La terra a chi lavora

Avendo avuto occasione di contattare il senatore Pietro Ingrao, direttore di Vie Nuove e de L’Unità negli anni delle grandi lotte per la terra, gli ho chiesto di offrire un contributo di riflessione su quegli eventi in vista della celebrazione del sessantennio dall’uccisione di Giuseppe Novello che si sta svolgendo in questi giorni.
Mi ha mandato il testo di nitida bellezza e straordinaria onestà intellettuale che sotto si riporta.

La terra a chi lavora

Forse è utile ricordare, innanzitutto, quale era il contesto ed il tempo della politica nazionale entro cui si produssero le tragiche vicende di Montescaglioso.
Era trascorso poco più di un anno dalle elezioni del 1948. Ricordo la fiducia, persino la baldanza con cui comunisti e socialisti erano arrivati a quella prova. E invece era venuto il trionfo del blocco clericale, sorretto prima di tutto da Papa Pacelli lanciato in una furente campagna che aveva coinvolto chiese, conventi, congregazioni, con toni apocalittici e richiami obbliganti al vincolo religioso.
Fu per noi “rossi” la sconfitta secca e il tempo di una amara riflessione, e anche delle prime dure divergenze fra comunisti e socialisti.
E tuttavia fu anche il tempo in cui emerse, persino con nostra sorpresa, la straordinaria novità delle insurrezioni popolari nei latifondi del Sud: terre marchiate dai feudi nobiliari e da una desolata miseria, che segnava soprattutto le masse contadine. La dura fame del latifondo. Agì in quelle terre tormentate una seminazione rossa: penso ad esempio alla figura di Adele Bei, a quel ceppo napoletano guidato da Giorgio Amendola e Mario Alicata, alla difficile lotta di Li Causi in Sicilia contro la mafia risorta. E si compì allora un incontro fra brani del pensiero meridionale di antico respiro (penso ad es. a Salvemini) con una soggettività comunista ormai radicata in Italia e ormai fortemente attiva anche nel mondo contadino del meridione, sul quale sfruttatori antichi e nuovi ancora pretendevano di esercitare il proprio dominio parassitario.
E in quell’incontro noi comunisti riscoprimmo la freschezza e l’attualità di quel breve e giovanile scritto di Gramsci della metà degli anni Venti: “Alcuni temi sulla quistione meridionale”, ove per la prima volta quel grave tema non veniva ridotto a contrapposizione geografica nord/sud, ma veniva affrontato quale componente di un conflitto di classe che segnava il modello di sviluppo dello Stato italiano fin dai suoi albori. Una lettura da cui emergevano le responsabilità della borghesia italiana, del sud come del nord, le sue connivenze con il parassitario ceto degli agrari e l’importanza di un’alleanza tra le lotte contadine che reclamavano terra e riforma agraria e le nuove battaglie del proletariato urbano che rimetteva in moto le fabbriche del nord.
E in quel rivolgimento lucano, dal mio posto romano di giornalista militante, vedevo emergere sulla scena due protagonisti nuovi ed antichi allo stesso tempo: i contadini e le donne. Due insorgenze che da quella terra lucana si dilatavano ancora più a Sud, in Puglia, Calabria fino alla punta estrema della Sicilia.
Le donne che spalancavano la porta di casa, si gettavano a semina nei campi trascinando per mano anche i fanciulli, che conoscevano orgogliosamente le manette. Le donne protagoniste di cui presto Angelina Mauro ne divenne alto simbolo.
Questo diceva all’Italia ormai quel sito di Montescaglioso. E tale è stata la vicenda di quelle plaghe, da riaprire nel Paese l’antica, dolente questione meridionale, rialzando in cielo quella annosa rivendicazione: la terra ai contadini. Ed evocando insieme una dolente domanda di libertà. Tutta l’annosa controversia sul Sud …
Lo scontro di quelle nude masse contadine diveniva così controversia sul volto del Paese, e l’antica domanda di terra veniva a saldarsi all’irrompere del fordismo dentro le nuove fabbriche del Novecento. Ecco il grumo di nuove domande sociali che sommuoveva quella Patria italiana. E il Sud, come aveva parlato dalle vostre rivolte lucane, restò terra incancellabile del discorso sulla nazione.
Auguri a voi cittadini di Lucania. Grazie per ciò che avete dato alla mia nazione, ai contadini assetati di terre, alle nostre speranze di libertà e giustizia.
Altre volte, in anni ormai lontani, venni nelle vostre terre, che mi salvarono dalle mani della polizia nera. Auguro buon lavoro per questo convegno, che torna a riflettere su questioni ancor oggi brucianti ed al quale io, data la mia avanzata età, non potrò partecipare. Cercate ancora.

Pietro Ingrao


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2 Commenti

  1. Cristoforo Magistro

    PRESIDENTE.
    Segue l’interrogazione degli onorevoli Cerabona, Negri, Grifone, Montanari, Amendola Pietro e Bottonelli, al ministro dell’interno, “per conoscere se, dopo i sanguinosi fatti di Montescaglioso, tanto più gravi in quanto perpetrati quando ancora durava nel paese l’unanime indignazione sollevata dagli eccidi di Melissa e di Torremaggiore, non ritenga che sia giunto il momento di mettere fine all’azione provocatoria di certi organi di polizia onde fatti così esecrabili, come quelli che da due mesi a questa parte insanguinano le camogne del Mezzogiorno,non abbiano più a ripetersi”.

    Sullo stesso argomento sono state presentate le seguenti altre interrogazioni al ministro dell’interno:
    “ Per conoscere: 1) quali misure abbia adottato nel corso delle agitazioni contadine in provincia di Matera, culminate nel fatto di sangue di Montescaglioso;
    2) quale sia la responsabilità dei dimostranti e quale quella dell’Arma nell’incidente conclusosi tragicamente con la morte del lavoratore Novello,attese le risultanze della versione ufficiale
    dei fatti;
    3) quali misure intende adottare nel prossimo futuro per venire incontro al legittimo desiderio di terra dei contadini poveri del Materano al fine di evitare speculazioni politiche rivolte esclusivamente al turbamento dell’ordine e all’esautoramento dello Stato”.
    (Gaetano AMBRICO, deputato DC di Grassano).

    “Sull’eccidio di Montescaglioso e sui provvedimenti che intende adottare”.
    (Clemente Maglietta, deputato PCI e segretario della Camera del Lavoro di Napoli).

    L’onorevole sottosegretario di Stato per l’interno ha facoltà di rispondere.

    MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno.
    I fatti di Montescaglioso non hanno niente di simile a quelli di Melissa e di Torremaggiore,
    né in loro rapporto può certo parlarsi di azioni provocatorie degli organi di polizia.
    A Montescaglioso si trattava di arrestare, in perfetta regola con la legge, 10 individili
    responsabili di vari reati inerenti alle occupazioni di terre. I carabinieri incaricati della
    operazioni ne rintracciarono soltanto 7, nelleloro abitazioni, e li fecero salire su un autocarro
    diretto a Matera.
    A questo punto, richiamata da grida di donne e dal sibilo di molti fischietti, gran parte della popolazione accorse sulla strada principale del paese,mentre alla periferia un’altra folla reclamava la liberazione degli.arrestati. Alcune centinaia di dimostranti circondarono addirittura e bloccarono l’autocarro sul quale questi si trovavano, con l’evidente proposito di liberarli.
    L’autocarro riuscì tuttavia a disimpegnarsi e a partire; ma, intanto, la folla accorsa nella via principale tumultuava e minacciava.
    I carabinieri suonavano gli squilli regolamentari, rimasti inascoltati. Vennero allora impiegati pochi artifici lacrimogeni. La folla si sbandò, ma per riunirsi subito dopo più numerosa e più minacciosa di prima. Proprio in questo momento, proveniente dalla periferia, arrivava sul posto il vicebrigadiere Conte, a bordo di una niotocicletta pilotata dal carabiniere Panebianco.
    Giunto a contatto con la folla e resosi conto di non poter proseguire, decise di tornare per congiungersi al suo reparto. Senonché, durante la manovra, la niotocicletta venne rovesciata dalla folla e i due carabinieri caddero aterra. I1 Conte, colpito alla fronte da una randellata, venne subito contemporaneamenteaggredito, dinanzi e alle spalle, da alcuni sconsigliati che tentavano di strappargli il mitra. Naturalmente il Conte afferrò il mitra con energia, ben deciso a non lasciarsi disarmare e, mentre a calci si sforzava di tener lontani gli aggressori (Interruzioni all’estrem asinistra), resistette con successo agli sforzi di costoro, diretti a strappargli l’arma; dalla quale tuttavia, durante questo corpo a corpo,
    partivano disgraziatamente (Proteste all’estrema sinistra – lnterruzione del deputatoPajetta Gian Carlo) – trattasi di armi automatiche – tre colpi, di cui due ferivano certo Oliva e, a bruciapelo, il povero Novello.
    GUADALUPI. Ma l’arma era in sicura o no?
    MARAZZA, Sottosegretario d i Stato per l’interno.
    Oltre a questi feriti, nella triste giornata si ebbero a deplorare la grave contusione riportata dal Conte e quelle, assai più lievi, riportate da tre contadini, fra cui una donna, dichiarata guaribile in quattro
    giorni. Evento incresciosissinio e reso addirittura tragico dalla morte (sopravvenuta per polmonite post-operatoria) del Novello, ma è ingiusto farne risalire la colpa ai carabinieri che, nell’adempimento del loro dovere, facendo osservare la legge, non hanno, nemmeno questa volta, provocato nessuno. (Commenti all’estrema sinistra).
    Due dei carabinieri, piuttosto, furono vittime di una indiscriminata aggressione e, pur nello stato di assoluta inferiorità in cui erano ad un certo momento venuti a trovarsi, seppero difendersi senza fare uso delle armi (Interruzioni nll’estrcma sinistra); ché, se può lamentarsi che, per imprudenza
    o per fatalità, l’arma fatale non fosso in posizione di assoluta sicurezza, non per questo
    possono ammettersi – e devono anzi decisamente respingersi – tutte le ipotesi adombrate
    nelle interrogazioni, perché ingiustamente offensive per un’Arma tanto benemerita della nazione.
    Qiranto al Ministero dell’interno, sono di ieri le dichiarazioni del ministro alla Libera Confederazione italiana del lavoro e dovrebbe essere ormai di pubblica ragione che la forza pubblica, come tale, non ha mai fatto uso delle armi contro lavoratori e in conflitti sociali, perché tali sono le direttive ad essa
    rigorosamente date.. .
    Una voce all’estremu sinistra. E i morti ?
    MARAZZA, Sottosegrcfario di Stato per l’interno.
    Nei dolorosi episodi lamentati si è infatti sempre trattato di fatti accidentali o di azioni individuali intese ad evitare gravi minacce alla persona. (Commenti all’estrema sinistra) .
    PRESlDENTE.
    L’onorevole Cerabona ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
    CERABONA (Deputato PSI di Sant’Arcangelo).
    Io non sono dotato di spirito profetico, però avevo già divinato la risposta dell’onorevole sottosegretario per l’interno (Commenti al centro) e l’avevo divinata perché è in armonia con il sistema generale seguito dal Governo di difendere le violenze della polizia, il che significa volere la violenza, poiché, se da parte del Governo una volta sola fosse venuta una parola di veritii, evidentemente
    la polizia saprebbe che non é lecito sparare sui cittadini. (Proteste al centro e destra).
    Vorrei pregare i colleghi della maggioranza di non aderire immediatamente ad una tesi senza aver udito le avverse ragioni, perché potrebbe darsi che, dopo l’esposizione della verità più chiara, i colleghi si unissero a me nel deplorare, comunque, che la polizia spari sui cittadini italiani. Ho fiducia nella rettitudine e nella giustizia dei deputati italiani.
    I1 partito non deve distruggere la ragione, né la giustizia, né la libertà. (Interruzioni al centro).
    Prendere atto della verità per bocca del sottosegretario è un modo,come un altro di valutare la verità, ma la verità scaturisce dai fatti e dalle prove di essi. E se l’onorevole sottosegretario mi onora della sua attenzione darò a lui la dimostrazione, almeno che non voglia credermi per ragioni di partito, che
    la violenza è stata commessa dalla polizia in modo tale che ella, onorevole sottosegretario, dovrebbe immediatamente intervenire per punire coloro che violano la Costituzione ed ogni specie di libertà facendo male anche al Governo, poiché non si spara sui cittadini inermi. Perché, onorevole sottosegretario, i contadini non erano armati: di tremila individui, di cui il rapporto ufficiale parla, non uno era amato di fucile, né di pistola, né di scure.
    Nessuno, tanto che.. (Una voce al centro. Tremila contro due ! (Rumori all’estrema sinistra).
    CERABONA. Io vorrei pregare i colleghi di lasciarmi esporre pacatamente i fatti, perché può essere comodo alla parte avversaria ‘gridare, fare del chiasso, per non far sentire la voce della verità. (Interruzioni e proteste al centro). Quanta olimpica e serafica serenità negli avversari !
    Una voce al centro. Date l’esempio voi!
    CERABONA. I1 grido non è un’aflerma‘zione:di verità, non é un ragionamento !
    Una voce al centro. Lo faccia comprendere all’onorevole Pajetta Gian Carlo ! (Rumori all’estrema sinistra).
    CERABONA. I1 fatto è che vi è di mezzo un morto; vi è una famiglia in miseria, perché un loro congiunto è caduto mentre chiedeva pane e lavoro. Questa è la verità, e la sensibilità di qualsiasi uomo, appartenente a qualsiasi partito, dovrebbe inchinarsi di fronte al fatto che un pacifico cittadino italiano
    sia stato ucciso dalla polizia italiana.
    Bisogna acclarare i fatti, perché, badate, che questo sistema di respingere la verità, può apportare conseguenze poco liete per la vita del paese. Badate che non sarete sempre alla maggioranza, che non so se già ora siate veramente una maggioranza nel paese ! (Rumorial centro).
    L’onorevole sottosegretario ha detto che il fatto di Montescaglioso non ha nulla in comune con gli episodi di Melissa e di Torremaggiore. Anche là v’è un morto, anche là la polizia ha sparato su inermi cittadini: ecco quello che vi è di comune in questi fatti; e vi è di comune il Mezzogiorno perché questo
    è un sistema che si adotta nei riguardi del Mezzogiorno, dove imperarono un tempo i “feroci” della polizia borbonica, coloro che, a furia di vergate, dominavano i contadini; forse questo il sistema che il Governo vuole intraprendere !
    Si vuole forse opporre il mitra. alla volontà dei contadini, ma si sbaglia, chè nessun mitra potrà mai distoglierli dall’azione perchè essi hanno coscienza di battersi per la tutela dei loro diritti. Perché proprio per la tutela di un diritto si sono verificati i fatti di Montescaglioso.
    Che cosa è avvenuto a Montescaglioso, e a che ora sono avvenuti gli arresti ? I contadini
    dormivano pacificamente, le madri vicine ai figliuoli. Che cosa si è verificato ? Si sono spente le luci a Montescaglioso e a Bemalda, un paese distante parecchi chilometri da.lprimo. Altra cosa accidentale ! Le luci elettriche si sono spente; sono state bloccate le strade del paese, e, alle 4,30 di notte: in un
    piccolo paese di montagna, sono state sfondate le porte delle abitazioni, le guardie sono penetrate nei domicili dei contadini e hanno strappato le madri dai figli, i mariti dalle mogli, li hanno arrestati e li hanno trasportati altrove.
    Io mi domando: era legale quest’azione ?
    MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Era legale, perché era autorizzata.
    CERABONA. Se fosse stata legale, avrebbe dovuto essere corredata anche dell’autorizzazione a procederé di notte. (Commenti al centro).
    MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. L’autorizzazione a procedere nelle ore notturne vi era.
    CERABONA. Anche se vi fosse stata, mi domando: era il caso, in un piccolo paesedi montagna, di presentarsi in più di 100, armati, e arrestare di notte dei contadini, che potevano essere arrestati di giorno ? Essi non erano latitanti: si potevano trovare sempre, in casa, o in paese.
    Che cosa si è verificato ? Luce elettrica smorzata, porte abbattute, penetrazione violenta nelle case, grida di bimbi e di uomini. Naturalmente, tutto questo di notte produce una concitazione di spiriti.É avvenuto che la popolazione si è riversata nelle strade.
    Era forse armata ? No ! Non un fucile nelle mani di coloro che, senza armi e senza compiere alcuna violenza, hanno voluto semplicemente protestare per gli arresti avvenuti.
    Se, onorevole sottosegretario, avessero avuto intenzioni violenti, se non avessero voluto rispettare le leggi, se avessero voluto opporsi agli arresti, avrebbero potuto benissimo farlo, perché erano 3000 contro 100. Essi avrebbero, comunque, cercato di impedire che gli arrestati venissero caricati sugli autocarri. Ma essi sono stati caricati sugli autocarri e sono stati trasportati a Bari.
    Quindi, non vi è stata opposizione all’autorità dello Stato. Hanno permesso che si compissero gli arresti. Si sono portati in piazza per fare una dimostrazione contro quello che, secondo loro, era.un arbitrio della pubblica sicurezza. A questo punto è sorto il grave incidente. Chi ha provocato gli agenti?
    Hanno forse essi ricevuto offesa da parte dei poveri contadini e deeli operai ? Nessuna
    offesa ! Vorrci leggervi l’articolo della Libertà, che non è an nostro giornale.
    PRESIDENTE. Onorevole Cerabona, la prego di concludere.
    CERABONA. L’azione del Governo non si può qualificare: è un’azione violenta, addirittura africana.
    MARAZZA, Soltosegretario di Stato per l’interno. Cosa c’entra il Governo ? (Commentì all’estrema sinistra).
    CERABONA. Questa non è l’azione di un Governo democratico: è l’azione di un Governo che usa i metodi delle tribù africane.
    GRIFONE. Metodi da S.S. ! (Commenti).
    CERABONA. Ma la sentenza è stata data dal popolo di Montescaglioso. I1 povero morto clall’ospedale di Matcra. è stato trasportato a Montescaglioso.
    I1 prefetto non voleva dare I’autoambulanza per il trasporto del cadavere e perché il morto potesse riposare presso i suoi morti.
    Tutto il popolo di Montescaglioso ha accompagnato la bara: bara che, se l’oscuro lavoratore
    non fosse morto di morte violenta, sarebbe stata accompagnata al cimitero da pochi
    contadini. I1 morto ha avuto l’osanna di tutta la popolazione di Montescaglioso, compresi
    gli stessi agrari, i quali, accompagnando all’ultima dimora l’umile contadino, stigmatizzavano
    con la loro presenza la violenza della puibblica sicurezza. Difendetela come volete: vedrete un giorno se queste difese porteranno la pace o la guerra nella nostra nazione ! (Applausi all’estrema sinistra).
    EMANUELLI. Andate, di notte, a scovare Giuliano ! Eppure dovrebbe essere facile dato che i giornalisti lo hanno scovato !
    PRESIDENTE. L’onorevole Ambrico ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
    AMBRICO. Questa volta, onorevole sottosegretario, mi tocca l’ingrato compito di dichiararmi insodisfatto, non della risposta né dell’esposizione che ella ha fatto degli avvenimenti di Montescaglioso, ma di me stesso e di tutti noi che qui siamo stati chiamati all’arduo compito di attuare con la legge i principi della Costituzione. Il giorno dell’Immacolata, nel pieno degli sviluppi dell’’agitazione, sulla piazza di Matera, lanciai un appello accorato al rispetto della legge e di coloro
    che sono stati chiamati a farla rispettare.
    Forse, onorevole sottsegretario, non si è fatto abbastanza, se è vero, come è vero, che all’accorato, reale desiderio di terra di questa gente si oppone da un lato lo spirito demagogico di alcuni, ma dall’altro un fatto che abbiamo additato da tempo ma che è indiscutibile e inconcusso: il cattivo sistema di distribuzione delle terre nella mia provincia, che per rispetto alla Costituzione non si può tollerare che continui più a lungo.
    PRESIDENTE. L’onorevole Maglietta ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
    MAGLIETTA. Dichiaro di essere insodisfatto della risposta dell’onorevole sottosegretario.
    Dalle sue stesse dichiarazioni mi sembra che appaiano già sufficienti elementi per valutare, la gravità dei fatti che si sono verificati a Montescaglioso.
    Prima di tutto insisto sull’ora nella quale gli arresti si sono verificati, e aggiungo che, se è esatta una dichiarazione del magistrato interessato fatta al senatore Milillo, l’autoriz.zszione non era stata data. lo ripeto ciò che è stato dichiarato al senatore Milillo perché anch’io. vengo oggi da Matera. Aggiungo
    che è necessario investigare sul perché, iniziandosi le operazioni di polizia in questi due paesi, si è spenta la luce in tutte e duele località: fatti strani che si verificano in stranissime circostanze e sulle quali è giusto che l’autorità investighi. Non mi risulta che i carabinieri abbiano fatto i famosi segnali di tromba, gli squilli.
    STUANI. Non hanno nemmeno le trombe.
    MAGLIETTA. Né mi sembra esatta la versione che è stata data dal rapporto letto dall’onorevole sottosegretario sulla maniera con la quale si sono svolti gli ultimi episodi, della caduta dalla motocicletta e dell’arresto. É necessario che io dica che la pallottola che ha ammazzato il contadino Novello è entrata dall’alto ed è uscita dal basso. Se essa fosse partita dal mitra di un carabiniere che si
    trovava nelle difficoltà cui ella ha accennato in seguito alla caduta e ad una colluttazione, non sarebbe spiegabile come la pallottola abbia potuto avere quella traiettoria, mentre – mi consenta, onorevole Marazza – l’altro contadino è stato colpito alla coscia. Dall’esame, che abbiamo fatto, naturalmente
    sommario, perché non abbiamo avuto il tempo di raccogliere tutti gli elementi della situazione, ci risulta che, purtroppo, ci troviamo- anche a Montescaglioso di fronte ad un altro episodio, nel quale con facilità, con spregiudicatezza, sicuri dell’impunità, determinati elementi della polizia adoperano le
    armi a tutela di determinati interessi.
    Guardi, onorevole sottosegretario, ella stessa ha parlato di “fatti incresciosi determinati da caso o da atti individuali”. Ebbene, in quali di questi casi e di atti individuali si è perseguito il colpevole ? Ella ha usato queste parole: atti individuali.
    MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Fatti accidentali.
    MAGLIETTA. Fatti accidentali o atti individuali.
    MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l’interno. Azioni individuali.
    MAGLIETTA. Non C’è un solo caso di carabiniere o di maresciallo che abbia sparato, ucciso o ferito e sia stato perseguito.
    MARAZZA, Sottosegretario di Stato per l,’interno. Non lo dica !
    MAGLIETTA. Ad ogni modo, poiché penso che il fatto abbia una notevole portata, trasformerò in interpellanza questa mia interrogazione.
    Desidero far notare all’onorevole Ambrico che io ho parlato nella stessa piazza, nella quale ha parlato lui, e allo stesso balconcino o terrazzino, dal quale egli ha parlato. Mi sono riferito esattamente alla frase pronunziata dal collega: sul rispetto della legge e sulla forza della legge. Ho usato una espressione, che dovrebbe far pensare i cattolici: sì, rispetto della legge; ma non esiste una legge, né scritta né morale, la quale dica: “ammazza il prossimo tuo”. C’è invece una legge scritta che va rispettata, ed una legge morale, che va rispettata con altrettanta forza.
    Ad ogni modo, sarebbe molto meglio – non lo dico con fine polemico, ma perché si ribella il mio sentimento di italiano e di lavoratore – perseguire con questa forza e con questi sistemi i banditi della Sicilia e non farli fotografare dai giornalisti italiani. (Applausi nll’estrema sinistra).

    (Tratto dagli Atti Parlamentari della Camera dei Deputati. Discussioni. Seduta del 19 dicembre 1949, pagine 14523-14527)

  2. Cristoforo Magistro

    Nel passaggio dal formato immagine PDF, usato per la riproduzione degli atti parlamentari, al formato testo di word da me usato per proporlo si verificano molti errori.
    Per quanto abbia cercato di ripulire il testo proposto, ho poi notato che vi sono ancora tanti errori.
    Me ne scuso e rinvio chi volesse studiare la questione senza tali fastidiosi refusi al sito seguente:

    http://legislature.camera.it/chiosco.asp?cp=1&position=I%20Legislatura%20/%20I%20Deputati&content=deputati/legislatureprecedenti/framedeputato.asp?Deputato=1d25550

    INTERROGAZIONI
    Fatti di Montescaglioso;
    (19-12-1949 pag. 14524)

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