risponde alla domanda che credo che ognuno di noi si fa e alla quale vorrebbe una risposta.

    Può il petrolio essere il futuro della nostra regione? La valle dell’Agri dice di no, e non solo per questioni di natura ecologica e salvaguardia della salute, cosa che non è assolutamente avvenuto, ma soprattutto perchè l’estrazione del petrolio in quelle zone non ha portato alcun vantaggio economico alle popolazioni del posto.

    L’inserimento del territorio montese nell’ambito del parco delle chiesi rupestri e più in generale nel territorio di protezione dell’UNESCO si inserisce in un progetto di sviluppo che da anni noi lucani stiamo inseguendo e che potrebbe essere il vero futuro delle prossime generazioni.

    Diversi operatori economici montesi e lucani, in questa ottica hanno avviato negli anni scorsi progetti di sviluppo con notevoli investimenti personali che mirano a portare in Europa le eccellenze delle nostre produzioni agricole, dalla produzione di vini e oli di produzione di origine controllata al rilancio di un turismo legato all’agricoltura che offra oltre alle genuinità della nostra terra e della nostra natura, la possibilità di trascorrere periodi di vacanza in un’oasi incontaminata e fruire dell’ospitalità di operatori preparati e disponibili.

    Voglisamo aggiungere alla nostra cartolina qualche bel traliccio di metallo con la candela accesa in alto per fare da cornice alle sere romantiche dei nostri eventuali ospiti o vogliamo lasciar loro la possibilità di poter sognare nell’ammirare le serate lucane piene di stelle?

    Da queste considerazioni nasce il mio no ai pozzi, non sarà di sicuro il petrolio montese a risolvere il problema energetico italiano o europeo, ma di sicuro la sua estrazione creerebbe notevoli problemi al futuro della nostra terra e delle prossime generazioni.

    Impariamo a pensare a quelli che verranno dopo di noi e forse domani potremo essere ricordati come un popolo che ha saputo guardare avanti.

    Tonino Ditaranto

    1. vince_ditaranto

      Tonino, credo che tu abbia semplicemente completato il quadro. In maniera esemplare direi.

      Si parla subito di salute e ambiente perchè sono gli impatti a breve termine ma sicuramente il tuo discorso è ancora più esaustivo ed è valido anche nell’ipotesi (ovviamente molto poco probabile) in cui salute e territorio restino illesi.

      Complimenti, il tuo discorso è sensato ed efficace.

  4. Ape Maya

    Ok, tutti d’accordo: ottimo il resoconto, condivisibili i commenti successivi, sensate le motivazioni al NO alle trivelle, coesa l’unione di tutti in tal senso. Ma in concreto? Non ho ancora capito i risvolti reali di questi incontri e di questa mobilitazione. A questo appuntamento non ho partecipato, ma sono stata presente al primissimo incontro su questo tema e ricordo benissimo che allora tutti i politici presenti hanno alzato le mani davanti alle disposizioni provenienti dall’alto, dicendo che bisognava seguire la prassi, aspettare, accontentarsi, in attesa di poter entrare chissà quando in una fase in cui sarebbe stato possibile fare qualcosa di concreto. Ricordo benissimo che allora si disse che non ci si poteva opporre in alcun modo. Adesso che sono state date le prime autorizzazioni invece? Che si può fare di concreto? Perché sinceramente questo incontro, questi documenti che viaggiano dal Comune alla Regione, questi falsi proclami, queste raccolte di firme che si fanno in continuazione mi sembrano solo una presa in giro. Mi sembra che sia già troppo tardi per fare opposizione e che si abbia coscienza di questo, per cui si cerca di fare il minimo indispensabile per salvarsi la faccia davanti ai cittadini. Come dice Wiseman, sembra sia stato già tutto deciso, a nostre spese, a nostra insaputa. Chiedo a questo punto a chi è stato presente se sono stati fatti dei riferimenti a livello giuridico su questo tema, per capire se ci sono margini di legge in grado di tutelarci in qualche modo, seguendo un qualsiasi iter legale. Altrimenti sono solo chiacchiere a vuoto e tempo perso a prenderci in giro.

    1. Wiseman

      anche lui è specialista nel mandare i piloti fuori pista!Occhiolino

      caro corvo, la mia intenzione era solo quella di ampliare l’ottimo resoconto di Ciffo, può darsi che si sia trattato di banalità, però è stato detto anche questo e , probabilmente ti sei perso l’ultimo periodo del mio post. 

      Ad ulteriore arricchimento della giornata, ci sono altri commenti, mentre questa mattina, sono “uscite” queste dichiarazioni, dalle quali scaturisce la domanda: possono le stesse persone che hanno contribuito a creare tutto questo sfracello, rimettere tutto a posto?rispondendo ad Ape, non è stata posta nessuna questione giuridica, in quanto il sottosuolo appartiene allo Stato.

      Spero di non essermi “dirupato” di nuovo….ciao vincè

  5. falco

    Non ho letto le carte ufficiali e quindi poco informato dal punto di vista normativo sulla questione.

    La rendicontazione di Ciffo ed il servizio di Sud Italia video, però, mi è servito a farmi  la personalissima idea che “l’incontro” della sala del Consiglio Comunale, sia servito, alle autorità tutte,  più per sminuire e  calmierare gli animi dei cittadini, che a recepire in primis la contrarietà di tutti e farsi portavoce del “NIET”  assoluto. 

    La questione, a mio avviso, è semplice: 

    1  C’è la reale  possibilità che gruppi petroliferi sventrino il nostro territorio a scopo di lucro?

    2  Se c’è questa reale possibilità i nostri politici, senza se e senza ma, da che parte stanno?

    Io personalmente credo che se dovessero attuare questa insulsa intenzione, per quante precauzioni potranno prendere, il nostro territorio sarebbe comunque  irrimediabilmente deturpato e potremo tranquillamente mandare a benedire (per non usare un aggettivo più colorito), anni di battaglie, in prima linea la sinistra, per trasformare questo paradiso in una California del Sud.

    Non ci devono essere spazi di manovra e  la risposta di tutti deve essere di un diniego univoco, intransigente ed inequivocabile. 

  6. drago

    Anche in puglia si sta discutendo di indagini petrolifere.
    Anche lì il ministero ha autorizzato indagini per verificare la presenza di petrolio nel sottosuolo . Sono interessate soprattutto le coste del gargano.
    Il problema è lo stesso visto da noi, ma la reazione della popolazione è stata diversa.
    La popolazione pugliese si sta mobilitando per ribadire il no all’ipotesi petrolio. Hanno già avuto esperienze nel passato, infatti si sono mossi per il no anche nel 2011 con proteste e manifestazioni. Tutti ricordano il no secco pronunciato dal grande Lucio Dalla,che era un appassionato della costa pugliese.
    I sindaci del gargano hanno chiesto al ministro Clini un incontro; quest’ultimo ha prima accettato, salvo poi decidere di incontrare solo le autorità regionali a Bari. La linea del ministro è chiara, afferma di aver rispettato le leggi. Sostiene che sarebbe meglio fare i sondaggi richiesti dalle multinazionali e valutare solo successivamente il da farsi di fronte all’eventuale presenza di petrolio. il ministro ha dovuto accettare di convocare un’assemblea sul futuro delle coste adriatiche da farsi nel mese di novembre a Trieste.
    L’assessore all’ambiente Nicastro è contrario alle indagini. Questo “scontro” tra istituzioni ci potrebbe suggerire quanto sia non efficace la moratoria prodotta da De Filippo e salutata dai nostri giornali come un atto di assoluta utilità. Quella decisione ha purtroppo placato le nostre richieste di spiegazione. Inoltre c’è un ‘aggravante, infatti inizialmente i nostri uffici regionali hanno dato via libera alle indagini.
    La popolazione pugliese ha indetto una manifestazione nazionale per il 6 ottobre a Manfredonia.
    Una soluzione potrebbe essere quella di condividere i nostri dubbi e la nostra contrarietà con i pugliesi.

    1. ant

      La questione trivellazioni nasce da una decisione a mio avviso “dittatoriale” dell’attuale Governo che ha deciso di aumentare le estrazioni petrolifere su tutto il territorio nazionale espropriando i territori  interessati (enti pubblici e popolazione) da qualsiasi forma di compartecipazione/condivisione delle scelte. Se non è dittatura questa! Trattandosi, pertanto, di una questione di interesse nazionale vi dovrà necessariamente essere la comune contrarietà di Regioni, Province, Comuni e Popolazione, da manifestarsi con il massimo della coesione; hai ragione Mario.  Voglio ricordare, però, che la compartecipazione della nostra Regione al fabbisogno energetico nazionale è di gran lunga superiore rispetto a quella delle altre Regioni d’Italia (compreso Puglia) e questo non è un dato da sottovalutare. In questi casi si dice che abbiamo già dato come territorio e ci siamo ritrovati con un grosso problema ambientale che la politica, ai vari livelli, non è evidentemente in grado di affrontare. E’ su questa tematica, cioè su quella ambientale, che noi lucani siamo colpevolmente negligenti e dovremmo far sentire la nostra voce con maggiore determinazione ed efficacia. Qualcuno potrebbe dire che le risorse naturali sono di interesse nazionale e quindi i territori non possono porre veti. Può anche essere così, ma non nel 2012 dove la lungimiranza politica deve andare nella direzione esclusiva di incentivare veramente le fonti di energia rinnovabili, sostenibili ed eco-compatibili. Anche qui la politica, a mio avviso, ha enormi responsabilità perchè ha saputo trasformare le opportunità derivanti dalle energie rinnovabili a solo vantaggio di lobbies e multinazionali. Basti vedere la realtà pugliese dove ci sono distese di campi sottratti all’agricoltura per far posto ad osceni pannelli fotovoltaici che sul territorio non hanno portato nè lavoro nè beneficio alcuno. Non è questa la rivoluzione verde che personalmente mi aspettavo.

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